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  • Ecologia dei ghiacciai (o 3 punti di appoggio)

    Himalaya, Ama Dablam, autunno 1956 e 01.11.2007, foto NASA

         Contenuto

    1. Centro delle Biorisorse dell’Accademica delle Scienze di Bielorussia, Minsk

    2. Minsk – centro culturale e spirituale europeo

    3. Il diario di una alpinista

    4. Ecologia dei ghiacciai

       4.1. Inquinamento in alta quota. La spedizione di Greenpeace suighiacciai, maggio-giugno2015      

             4.1.1. Inquinamento da perflorurati(PFC)

             4.1.2. Inquinamentodei ghiacci da microplastica

       4.2.Analisi comparativa della NASA e WWF sullo stato di scioglimento dei ghiacciai e dei ghiacci durante gli ultimi 120 anni

             4.2.1.La retrospettiva dello scioglimento dei ghiacciai sul pianeta

             4.2.2. La perdita di diversità biologica

             4.2.3. Il livello globale del mare

    5. Tre punti di appoggio

    Bibliografia

    Centro delle Biorisorse dell’Accademica delle Scienze di Bielorussia, Minsk

    La mia permanenza di 1 settimana a Minsk stava per concludersi.

    Il giugno di quest anno era caldo ma senza l’afa che toglie il fiato, e sono riuscita a completare tutto quello che ho pianificato per questo viaggio.

    Il piano era vasto ed ero costretta a correre dalla mattina alla tarda sera.

    Arrivavo a casa verso le 10 di sera, camminando appena dalla stanchezza, bevevo il tè con mia madre e subito a dormire.

    Mi svegliavo alle 6. Che coincidenza, quest anno l’amministrazione del condominio ha staccato l’acqua calda per la riparazione stagionale e scaldare l’acqua al mattino allungava il tempo di preparazione. Finalmente, sono pronta ad uscire, bevo il tè con la mia anziana madre e di nuovo di corsa.

    Il sistema dei trasporti a Minsk funziona bene e dove non ti porta la metropolitana, si arriva con un piccolo taxi che può caricare fino a 10 persone.

    Prendo il taxi e mi muovo verso l’Accademia delle Scienze, dove ho già fissato l’incontro con la collega dell’Istituto di Idroecologia e di Ichtiologia di Erevan (IHEI) del Centro Scientifico di Zoologia e di Idroecologia di Armenia.

    Evelina è arrivata ieri. Passo a prenderla all’albergo “Akademiceskaya”,di fronte al Giardino Botanico. Apro la porta della stanza dove alloggia. Quando non vedi per tanto tempo gli amici, al primo incontro segue una lunga pausa, gli occhi guardano negli occhi. Leggo nei grandi occhi neri orientali della mia amica armena tante emozioni. Ci abbracciamo. La prima domanda, quanti anni che non ci vediamo. Sembra, 26 anni. L’ultima volta ci siamo viste a Minsk prima di discutere la mia Ph.D.

    E adesso davanti a me c’è una rispettosa donna armena vestita in un elegante tubino nero con il colletto bianco. Adesso Evelina è il Direttore dell’Istituto.

    Ricordiamo velocemente i tempi passati insieme in una provinciale città Beloozersk, che si trova a sud  ovest di Bielorussia. Facevo gli esperimenti per studiare la biologia e fisiologia dei bryozoi che abitano nel bacino riscaldato della Centrale Idroelettrica di Beloozersk, Evelina in questo bacino studiava i molluschi.

    Durante il funzionamento del sistema socialista il nostro Istituto di Zoologia dell’Accademia delle Scienze di Bielorussia aveva stretti contatti scientifici con tutte le strutture simili dell’URSS. Nei tempi di «perestrojka» i rapporti si sono sciolti, a causa della distruzione di tutto il sistema. Dopo oltre 20 anni la collaborazione si sta di nuovo aggiustando. Nei tempi migliori il nostro laboratorio ha sviluppato una metodica di coltivazione industriale degli astici d’acqua dolce ed Evelina è arrivata ad imparare questa metodica.

    Parlando delle nostre novità, siamo arrivate allIstituto di Zoologiache adesso si chiama il Centro delle Biorisorse di Bielorussia. Saliamo al 1mo piano, giriamo a sinistra indirizzandoci verso l’ head office del nostro prima grande e affiatato laboratorio che contava 25 persone. Chi non c’è più, chi lavora negli altri continenti. Apriamo la porta, segue un’altra pausa – sono gli occhi di Liubasha e Tania.

    Liuba e Tania sono ricercatori principali. Io non li ho visti per 1 anno, Evelina per molto di più.

    Ci abbracciamo, prepariamo un vero caffè arabica, come nei tempi buoni di prima.

    Lascio Evik a parlare con le colleghe e vado a scoprire cosa è accaduto di nuovo nell’Istituto durante 1 anno di mia assenza.

    Nell’edificio ci sono 5 piani. Prima non mi sono mai chiesta quando e da chi è stato progettato e costruito il palazzo. Adesso, da quando si possono vedere nell’internet tutte le città e anche i palazzi dal satellite nel formato 3D, ho scoperto che l’edificio è stato costruito nella forma di trapezio a lettera «П», con il cortile aperto dalla parte retro. L’architettura assomiglia un po’ ai palazzi in stile ampir, con elementi barocco, costruiti dagli architetti Hittorf e Rohault de Fleury nel 19° secolo, nel 8° distretto in centro del quartiere diplomatico a Parigi. I palazzi circondano la Place d’Etoille guardando con le facciate verso l’Arc de Triomphe. L’edificio dell’Istituto è stato progettato in stile classico e si distingue dai palazzi francesi dall’assenza della scala a due rampe e la balaustra in marmo, la porta principale d’entrata dell’Istituto guarda verso una piazza con una grande aiuola verde.

    Nell’edificio non c’è ascensore e si sale ai piani attraverso una imponente scala a due rampe. Salgo velocissima sulle scale, come quando ero la responsabile dello sport e portavo i colleghi dell’Istituto in piscina a nuotare. Entro nei diversi laboratori che prima formavano un nostro unico grande gruppo. Nell’edificio si sente l’odore dei muri da poco pitturati. Nei corridoi c’è tanta luce ed è molto pulito, ma si vede poca gente.

    Nei tempi migliori eravamo circa 150.

    Entro in una piccola stanza che prima era occupata dal capo dell’approvvigionamento dei materiali ed attrezzature, il Sig.Logojko. Era un uomo grosso, buono e furbo che fumava sempre e con il quale tutti tenevano un buon rapporto.

    Adesso in questa stanza si trova un piccolo Museo Oceanologico.

    Yura Giginyak,il partecipante di tante spedizioni in Antartide e mio primo maestro di Idrobiologia, mi abbraccia, come un uccellino che ormai arriva di rado con le visite, e comincia raccontare i suoi ultimi successi antartici.

    Leggere tutto l’articolo: 10.02.2016-Ecologia dei ghiacciai_IT_63pp

    Dr.Tatiana Mikhaevitch

    Ph.D. in Ecology

    Academy of Sciences of Belarus

    Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.)

    Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.)

    Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.)

     info@plumatella.it

    tatianamikhaevitch@gmail.com