Il Parco Marmitte dei Giganti della Valchiavenna, Italia

                                     Via dell’unità tra Cielo, Terra e Uomo.

                                                                                          Prosperità e povertà dipendono dal

                                                                                          destino, mentre il bene e il male sono

                                                                                          una scelta dell’uomo.

                                                                                          Yamamoto Tsunetomo, samurai giapponese

0045  Era un’estate piovosa del 1963. Federico, un’uomo di mezza età usci di casa. La giornata era veramente brutta, soprattutto nella valle dove viveva – la valle è circondata dalle montagne, è stretta, le giornate di sole sono corte… Ma quel giorno pioveva pure, non si poteva fare niente contro la natura… Ma qualcosa di colorato attirò la sua attenzione – un palloncino portato dal vento nel suo piccolo cortile. Un palloncino di quelli coi quali di solito giocano i bambini piccoli lliberandoli nel cielo e osservando dove vengono portati dal vento. Federico prese il palloncino. Una giornata così piovosa ti mette in testa pensieri tristi, magari anche nostalgici .. Pensava a chi avesse potuto lanciare quel palloncino con quella pioggia ? I suoi figli erano tutti a casa. La figlia maggiore ormai era già sposata ma non aveva ancora bambini. All’improvviso notò che dentro il palloncino c’era qualcosa di bianco, forse un pezzo di carta…. Per poterlo prendere doveva per forza rompere quel palloncino. Eccolo! Era un tubicino di carta piegato. Lo apri’, era una lettera, scritta sicuramente da un bambino, o da un ragazzo. La lesse e vi trovo la descrizione di una famiglia che abitava a circa 100 km dalla sua valle, sono due ragazzi di 6 e 8 anni, propongono di fare amicizia con chi leggerà la lettera. Federico era un uomo strano, un democratico e di libero pensiero, così dicevano. Fuori pioveva forte e stare nel cortile, sotto la pioggia, non era molto conveniente. Entrando in casa chiamò la moglie Edvige e i figli, che destino, avevano più o meno l’età di quei due ragazzi, e le fece vedere la lettera. Risposero subito invitandoli a casa loro per una vacanza estiva.

E’ così che nacque l’amicizia tra le due famiglie, una di Novedrate, e una di Santa Croce di Val Chiavenna che dura già da quasi 50 anni.

Un anno dopo, il 13 maggio 1964 il padre della famiglia di Novedrate è stato investito da un motociclista, tornando da pesca in moto, ed è morto dissanguato in 10 ore, non riprendendo più conoscenza. La moglie è rimasta da sola con 2 bambini di 7 e 9 anni, senza lavoro. Cosi l’amicizia tra le due famiglie è diventata non solo amicizia ma una certa forma di aiuto umano alla famiglia che si è trovata in grande difficoltà.

I ragazzi passavano l’estate a Santa Croce in mezzo alla natura, pescando, giocando con i loro coetanei, crescendo. Ho avuto modo di conoscere Federico nel 2001 prima che morisse. Era vecchio, sulla sedia a rotelle. Ma i suoi occhi neri avevano uno sguardo tale che possono avere solo le persone di spirito libero. Ogni tanto andiamo a trovare la moglie Edvige, i suoi figli e i numerosi nipotini. Anche lei è vecchia, le forze la stanno lasciando, piena di dolorini. Ma ha lo stesso sguardo di una persona forte che può dare solo lo spirito e un grande cuore. E’ così che ho scoperto questa vallata, la sua natura, il rispetto del popolo della natura, il dramma di questa vallata e la forza di questo popolo che rispetta la propria terra.

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