• Il restauro dell Organo

    FotookTania Il 15 settembre, l’ultimo giorno della vacanza di 1 settimana è stato passato in macchina – 160 km andata e 160 indietro – a Torino – per prendere e portare a N. la suora Santina e la sua collega. Siamo partiti alle 8.30 e dopo 2 ore eravamo già a Torino. 10 minuti per passare tra le bancarelle del mercato marocchino e finalmente siamo a Cottolengo. Le suore sono già pronte – le piccole borse da viaggio sono chiuse e aspettano sul tavolo per essere caricate in macchina. Ci abbracciamo all’incontro, facciamo le domande veloci “come va” – sono passati sei mesi dal nostro ultimo incontro. Saliamo al 2do piano per bere il caffe – nella mensa è già tutto pronto per il pranzo dei preti. Sui tavoli messi a carré ci sono le posate per circa 40 persone. Bevo il caffè e come sempre velocemente guardo cosa c’è da leggere, prendo qualcosa. Le suore, conoscendo già la mia abitudine di leggere, mi propongono alcune riviste. Si vede la loro impazienza – anche loro hanno le vacanze, anche se brevi, solo una settimana, carichiamo le borse in macchina e partiamo.
    La suora Santina è la sorella del patrigno di mio marito, Walter. Ha 84 anni.

    Da quando la conosco, sono già più di 15 anni, lei non cambia. Piccola di statura, indossa l’abito nero delle suore, sul petto ha una croce grande. Sotto un cappellino nero si vedono i capelli grigi accuratamente sistemati. Dietro gli occhiali ci sono occhi grandi, neri e sempre un po’ sorpresi, con sguardo buono. Qualche volta Santina mi sembra ricordare una piccola bambina che semplicemente ha tanti anni. Ogni volta al nostro arrivo lei ci regala qualcosa fatto con le sue mani – o un pizzo centrotavola, o piccole presine fatte all’ uncinetto. Questa volta abbiamo ricevuto in regalo delle piccole presine e abbiamo deciso di tenerle per la nostra nuova casa.
    Per leggere tutto l’articolo: 05.01.2015_Restauro dell Organo_ IT_26 pp


  • Ciao Plumatella o Bryozoan Reef and Coral Reef

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    BryozoaCORALLIUM RUBRUM

    Colonia dei Briozoi Plumatella fungosa               Colonia del Corallo Corallium rubrum

    FotookTania

    Contenuto:

    1.Bryozoa. Non sono Delfini, Stelle o Ricci marini… Ma sono molto simili ai Coralli.

    2.Il Phylum Bryozoa. Lo sviluppo massiccio delle colonie dei Briozoi nelle acque riscaldate della Centrale  Idroelettrica di Beloozersk, Bielorussia. Dieta dei Briozoi, “Impacchettatori” delle alghe blu-verdi.

    3.Briozoi nella Repubblica Bielorussia.

    4.Crescita e respirazione dei Briozoi. “Sbiancamento” del Bryozoan Reef a temperature oltre  33ºC.                                  

    5.Riproduzione dei Briozoi. Statoblasti – “navi extratterrestri” e formazioni criptobiotiche. Coltivazione dei Briozoi in laboratorio.

    6.Struttura di popolazione delle colonie dei Briozoi durante l’anno nel sistema della Centrale Idroelettrica di Beloozersk.

    7.Il flusso di materia e di energia nella catena di cianobatteri –sedimentatori – microfagi.                                                                        

    8.Il problema di biofouling. Danni dei Briozoi ai sistemi di approvvigionamento dell’acqua. Briozoi – indicatori di qualità delleacque ed accumulatori dei metalli pesanti.

    9.Bryozoan Reef – “tappeti – filtratori” e meraviglioso Micromondo di Biodiversità. Ruolo pratico dei Briozoi e barriere artificiali.

    10.Coral Reef – “tappeti – filtratori” e meraviglioso Micromondo di Biodiversità. Specie in estinzione. Allarme mondiale.

    11.CONCLUSIONE. Inno ai Briozoi e ai suoi “associati”

    1.     Briozoi. Non sono Delfini, Stelle o Ricci marini… Ma sono molto simili ai Coralli.

    Ho aperto la mia dissertazione, Ph.D. in Idrobiologia, 173 pagine con la bibliografia, diventate gialle dopo 25 anni…5 anni di lavoro in laboratorio e sul campo, esperimenti, grafici, calcoli, bibliografia…

    Dopo la scuola per un periodo di 17 anni ho fatto l’università, poi Ph.D., uno dei più alti titoli della Russia, che attesta il livello di istruzione, e in questo tratto temporale ho avuto anche un figlio. Poi gli anni bui della “perestrojka”, non solo, per la maggiore parte il “nero” era dovuto al disastro di Chernobyl. Il passaggio disastroso dal “sovietismo” al “capitalismo”. Ma chi ha detto che il 2do era meglio del 1mo?

    Poi, nel 1997, – il mio passaggio nel “capitalismo”. Ho portato con me tutto quello che ho scritto, pubblicato fino a quel momento, pure la collezione. Tanti piani. Speravo che l’Ecologia  potesse davvero interessare l’Italia, soprattutto dopo il disastro di Chernobyl… Esperienza disastrosa. 18 anni di sopravvivenza. Si potrebbe scrivere il Manuale di Distruzione. Il motto principale dell’ultimo tratto di 18 anni: “Che cos’è l’Ecologia? Si può spalmare sul pezzo di pane e mangiare?” No. Non si può spalmare. Ma anche nel “periodo sovietico” non si poteva spalmare….   A questo punto mi viene il dubbio sulla superiorità del capitalismo sul socialismo. Arroganza di un sistema che privatizza tutto quello sul quale si può fare soldi, senza pensare alle conseguenze quali i rifiuti, l’inquinamento, lo sfruttamento dei beni comuni come l’acqua, il suolo, l’aria, che non hanno un padrone… Mercatizzando spesso  le tecnologie che hanno impatto distruttivo sull’ambiente, come il nucleare, OGM, pesticidi ecc.

    Sto leggendo gli scritti di G.Nebbia di storia dell’ambiente, uno dei più grandi in Italia in campo ecologico, di formazione chimica. E pensare che il profeta del solare ancora più di 100 fa era il chimico Giacomo Ciamician, di origine armena, e prima di lui il fisico italiano Antonio Pacinotti che nel 1863 aveva pubblicato le sue osservazioni sull’effetto fotovoltaico e termoelettrico in cui suggerì l’applicazione per la produzione di elettricità dal Sole. Invece il mondo si è imbattuto nell’energia nucleare.

    Nel 1983 l’Istituto di Zoologia dell’Accademia delle Scienze di Bielorussia dove lavoravo mi ha proposto 2 temi per il Ph.D: “L’influenza dei radionuclidi della Centrale Nucleare di Ignalina sulla fauna di invertebrati” e “La caratteristica energetica ed ecologica dei Briozoi nel bacino della Centrale Idroelettrica a Beloozersk”. Non solo perché ero vicino al villaggio dove ancora viveva la mia vecchia nonna, ma anche perché non volevo occuparmi di una fonte cosi pericolosa come l’energia nucleare, avendo prima letto la letteratura di base, ho scelto il 2do tema. Avrei scelto anche adesso questa direzione.

    Il Phylum Bryozoa era studiato pochissimo. Non avendo tante applicazioni pratiche e non essendo un gruppo di animali di importanza strategica, ho dovuto inventare interesse e scavare in profondità. I Briozoi non erano delfini, stelle o ricci marini.

    Ma ho scoperto che erano molto simili ai coralli…

    Briozoi sono per la maggior parte organismi marini e ci sono pochi studiosi che si occupano di questi animali coloniali. Dovevo occuparmi dei Briozoi di acqua dolce. Mi sono iscritta all’Associazione Internazionale dei Briozoologi (IBA) e ho conosciuto il gruppo di scienziati che studiava i Briozoi marini a Mosca, all’Istituto Paleontologico. Alla fine mi sono innamorata di questi animali e ho scoperto tanta somiglianza con i coralli. Il Ph.D. era il mio libro bianco che dovevo scrivere curando il mio Reef personale.

     Il 27 maggio 2015, l’Associazione dei Briozoologi IBA ha festeggiato 50 anni dalla sua fondazione, a Stoccolma nel 1965. In occasione di questo evento, tutti i 250 membri attuali dell’Associazione hanno ricevuto gli auguri dal Presidente, con il logo di Golden Lophophore, simbolo dell’Associazione IBA.

    Per leggere tutto l’articolo: 09.08.2015_Ciao Plumatella o Bryozoa Reef_Coral Reef_IT_43 pp


  • Il Leopardo Pantera pardus orientalis, specie in estinzione. Il Parco Nazionale della Russia “La Terra del Leopardo”, a 3 anni dalla fondazione.

    «Nella natura tutto pensato ed organizzato in modo saggio, ognuno deve fare il suo mestiere, e in questa saggezza – la giustizia suprema della vita.»  Leonardo da Vinci                                                                                            

    Leopardo foto G.Jusin.jpg

    Foto di Gennadij Jusin “Preserviamo il leopardo insieme!”

    FotookTania  Contenuto:

    1. Il gatto selvatico di rara bellezza è in estinzione
    2. Biologia del leopardo Pantera pardus orientalis Schlegel, 1857
    3. Fondazione del Parco Nazionale della Russia «La Terra del Leopardo»
    4. FOTOMONITORAGGIO
    5. VIDEOMONITORAGGIOprogetto unico
    6. Sistema dei «Passaporti» per i leopardi. «Preserviamo il leopardo insieme!»
    7. Censimento dei cuccioli di leopardo sulla Terra di Leopardo
    8. Sulle impronte del Gatti Selvaggi. Il censimento dello Stato della tigre e del leopardo
    9. Monitoraggio genetico
    10. Collaborazione transfrontaliera. Il salvataggio degli sterminati
    11. Rischio di malattia del leopardo dell’Estremo Oriente
    12. BRACCONAGGIO
    13. Lavoro scientifico e collaborazione internazionale
    14. Dottrina Ecologica della Russia. Rotta verso 2025. Progetto «Territori Naturali della Russia sotto la Protezione Speciale» (ООPTR) e strategia di conservazione del leopardo dell’Estremo Oriente
    15. Parco Nazionale «La Terra del Leopardo» tra interessi scientifici, tutela dell’ambiente e del turismo
    16. Film sui leopardi, unico reality-show selvatico. «Famiglia a macchie», la reale storia della famiglia del leopardo.
    17. INDOTTRINAMENTO ECOLOGICO                                                                                                                                            17.1. «Un giorno della vita del leopardo dell’Estremo Oriente»                                                                                            17.2.  Il volontariato «TUA IMPRONTA»                                                                                                                                    
    18. Buon Compleanno, “Terra del Leopardo!”                                                                                                            

     

    1.   Il gatto selvatico di rara bellezza è in estinzione

    Alla fine di febbraio ho letto la notizia sul censimento del leopardo dell’Amur che abita nell’Estremo Oriente della Russia. Dal censimento risultava che la popolazione ha raggiunto 57 leopardi. Ho pensato: siamo abituati a suonare le campane quando è già quasi tardi… Solo 57 animali… Ho sfogliato le foto pubblicate. Ho letto tutto l’articolo e poi di nuovo ho rivisto le foto.

    Questo animale mi ha impressionato. Magico ed affascinante felino.

    Adoro i gatti e ne ho 2 in casa – uno nero, maschio grosso di 7 anni e una terribile, piccola femmina di 12 che lo tiene sempre in riga. Abbiamo preso la gatta in un gattile. Aveva 6 mesi, è stata abbandonata d’inverno in un cimitero…

    Sono dovuti non meno di 5 anni per cominciare a fidarsi di noi. Non si fidava di nessuno. Ci dispiaceva che la gatta stesse in casa da sola e gli abbiamo preso un gattino. Per fare compagnia. E’ arrivato uno scricciolo nero di 1 mese. 3 giorni di soffiate e dimostrazioni. Poi dopo lo ha cominciato a leccare e fare da mamma. Lo scricciolo è cresciuto e diventato un bel gattone di 8 chili. Lei è rimasta di 3 chili, ma malgrado le dimensioni comanda sempre lei.

    Adesso sappiamo leggere i loro affetti verso di noi, ringraziamenti, richieste di giocare, mangiare, fare le passeggiate. Sembra che ci capiamo solo di sguardi e movimenti. Sono animali di totale autonomia, hanno bisogno solo da mangiare perché sono domestici. Poi arriva il “ringraziamento” felino: passando vicino, toccano con la coda la gamba – questo è il loro “Grazie per la cena!”.

    Sono socievoli e diplomatici. Conoscono tutti i membri della famiglia, amici e quando in casa c’è più gente, devono assolutamente dimostrare il loro affetto in modo diplomatico. Quando arriviamo a casa, la prima cosa che facciamo – li salutiamo. Sentono la macchina da lontano e sono già sotto la porta, 4 zampe per due, 4 occhi che ti guardano e chiedono: “Come andata la giornata? Sei felice?”.

    Dopo la cena si mettono vicino, lei sulle gambe, lui sul divano, ad una strategica distanza l’uno dall’altro, ma tutte e due vicino a noi. E noi cominciamo ad accarezzare questi morbidi peluche, subito partono le fusa – è la sintonia domestica.

    Appunto, domestica. Sappiamo che la vita di un leopardo in natura è molto difficile: procurare il cibo, cacciare i nemici, anche quelli a 2 gambe…Com’è possibile che un animale cosi bello è stato ridotto a soli 57 esemplari?

    Guardavo le foto del leopardo e mi veniva voglia di accarezzare il suo bellissimo mantello, toccare le sue grosse zampe. Gli occhi sembravano quelli dei miei gatti: curiosi, prudenti, intelligenti. Sembrava un gatto, come il mio gatto più grande, solo che questo gatto era più grande di 10 volte. E’ un felino di rara bellezza estetica, animale nobile, forte, glorioso. Nel 2011 le campane suonavano la sua quasi totale sparizione nella regione Primorski nell’Estremo Oriente della Russia. Sparizione dovuta a noi, Genere Umano. E’ giunta l’ora che il Genere Umano si mostra nobile e aiuta a salvare il suo fratello minore, il Leopardo dell’Amur.

    Leggi tutto l’articolo: 30.05.2015_TERRA DEL LEOPARDO IT 41 pp


  • Basi militari in Italia

    Il Tempio di Zeus Agrigento Sicilia

    Il Tempio di Zeus, la Valle dei Templi, Agrigento, Sicilia

    FotookTania

    1. Regione Friuli Venezia Giulia
    1.1. Base militare di Aviano
    1.2. Poligono militare “Cellina-Meduna”
    2. Sardegna, l’isola più militarizzata d’Europa
    2.1. Poligono di Quirra
    2.2. Base TEULADA – aeroporto DECIMOMANNU – il Poligono CAPO FRASCA
    2.3. Vittime militari
    La Sindrome Balcani-Quirra nel Poligono Interforze Salto di Quirra (P.I.S.Q.)
    2.4. Polo industriale Cagliari – Sarroch – Pula – Teulada
    2.5. Base a Santo Stefano sull’isola dell’Arcipelago della Maddalena, Cronistoria di un crimine: 1972-2008
    3. Sicilia
    3.1. Base militare di Sigonella, “Triangolo della morte” Lentini – Carlentini – Francofonte, provincia di Siracusa.
    3.2. Poligono di tiro Drasy o Riserva Naturale Punta Bianca?
    4. Porti navali in Italia dove vengono ospitati unità navali a propulsione nucleare.
    4.1. Polo Augusta-Melilli-Priolo
    5. SICUREZZA DEI PORTI
    6. Impatto delle basi e servitù militari sui sistemi naturali e salute.

    Il Paradiso è in vendita…
    Costa solo 50’000 euro…
    Sardegna… Terra fino a 60 anni fa incantata: mare di colore turchese, acqua limpidissima, terra da pascolo…
    60 anni fa, dal 1 luglio 1956, francesi, svizzeri, russi, tedeschi, israeliani, cinesi, libici e altri ancora hanno scelto questo luogo, 12’700 ettari di terreno messo “gentilmente” a disposizione di chi voglia sperimentare “armi nuove”.
    E’ il Poligono Interforze di Salto di Quirra. Armi che disperdono nell’aria elementi tossici e nano-particelle poi assorbite dai terreni del pascolo.
    Il Poligono che ha diffuso, diffonde e diffonderà ancora morte fra gli abitanti di una costa meravigliosa e fino a pochi decenni fa totalmente incontaminata.
    Il costo di una singola sessione di test si aggira intorno ai 50’000 euro.
    Un paradiso terrestre ferito, violentato dall’idiozia umana.
    Se ne parla in Materia Oscura, il documentario di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti presentato al Festival di Berlino nel 2013.
    L’unica voce narrante del film è quella rubata a una radio che svela il ritrovamento di “veleni” radioattivi nelle ossa dei pastori sardi disseppelliti un paio d’anni fa.
    Anche il paradiso è in vendita.
    E la Materia Oscura forse è qualcosa che sta dentro di certi uomini. (1).

    Ci sono circa 113, le basi militari in Italia, solo quelle conosciute.

    Per leggere tutto l’articolo: 16.01.2015 POLIGONI ITALIA IT_65 pp.


  • Tallinn, Parco Kadriorg e l’inquinamento dell’ambiente in Estonia nel passato

    DSC_0320_01a

    1. Tallinn, Parco Kadriorg
    2. Museo Etnografico di Tallinn LA ROCCA AL MARE
    3. Parchi nazionali in Estonia
    4. Inquinamento dell’ambiente in Estonia nel passato
    4.1. Sillamae Metal and Chemical Production Plant (Silmet).
    4.2. Ex base militare a Paldiski
    4.3. Deposito delle scorie a Tammiku e Saku, l’impianto di Dvigatel.
    4.4. Trasporto illegale del materiale radioattivo.
    5. Piano Nazionale per la tutela dell’Ambiente in Estonia

    1. Tallinn, Parco Kadriorg
    Questa estate 2014 ho visitato i paesi Baltici, partendo dalla mia patria, Minsk, per Vilnius, Riga e Tallinn. Durante gli spostamenti in treno o in bus, lungo il viaggio cercavo di ricordare quando sono stata in queste città l’ultima volta. A Minsk – 7 anni fa, a Vilnius e Riga – molto prima e parecchie volte, per partecipare alle conferenze scientifiche o per passare un weekend.
    Tallinn è stata la mia prima città estera, dove sono andata da sola, in treno, a 15 anni. I miei genitori mi hanno accompagnato alla stazione la sera e al mattino ero alla stazione di Tallinn,dove mi venne a prendere l’amico di mia madre con la famiglia.
    L’Estonia per noi bielorussi era come se fosse l’estero: tante chiese, molto diverse da quelle ortodosse, con altissimi campanili, e nelle chiese usavano altissimi candelabri con le candele aromatizzate. Il compagno di scuola di mia madre in Siberia faceva il capitano di una nave di lunga corsa. Sua figlia aveva 1 anno piu’ di me, abbiamo fatto subito amicizia e lei mi portava dappertutto per vedere la città alta e la città bassa. Una volta siamo andati a vedere il film, vietato agli adolescenti minori di 16 anni – era il “Fanfan la Tulipe”, con Gina Lollobridgida … Poi l’amico di mia madre mi ha fatto visitare la sua enorme nave di 300 metri. La cosa che mi ha toccato di più a Tallinn – è il rispetto dei cittadini per la natura e i parchi. Andavamo nel Parco Kadriorg a divertirci con gli scoiattoli – erano tantissimi nel parco e non avevano paura delle persone: salivano sulla mano e preferivano cioccolatini alle caramelle.
    Quindi, arrivati a Tallinn tantissimi anni dopo il mio primo viaggio, una volta visti la città, le chiese e i musei, siamo andati al Parco Kadriorg.

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  • Accademico L.M.Sushenya, noto ecologo di Bielorussia e forza dell’unità scientifica

    L M Sushenya L’11 novembre 2014 Leonid Mikhailovitch Sushenya ha compiuto 85 anni.

    Noto zoologo bielorusso, idrobiologo, Accademico dell’Accademia Nazionale delle Scienze di Bielorussia dal 1980, 10 mo Presidente dell’Accademia delle Scienze di Bielorussia dal 1992 al 1997, Accademico dell’Accademia delle Scienze dell’URSS dal 1990, Accademico dell’Accademia della Federazione Russa dal 1991, Dottore in Scienze Biologiche, Professore e persona benemerita del mondo scientifico della Bielorussia, membro straniero dell’Accademia delle Scienze della Polonia dal 1994, dell’Accademia delle Scienze della Lituania dal 1995.

    Ho lavorato all’Istituto di Zoologia dell’Accademia delle Scienze di Bielorussia sotto la direzione del Leonid Mikhailovitch Sushenya 22 anni, dal 1975 al 1997, e sono cresciuta da semplice laboratorista al titolo di candidato in scienze biologiche.

    Leonid Mikhailovitch Sushenya è nato in Bielorussia dell’ovest in un piccolo khutor. La sua famiglia aveva 8 bambini. I genitori possedevano un terreno di 4 ettari, un cavallo, una mucca, api… A 5 anni il figlio maggiore aiutava già i genitori.

    «Spesso mio padre mi metteva sul cavallo, mi dava le briglie e io pasturavo le mucche nel pascolo a tre chilometri da casa. Mi davano una bottiglia di latte, un pezzo di pane di segale. La mia grande preoccupazione era tornare a casa – perché non sapevo come salire sul cavallo. Salire da solo non potevo, per questo tutto il giorno pascolando le mucche raccoglievo l’erba più buona per il cavallo. Prima di tornare a casa, mettevo tutta l’erba davanti al cavallo ed aspettavo che cominciasse a mangiare. Cosi piano piano mi avvicinavo a lei, mi aggrappavo alla criniera e lei, alzando la testa, mi sollevava sulla sua schiena. Questa acrobazia non mi riusciva subito e i tentativi si ripetevano, spesso fino a piangere. Per questo raccoglievo un pò di mazzi di cibo e, alla fine, salivo sul cavallo. Non toglievo il morso al momento dell’arrivo e facevo un nodo alle redini. Il cavallo si guidava facilmente e imbrancava le mucche insieme velocemente. Si poteva andare a casa.» (1)

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  • Dimenticare significa tradire.

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     Episodio 1.  Аgosto 1973

    Episodio 2.  12 anni. 1968

    Episodio 3.  Scuola № 63

    Episodio 4.  Villaggio dei nonni.

    Episodio 5.  Penisola Crimea, Miskhor-Кoreis.

    Episodio 6.  Televisione.

    Episodio 7.  Malattia della madre e dimissioni dal lavoro.

    Episodio 8.  Esami all’Università.

    Episodio 9.  Ricerche di lavoro.

    Episodio 10. LEEVG.

    Episodio 11. Dacia.

    Episodio 12. Tallinn.

    Episodio 13. Мadre.

    Episodio 14. Pratica №.

    Episodio 15. «Eredità pericolosa».

    Episodio 16. Lettera a Putin.

    Episodio 17. Kuropaty, 1937. 77 anni dopo.

    Episodio 18. Riabilitazione.

    Episodio 1. Аgosto 1973

    Аgosto 1973. L’aula con vista sulla piazza di Lenin. Dalla finestra si vede il Palazzo del Governo e la Chiesa. Sto facendo gli esami alla facoltà di biologia dell’Università di Minsk. Primo esame – il tema. L’argomento – scrivere sulla guerra. Scrivo sulla vita del poeta Musa Cälill’, appunti dalla prigione tedesca, dai Quaderni di Moabit, consegnata tramite gli amici in patria, prima di essere ucciso. Scrivendo il tema, sto citando qualche pezzo delle sue poesie. Una delle poesie narra dell’uomo che sta finendo la sua vita in prigione, è un grido del poeta che urla dalla prigione delle sue due piccole figlie, grido pieno di amore e di dolore per il loro destino…

    Ottengo «5», «ottimo», voto più alto.

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  • 2 anni dopo. Astronauta Paolo Nespoli é tornato in Italia. Con un libro.

    Puntare in alto…

    1. 15.03.2014, Cucciago, incontro con astronauta Paolo Nespoli.

    2. ISS e difesa dell’ambiente. Missione COPERNICUS.

    3. Identificazione dei siti in Europa potenzialmente contaminati.

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    1. 15.03.2014, Cucciago, incontro con astronauta Paolo Nespoli.

    Sabato 15 marzo 2014… dopo 2 anni dal primo incontro, ho avuto l’occasione di sentire un’altra volta l’astronauta Paolo Nespoli nella città dove abito, Cantu’, frazione Cucciago. Non capita spesso che in una piccola città di 35 mila abitanti circa arrivi una stella di dimensione cosmica, come Nespoli. Sarà per le sue origini italiane, visto che è nato e vissuto a Verano Brianza, a 10 km da Cantu’.

    Ho cancellato tutti i miei impegni e alle 15, 1 ora prima dell’inizio, eravamo in oratorio al centro culturale “Luigi Padovese”, prendendo i posti in prima fila.

    2 anni fa, a Legnano, nel maggio del 2012, era trascorso 1 anno dal suo rientro dallo spazio, dall’ultima missione ISS No 27.

    Questa volta è arrivato con un libro: Dall’alto i problemi sembrano piu’ piccoli. Lezioni di vita imparate dallo spazio”. Abbiamo preso il libro e stavamo aspettando l’astronauta. Paolo è arrivato 15 minuti prima ed è subito stato assalito dalla gente che chiedeva un autografo. Anch’io mi sono messa in fila e ho ottenuto una scritta: “Tania, punta in alto! Paolo Nespoli”.  Continue reading  Post ID 1671


  • Pubblicazioni

    (in chronological order)
    Please note that the unauthorized use of copyrighted materials is prohibited by the laws of most countries. The PDF files of some of the articles listed below are provided subject to the copyright policy of the corresponding journals. Please consult the journals or contact the publishers if you have questions about copyright policy.

    Mikhaevitch Tatiana, Mario Cotta Ramusino. Fauna dei Briozoi di acqua dolce in Bielorussia ed ecologia della Plumatella fungosa nel bacino di raffreddamento della Centrale Idroelettrica di Beloozersk, Bielorussia. XX Congresso della Società Italiana di Ecologia, 27-30 settembre 2010, p.118 (in Italian)  

    Fauna_dei_Briozoi_Abstract_XXSITE_Roma  Fauna_Ecologia_Briozoi_XXSite_2010_Relazione

    Presentazione XXSITEROMA2010.3

    Laenko Tatiana, Mikhaevitch Tatiana, Mario Cotta Ramusino. Malacological fauna in bioindication procedures of the transboundary area conditions in the Belarus Protected Areas, 2 nd International Multidisciplinary Conference on Hydrology and Ecology, Vienna, Austria, 20-12 April 2009 (English)

     27_EN

    Mikhaevich T.V.,  Timothy S. Wood.  Freshwater Bryozoans from a Belarus collection (1983-1995).  (In English, in press)

    Mikhaevich T.V. Ecology of the bryozoan Plumatella fungosa in the refrigerated  water reservoir of the Beresa Power Electric Plant, Belarus. (In  English, in press)

    Mikhaevich T.V. Heterogeneity in  freshwater bryozoan Plumatella fungosa (Phylactolaemata). (In English, in press)

    Mikhaevich T.V. Heterogeneity in freshwater bryozoan Plumatella fungosa (Phylactolaemata). Int. Konf. Nauk. “Individual-Based Approach in ecology. Assumptions, achievements, prospects”. Mikolajki, Poland, 1996, p.23 (English)  23_EN

    Mikhaevich T.V. A cultivation method of freshwater Bryozoa (Phylactolaemata). Zool. Journ., 1996, No 10, pp.1586-1589 (English; Russian)   22_EN   22_RU

    Mikhaevich T.V. Vegetative reproduction of the bryozoan Plumatella fungosa (Pallas, 1768) (Phylactolaemata). Bull. Soc. Nat. Lux., 1995, 95, pp.237-244 (English)  21_EN

    Mikhaevich T.V. The life strategy of the Plumatella fungosa  (Phylactolaemata) bryozoans in the temperature gradient. The 7 th Belarus Zool. Conf., Minsk, 1994, pp. 82-84 (English; Russian)  20_EN    20_RU

    Mikhaevich T.V. La strategie de reproduction de la bryozoaire Plumatella fungosa (Phylactolaemata). Int. Konf. Nauk. Olshtyn, Poland, 1994, pp.30-31 (French)  19_FR

    Mikhaevich T.V. Heterogeneity of the growth of Plumatella fungosa bryozoa zooids and colonies in the temperature gradient. Intern. And Russian Nat. Conf. “Fossil and Recent Bryozoans in the world”, Perm, 1994, p.31-34 (English; Russian)   18_EN   18_RU

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