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    BryozoaCORALLIUM RUBRUM

    Colonia dei Briozoi Plumatella fungosa               Colonia del Corallo Corallium rubrum

    FotookTania

    Contenuto:

    1.Bryozoa. Non sono Delfini, Stelle o Ricci marini… Ma sono molto simili ai Coralli.

    2.Il Phylum Bryozoa. Lo sviluppo massiccio delle colonie dei Briozoi nelle acque riscaldate della Centrale  Idroelettrica di Beloozersk, Bielorussia. Dieta dei Briozoi, “Impacchettatori” delle alghe blu-verdi.

    3.Briozoi nella Repubblica Bielorussia.

    4.Crescita e respirazione dei Briozoi. “Sbiancamento” del Bryozoan Reef a temperature oltre  33ºC.                                  

    5.Riproduzione dei Briozoi. Statoblasti – “navi extratterrestri” e formazioni criptobiotiche. Coltivazione dei Briozoi in laboratorio.

    6.Struttura di popolazione delle colonie dei Briozoi durante l’anno nel sistema della Centrale Idroelettrica di Beloozersk.

    7.Il flusso di materia e di energia nella catena di cianobatteri –sedimentatori – microfagi.                                                                        

    8.Il problema di biofouling. Danni dei Briozoi ai sistemi di approvvigionamento dell’acqua. Briozoi – indicatori di qualità delleacque ed accumulatori dei metalli pesanti.

    9.Bryozoan Reef – “tappeti – filtratori” e meraviglioso Micromondo di Biodiversità. Ruolo pratico dei Briozoi e barriere artificiali.

    10.Coral Reef – “tappeti – filtratori” e meraviglioso Micromondo di Biodiversità. Specie in estinzione. Allarme mondiale.

    11.CONCLUSIONE. Inno ai Briozoi e ai suoi “associati”

    1.     Briozoi. Non sono Delfini, Stelle o Ricci marini… Ma sono molto simili ai Coralli.

    Ho aperto la mia dissertazione, Ph.D. in Idrobiologia, 173 pagine con la bibliografia, diventate gialle dopo 25 anni…5 anni di lavoro in laboratorio e sul campo, esperimenti, grafici, calcoli, bibliografia…

    Dopo la scuola per un periodo di 17 anni ho fatto l’università, poi Ph.D., uno dei più alti titoli della Russia, che attesta il livello di istruzione, e in questo tratto temporale ho avuto anche un figlio. Poi gli anni bui della “perestrojka”, non solo, per la maggiore parte il “nero” era dovuto al disastro di Chernobyl. Il passaggio disastroso dal “sovietismo” al “capitalismo”. Ma chi ha detto che il 2do era meglio del 1mo?

    Poi, nel 1997, – il mio passaggio nel “capitalismo”. Ho portato con me tutto quello che ho scritto, pubblicato fino a quel momento, pure la collezione. Tanti piani. Speravo che l’Ecologia  potesse davvero interessare l’Italia, soprattutto dopo il disastro di Chernobyl… Esperienza disastrosa. 18 anni di sopravvivenza. Si potrebbe scrivere il Manuale di Distruzione. Il motto principale dell’ultimo tratto di 18 anni: “Che cos’è l’Ecologia? Si può spalmare sul pezzo di pane e mangiare?” No. Non si può spalmare. Ma anche nel “periodo sovietico” non si poteva spalmare….   A questo punto mi viene il dubbio sulla superiorità del capitalismo sul socialismo. Arroganza di un sistema che privatizza tutto quello sul quale si può fare soldi, senza pensare alle conseguenze quali i rifiuti, l’inquinamento, lo sfruttamento dei beni comuni come l’acqua, il suolo, l’aria, che non hanno un padrone… Mercatizzando spesso  le tecnologie che hanno impatto distruttivo sull’ambiente, come il nucleare, OGM, pesticidi ecc.

    Sto leggendo gli scritti di G.Nebbia di storia dell’ambiente, uno dei più grandi in Italia in campo ecologico, di formazione chimica. E pensare che il profeta del solare ancora più di 100 fa era il chimico Giacomo Ciamician, di origine armena, e prima di lui il fisico italiano Antonio Pacinotti che nel 1863 aveva pubblicato le sue osservazioni sull’effetto fotovoltaico e termoelettrico in cui suggerì l’applicazione per la produzione di elettricità dal Sole. Invece il mondo si è imbattuto nell’energia nucleare.

    Nel 1983 l’Istituto di Zoologia dell’Accademia delle Scienze di Bielorussia dove lavoravo mi ha proposto 2 temi per il Ph.D: “L’influenza dei radionuclidi della Centrale Nucleare di Ignalina sulla fauna di invertebrati” e “La caratteristica energetica ed ecologica dei Briozoi nel bacino della Centrale Idroelettrica a Beloozersk”. Non solo perché ero vicino al villaggio dove ancora viveva la mia vecchia nonna, ma anche perché non volevo occuparmi di una fonte cosi pericolosa come l’energia nucleare, avendo prima letto la letteratura di base, ho scelto il 2do tema. Avrei scelto anche adesso questa direzione.

    Il Phylum Bryozoa era studiato pochissimo. Non avendo tante applicazioni pratiche e non essendo un gruppo di animali di importanza strategica, ho dovuto inventare interesse e scavare in profondità. I Briozoi non erano delfini, stelle o ricci marini.

    Ma ho scoperto che erano molto simili ai coralli…

    Briozoi sono per la maggior parte organismi marini e ci sono pochi studiosi che si occupano di questi animali coloniali. Dovevo occuparmi dei Briozoi di acqua dolce. Mi sono iscritta all’Associazione Internazionale dei Briozoologi (IBA) e ho conosciuto il gruppo di scienziati che studiava i Briozoi marini a Mosca, all’Istituto Paleontologico. Alla fine mi sono innamorata di questi animali e ho scoperto tanta somiglianza con i coralli. Il Ph.D. era il mio libro bianco che dovevo scrivere curando il mio Reef personale.

     Il 27 maggio 2015, l’Associazione dei Briozoologi IBA ha festeggiato 50 anni dalla sua fondazione, a Stoccolma nel 1965. In occasione di questo evento, tutti i 250 membri attuali dell’Associazione hanno ricevuto gli auguri dal Presidente, con il logo di Golden Lophophore, simbolo dell’Associazione IBA.

    Per leggere tutto l’articolo: 09.08.2015_Ciao Plumatella o Bryozoa Reef_Coral Reef_IT_43 pp