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  • S.I.N. Polo Petrolchimico di Priolo. PARTI 1-8

    Contenuto:

    1. Storia della fondazione del Polo Petrolchimico di Priolo

    1.1. Marina di Melilli, demolita per ISAB

    1.2. INCIDENTI del POLO PETROLCHIMICO DI PRIOLO

    2. Rete Ecologica Europea NATURA 2000 e Siti archeologici

    2.1. S.I.C./Z.P.S. SALINE DI AUGUSTA

    2.2. S.I.C./Z.P.S./IBA/RISERVA NATURALE ORIENTATA SALINE DI PRIOLO  

    2.3. S.I.C./Z.P.S./RISERVA NATURALE ORIENTATA FIUME CIANE E SALINE DI SIRACUSA

    2.4. Siti archeologici inglobati dal Polo Petrolchimico di Priolo

           THAPSOSMEGARA HYBLAEA Sito Stentinello

    3. Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) Priolo – Melilli – Augusta

    4. Inquinamento causato dal POLO PETROLCHIMICO

    4.1. Monitoraggio ambientale

    4.2.  Impianti del Polo Petrolchimico di Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa con il maggiore inquinamento

    4.3.  Inquinamento atmosferico. 300 CAMINI del Polo Petrolchimico

    4.4.  Inquinamento dell’atmosfera da Idrocarburi Non Metanici (NMHC)

    4.5.  Inquinamento dell’ambiente da Idrogeno Solforato (H2S)

    4.6.  Inquinamento dell’atmosfera da benzene

    4.7.  Inquinamento dell’atmosfera da polveri PM10

    4.8.  Inquinamento della Rada di Augusta da mercurio ed idrocarburi nei sedimenti

    4.9.  Il mercurio nella colonna d’acqua della Rada di Augusta

    4.10.Flussi di mercurio gassoso (Hg0) nell’atmosfera della Rada di Augusta

    4.11.Inquinamento delle acque sotterranee da V.O.C. (Volatile Organic Compounds)

    4.12.Inquinamento delle acque sotterranee causato dalle società SASOL, ISAB, ESSO, ENI

    4.13.CENERI DI PIRITE

    4.14.Inquinamento da MERCURIO e IMPIANTI CLORO-SODA

    4.15. PRODUZIONE E SMALTIMENTO RIFIUTI. DISCARICHE

    4.16.Risorse idriche. CONSUMI d’acqua e scarichi idrici

    5. CONTAMINAZIONE DELLA FAUNA E DEI PRODOTTI ALIMENTARI

    5.1.  Mercurio e la fauna ittica nella Rada di Augusta

    5.2.  Piombo nell’ambiente

    5.3.  Cadmio nell’ambiente

    5.4.  Cromo nell’ambiente

    5.5.  Benzene nell’ambiente

    5.6.  Esaclorobenzene nel’ambiente (HCB)

    5.7.  Tetracloroetilene nell’ambiente

    5.8.  Mercurio nelle foglie degli alberi

    5.9.  Bioindicatori dell’inquinamento e bioaccumulatori delle sostanze chimiche

    5.10. Malformazioni della fauna ittica

    5.11. Esposizione multipla della popolazione S.I.N. di Priolo all’inquinamento

    6. Salute umana. STUDIO S.E.N.T.I.E.R.I.

    6.1.  Malformazioni neonatali congenite

    6.2.  Malattia di Minamata

    6.3.  Analisi dei capelli, latte materno, sangue e urine della popolazione di Augusta

    6.4.  Le polveri disperse dai CAMINI INDUSTRIALI e effetti sull’uomo

    6.5.  Stato di salute della popolazione di Augusta

    6.6.  La battaglia di Padre Palmiro Prisutto contro l’inquinamento ad Augusta

    7. INDAGINI GIUDIZIARIE

    7.1. Operazione “Mare Rosso”

    8. BONIFICA del S.I.N. di PRIOLO

    8.1. Problematiche ambientali del SIN di Priolo

    8.2. Bonifica è una storia infinita…

    SUMMARY

    Terra di mandorle, agrumi, pesche, albicocche che un tempo godeva dell’abbondanza di acqua solcata da numerosi bacini idrici.

    In 70 anni lungo i 30 km della costa siracusana da Augusta a Siracusa il Polo Petrolchimico ha distrutto itinerari naturalistici spettacolari, importanti siti archeologici come Thapsos, Megara Hyblaea e Stentinello, ha inglobato le terre agricole e i centri abitati, ha inquinato l’ambiente compromettendo la salute dei residenti.

    Una piccola cittadina, Marina di Melilli, è stata demolita e cancellata dalla carta geografica, perché era un ostacolo per la costruzione dello stabilimento ISAB. Le case furono spianate, i residenti furono “deportati” altrove. Il “caso Marina di Melilli” si concluse nel 1979.

    La nascita nel 1950 del Polo Petrolchimico, il più grande d’Europa, già negli anni 70 ha generato una serie di problemi a causa dell’assenza di consapevolezza ecologica e di leggi a tutela della salute delle popolazioni nelle aree industriali. Ciò si è manifestato da una serie di INCIDENTI, morie di pesci, insorgenza di patologie tumorali e, infine, dalle nascite di bambini malformati.

    Il Polo Industriale di Priolo ha una superficie di 43 milioni di m2 e coinvolge i comuni di Augusta, Priolo, Melilli, Floridia, Solarino e Siracusa.

    Oggi, molti si domandano se sia stata una scelta saggia destinare un territorio siciliano di circa 30 km, ricchissimo di acque limpide di mare, di vaste risorse idriche, di bellezze naturali e di testimonianze archeologiche di immenso valore, a una Zona Industriale Petrolifera invasiva ed inquinante, che ha causato notevole inquinamento ambientale, numerose malattie, tanti morti e tante malformazioni genetiche.

    Nella Provincia di Siracusa, le Riserve Naturali Protette e le Aree NATURA 2000 occupano il 14,36 % del territorio.

    Le Riserve Saline di Augusta, Saline di Priolo e Saline di Siracusa sono state designate come S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario), Z.P.S. (Zona di Protezione Speciale), Z.S.C. (Zona Speciale di Conservazione) e fanno parte della Rete EuropeaNATURA 2000”.

    Queste Riserve rappresentano Zone Umide e Zone IBA (Important Bird Area) della Provincia di Siracusa fornendo soste, territori per nidificazioni e svernamento per oltre la metà degli uccelli presenti in Sicilia e circa il 40 % di quelli presenti in Italia.

    L’80 % delle 250 specie di uccelli avvistate nelle Riserve sono migratorie.

    La Riserva delle Saline di Priolo è uno dei 5 siti a livello nazionale dove nidifica il FENICOTTERO, insieme a Cagliari, alle Zone Umide delle Valli di Comacchio nel Parco Delta del Fiume Po, in Puglia e in Toscana.

    Tutte e 3 le Riserve sono conosciute come le “Oasi tra le CIMINIERE” perché sono circondate dal Polo Petrolchimico.

    Tutte e 3 le Riserve fanno parte del S.I.N. di Priolo con l’obbligo di bonifica.

    Nei sedimenti delle Saline sono stati individuati vari elementi inquinanti, tra cui rame, piombo, arsenico, vanadio, cadmio, zinco, IPA, idrocarburi C>12, composti organostannici, diossine. Le Saline di Priolo sono state impiegate per lo smaltimento delle ceneri di pirite, un sottoprodotto delle lavorazioni industriali per la produzione di acido solforico dalla pirite.

    Nonostante le necessità di bonifica evidenti, tutte e 3 le Riserve sono in attesa da oltre 40 anni di interventi di bonifica.

    Il territorio del Polo Petrolchimico di Priolo è stato inserito tra i Siti di Interesse Nazionale da bonificare (S.I.N.) il 9 dicembre 1998, perimetrato successivamente il 10 gennaio 2000 e successivamente il 10 marzo 2006.

    La superficie da bonificare si estende su 5’815 ha a terra e 10’068 ha in mare.

    Nell’area S.I.N. di Priolo ben 21 stabilimenti sono soggetti alle Direttive Seveso, con più alto rischio ambientale, di cui la maggior parte è ubicata proprio a Priolo.

    La Procura di Siracusa ha stimato che circa 530 t di mercurio sono state scaricate in mare da MONTEDISON, successivamente da ENICHEM, nel periodo compreso tra il 1958 e il 1991, riconoscendo la società come responsabile dell‘avvelenamento del mare.

    L’ISPRA ha censito più di 13 milioni di m3 di sedimenti nocivi, quantità che equivalgono a 400 edifici di 24 piani ciascuno.

    Il territorio del S.I.N. di Priolo è disseminato di discariche, dove sono stati sepolti milioni di t di rifiuti. Secondo il Censimento del 2018, nella Zona Industriale di Priolo sono presenti 23 discariche autorizzate e oltre 100 abusive.

    Il triangolo del Polo Petrolchimico Augusta – Priolo – Melilli, noto anche come il “TRIANGOLO DELLA MORTE”, è caratterizzato da un IMPATTO AMBIENTALE estremamente grave provocato dalle industrie, che ha generato gravi e numerosi problemi di salute.

    In soli 30 anni, l’incidenza dei tumori nella zona è cresciuta di 3,4 volte.

    La bonifica del S.I.N. di Priolo rimane una chimera, mentre la situazione sanitaria continua a essere drammatica.

    Un coinvolgimento attivo dei cittadini e dei comitati ambientalisti potrebbe rompere l’indifferenza e il silenzio da parte degli organi di Governo Regionale e Nazionale, aprendo la strada per il recupero dello splendore della Natura, dell’Ambiente, delle Saline, delle Riserve Naturali e dei siti archeologici nella Provincia di Siracusa.

    Dr. Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com


  • S.I.N. Polo Petrolchimico di Priolo. PARTE 6

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    Campioni dei linfonodi polmonari prelevati dalle persone
     dell’età di 20, 29, 30, 49, 56 e 62 anni che vivevano
     in un ambiente con l’inquinamento atmosferico.
     Fonte: Decenni di inquinamento atmosferico hanno compromesso il nostro sistema       
     immunitario. www.greenreport.it, 24 novembre 2022

    Contenuto:

    1. Storia della fondazione del Polo Petrolchimico di Priolo

    1.1. Marina di Melilli, demolita per ISAB

    1.2. INCIDENTI del POLO PETROLCHIMICO DI PRIOLO

    2. Rete Ecologica Europea NATURA 2000 e Siti archeologici

    2.1. S.I.C./Z.P.S. SALINE DI AUGUSTA

    2.2. S.I.C./Z.P.S./IBA/RISERVA NATURALE ORIENTATA SALINE DI PRIOLO  

    2.3. S.I.C./Z.P.S./RISERVA NATURALE ORIENTATA FIUME CIANE E SALINE DI SIRACUSA

    2.4. Siti archeologici inglobati dal Polo Petrolchimico di Priolo:

           THAPSOS MEGARA HYBLAEA Sito Stentinello

    3. Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) Priolo – Melilli – Augusta

    4. Inquinamento causato dal POLO PETROLCHIMICO

    4.1. Monitoraggio ambientale

    4.2.  Impianti del Polo Petrolchimico di Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa con il maggiore inquinamento

    4.3.  Inquinamento atmosferico. 300 CAMINI del Polo Petrolchimico

    4.4.  Inquinamento dell’atmosfera da Idrocarburi Non Metanici (NMHC)

    4.5.  Inquinamento dell’ambiente da Idrogeno Solforato (H2S)

    4.6.  Inquinamento dell’atmosfera da benzene

    4.7.  Inquinamento dell’atmosfera da polveri PM10

    4.8.  Inquinamento della Rada di Augusta da mercurio ed idrocarburi nei sedimenti

    4.9.  Il mercurio nella colonna d’acqua della Rada di Augusta

    4.10.Flussi di mercurio gassoso (Hg0) nell’atmosfera della Rada di Augusta

    4.11.Inquinamento delle acque sotterranee da V.O.C. (Volatile Organic Compounds)

    4.12.Inquinamento delle acque sotterranee causato dalle società SASOL, ISAB, ESSO, ENI

    4.13.CENERI DI PIRITE

    4.14.Inquinamento da MERCURIO e IMPIANTI CLORO-SODA

    4.15. PRODUZIONE E SMALTIMENTO RIFIUTI. DISCARICHE

    4.16.Risorse idriche. CONSUMI d’acqua e scarichi idrici

    5. CONTAMINAZIONE DELLA FAUNA E DEI PRODOTTI ALIMENTARI

    5.1.  Mercurio e la fauna ittica nella Rada di Augusta

    5.2.  Piombo nell’ambiente

    5.3.  Cadmio nell’ambiente

    5.4.  Cromo nell’ambiente

    5.5.  Benzene nell’ambiente

    5.6.  Esaclorobenzene nell’ambiente (HCB)

    5.7.  Tetracloroetilene nell’ambiente

    5.8.  Mercurio nelle foglie degli alberi

    5.9.  Bioindicatori dell’inquinamento e bioaccumulatori delle sostanze chimiche

    5.10. Malformazioni della fauna ittica

    5.11. Esposizione multipla della popolazione S.I.N. di Priolo all’inquinamento

    6. Salute umana. Studio S.E.N.T.I.E.R.I.

    6.1.  Malformazioni neonatali congenite

    6.2.  Malattia di Minamata

    6.3.  Analisi dei capelli, latte materno, sangue e urine della popolazione di Augusta

    6.4.  Le polveri disperse dai CAMINI INDUSTRIALI e effetti sull’uomo

    6.5.  Stato di salute della popolazione di Augusta

    6.6.  La battaglia di Padre Palmiro Prisutto contro l’inquinamento ad Augusta

    7. INDAGINI GIUDIZIARIE

    7.1. Operazione “Mare Rosso”

    7.2. DEPURATORI di Augusta, Siracusa e Priolo. Un ROMANZO INCIVILE

    8. BONIFICA del S.I.N. di PRIOLO

    8.1. Problematiche ambientali del S.I.N. di Priolo

    8.2. Bonifica è una storia infinita…

    Per SUMMARY dell’articolo vedere PARTE 1

    Leggere l’articolo PARTE 6:

    25.03.2023

    Dr.Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com


  • S.I.N. Polo Petrolchimico di Priolo. PARTE 5

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    Concentrazione di mercurio (Hg, mg/kg peso umido) nei pesci triglia (muscolo e fegato) e sarago (muscolo) nella Rada di Augusta e nel Mare Ionio (bianco), ISPRA, 2009.
    (limite Hg triglia 1 mg/kg peso umido, CE 629/2006;
    limite sarago 0,5 Hg mg/kg p.u., CE 1881/2006). Fonte : Caratterizzazione di un sito industriale fortemente contaminato: il caso di Augusta, Antonella Ausili, ISPRA, 2009

    Contenuto:

    1. Storia della fondazione del Polo Petrolchimico di Priolo

    1.1. Marina di Melilli, demolita per ISAB

    1.2. INCIDENTI del POLO PETROLCHIMICO DI PRIOLO

    2. Rete Ecologica Europea NATURA 2000 e Siti archeologici

    2.1. S.I.C./Z.P.S. SALINE DI AUGUSTA

    2.2. S.I.C./Z.P.S./IBA/RISERVA NATURALE ORIENTATA SALINE DI PRIOLO  

    2.3. S.I.C./Z.P.S./RISERVA NATURALE ORIENTATA FIUME CIANE E SALINE DI SIRACUSA

    2.4. Siti archeologici inglobati dal Polo Petrolchimico di Priolo

           THAPSOSMEGARA HYBLAEA Sito Stentinello

    3. Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) Priolo – Melilli – Augusta

    4. Inquinamento causato dal POLO PETROLCHIMICO

    4.1. Monitoraggio ambientale

    4.2.  Impianti del Polo Petrolchimico di Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa con il maggiore inquinamento

    4.3.  Inquinamento atmosferico. 300 CAMINI del Polo Petrolchimico

    4.4.  Inquinamento dell’atmosfera da Idrocarburi Non Metanici (NMHC)

    4.5.  Inquinamento dell’ambiente da Idrogeno Solforato (H2S)

    4.6.  Inquinamento dell’atmosfera da benzene

    4.7.  Inquinamento dell’atmosfera da polveri PM10

    4.8.  Inquinamento della Rada di Augusta da mercurio ed idrocarburi nei sedimenti

    4.9.  Il mercurio nella colonna d’acqua della Rada di Augusta

    4.10.Flussi di mercurio gassoso (Hg0) nell’atmosfera della Rada di Augusta

    4.11.Inquinamento delle acque sotterranee da V.O.C. (Volatile Organic Compounds)

    4.12.Inquinamento delle acque sotterranee causato dalle società SASOL, ISAB, ESSO, ENI

    4.13.CENERI DI PIRITE

    4.14.Inquinamento da MERCURIO e IMPIANTI CLORO-SODA

    4.15. PRODUZIONE E SMALTIMENTO RIFIUTI. DISCARICHE

    4.16.Risorse idriche. CONSUMI d’acqua e scarichi idrici

    5. CONTAMINAZIONE DELLA FAUNA E DEI PRODOTTI ALIMENTARI

    5.1.  Mercurio e la fauna ittica nella Rada di Augusta

    5.2.  Piombo nell’ambiente

    5.3.  Cadmio nell’ambiente

    5.4.  Cromo nell’ambiente

    5.5.  Benzene nell’ambiente

    5.6.  Esaclorobenzene nel’ambiente (HCB)

    5.7.  Tetracloroetilene nell’ambiente

    5.8.  Mercurio nelle foglie degli alberi

    5.9.  Bioindicatori dell’inquinamento e bioaccumulatori delle sostanze chimiche

    5.10. Malformazioni della fauna ittica

    5.11. Esposizione multipla della popolazione S.I.N. di Priolo all’inquinamento

    6. Salute umana. STUDIO S.E.N.T.I.E.R.I.

    6.1.  Malformazioni neonatali congenite

    6.2.  Malattia di Minamata

    6.3.  Analisi dei capelli, latte materno, sangue e urine della popolazione di Augusta

    6.4.  Le polveri disperse dai CAMINI INDUSTRIALI e effetti sull’uomo

    6.5.  Stato di salute della popolazione di Augusta

    6.6.  La battaglia di Padre Palmiro Prisutto contro l’inquinamento ad Augusta

    7. INDAGINI GIUDIZIARIE

    7.1. Operazione “Mare Rosso”

    7.2. DEPURATORI di Augusta, Siracusa e Priolo. Un ROMANZO INCIVILE

    8. BONIFICA del S.I.N. di PRIOLO

    8.1. Problematiche ambientali del SIN di Priolo

    8.2. Bonifica è una storia infinita…

    Per SUMMARY dell’articolo vedere PARTE 1

    Leggere l’articolo PARTE 5:

    13.03.2023

    Dr.Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com


  • S.I.N. Polo Petrolchimico di Priolo. PARTE 4

    Mappe di distribuzione del mercurio totale (HgT, ng/l) nelle acque della Rada di Augusta
    a diverse profondità da 0,5 m a 27 m, colore blu – 0,57-9,82; colore blu-verde – 9,83-12,6; colore giallo – 14-18,8; colore arancio – 18,83-23,2; colore rosso – 23,2-129 ng/l.
    Fonte: “Inquinamento ambientale e salute umana, Il caso studio della Rada di Augusta”, Mario Sprovieri, CNR Edizioni, 2015.

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    1. Storia della fondazione del Polo Petrolchimico di Priolo

    1.1. Marina di Melilli, demolita per ISAB

    1.2. INCIDENTI del POLO PETROLCHIMICO DI PRIOLO

    2. Rete Ecologica Europea NATURA 2000 e Siti archeologici

    2.1. S.I.C./Z.P.S. SALINE DI AUGUSTA

    2.2. S.I.C./Z.P.S./IBA/RISERVA NATURALE ORIENTATA SALINE DI PRIOLO  

    2.3. S.I.C./Z.P.S./RISERVA NATURALE ORIENTATA FIUME CIANE E SALINE DI SIRACUSA

    2.4. Siti archeologici inglobati dal Polo Petrolchimico di Priolo: THAPSOS  MEGARA HYBLAEA Sito Stentinello

    3. Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) Priolo – Melilli – Augusta

    4. Inquinamento causato dal POLO PETROLCHIMICO

    4.1. Monitoraggio ambientale

    4.2.  Impianti del Polo Petrolchimico di Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa con il maggiore inquinamento

    4.3.  Inquinamento atmosferico. 300 CAMINI del Polo Petrolchimico

    4.4.  Inquinamento dell’atmosfera da Idrocarburi Non Metanici (NMHC)

    4.5.  Inquinamento dell’ambiente da Idrogeno Solforato (H2S)

    4.6.  Inquinamento dell’atmosfera da benzene

    4.7.  Inquinamento dell’atmosfera da polveri PM10

    4.8.  Inquinamento della Rada di Augusta da mercurio ed idrocarburi nei sedimenti

    4.9. Il mercurio nella colonna d’acqua della Rada di Augusta

    4.10. Flussi di mercurio gassoso (Hg0) nell’atmosfera della Rada di Augusta

    4.11.Inquinamento delle acque sotterranee da V.O.C. (Volatile Organic Compounds)

    4.12.Inquinamento delle acque sotterranee causato dalle società SASOL, ISAB, ESSO, ENI       

    4.13.CENERI DI PIRITE

    4.14.Inquinamento da MERCURIO e IMPIANTI CLORO-SODA

    4.15. PRODUZIONE E SMALTIMENTO RIFIUTI. DISCARICHE

    4.16. Risorse idriche. CONSUMI d’acqua e scarichi idrici

    5. CONTAMINAZIONE DELLA FAUNA E DEI PRODOTTI ALIMENTARI

    5.1.  Mercurio e la fauna ittica nella Rada di Augusta

    5.2.  Piombo nell’ambiente

    5.3.  Cadmio nell’ambiente

    5.4.  Cromo nell’ambiente

    5.5.  Benzene nell’ambiente

    5.6.  Esaclorobenzene nel’ambiente (HCB)

    5.7.  Tetracloroetilene nell’ambiente

    5.8.  Mercurio nelle foglie degli alberi

    5.9.  Bioindicatori dell’inquinamento e bioaccumulatori delle sostanze chimiche

    5.10. Malformazioni della fauna ittica

    5.11. Esposizione multipla della popolazione S.I.N. di Priolo all’inquinamento

    6. Salute umana. STUDIO S.E.N.T.I.E.R.I.

    6.1.  Malformazioni neonatali congenite

    6.2.  Malattia di Minamata

    6.3.  Analisi dei capelli, latte materno, sangue e urine della popolazione di Augusta

    6.4.  Le polveri disperse dai CAMINI INDUSTRIALI e effetti sull’uomo

    6.5.  Stato di salute della popolazione di Augusta

    6.6.  La battaglia di Padre Palmiro Prisutto contro l’inquinamento ad Augusta

    7. INDAGINI GIUDIZIARIE

    7.1. Operazione “Mare Rosso”

    7.2. DEPURATORI di Augusta, Siracusa e Priolo. Un ROMANZO INCIVILE

    8. BONIFICA del S.I.N. di PRIOLO

    8.1. Problematiche ambientali del SIN di Priolo

    8.2. Bonifica è una storia infinita…

    Per SUMMARY dell’articolo vedere PARTE 1

    Leggere l’articolo PARTE 4:

    16.02.2023

    Dr.Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com


  • S.I.N. Polo Petrolchimico di Priolo. PARTE 3

    L’area di bonifica del S.I.N. Augusta-Priolo, mappa inedita del Ministero dell’Ambiente e del Territorio, fonte: Environmental Pollution in Augusta-Priolo and Gela, in WHO Book “Human Health in Areas with Industrial Contamination”, Editor Mudu P., Terracini B., Martuzzi M., nov. 2014 

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    1. Storia della fondazione del Polo Petrolchimico di Priolo

    1.1. Marina di Melilli, demolita per ISAB

    1.2. INCIDENTI del POLO PETROLCHIMICO DI PRIOLO

    2. Rete Ecologica Europea NATURA 2000 e Siti archeologici

    2.1. S.I.C./Z.P.S. SALINE DI AUGUSTA

    2.2. S.I.C./Z.P.S./IBA/RISERVA NATURALE ORIENTATA SALINE DI PRIOLO  

    2.3. S.I.C./Z.P.S./RISERVA NATURALE ORIENTATA FIUME CIANE E SALINE DI SIRACUSA

    2.4. Siti archeologici inglobati dal Polo Petrolchimico di Priolo: THAPSOSMEGARA HYBLAEASito Stentinello

    3. Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) Priolo – Melilli – Augusta

    4. Inquinamento causato dal POLO PETROLCHIMICO

    4.1.  Monitoraggio ambientale

    4.2.  Impianti del Polo Petrolchimico di Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa con il maggiore inquinamento

    4.3.  Inquinamento atmosferico. 300 CAMINI del Polo Petrolchimico

    4.4.  Inquinamento dell’atmosfera da Idrocarburi Non Metanici (NMHC)

    4.5.  Inquinamento dell’ambiente da Idrogeno Solforato (H2S)

    4.6.  Inquinamento dell’atmosfera da benzene

    4.7.  Inquinamento dell’atmosfera da polveri PM10

    4.8.  Inquinamento della Rada di Augusta da mercurio ed idrocarburi nei sedimenti

    4.9.  Il mercurio nella colonna d’acqua della Rada di Augusta

    4.10.Flussi di mercurio gassoso (Hg0) nell’atmosfera della Rada di Augusta

    4.11.Inquinamento delle acque sotterranee da V.O.C. (Volatile Organic Compounds)

    4.12.Inquinamento delle acque sotterranee dalle società SASOL, ISAB, ESSO, ENI

    4.13.CENERI DI PIRITE

    4.14.Inquinamento da MERCURIO e IMPIANTI CLORO-SODA

    4.15. PRODUZIONE E SMALTIMENTO RIFIUTI. DISCARICHE

    4.16.Risorse idriche. CONSUMI d’acqua e scarichi idrici

    5. CONTAMINAZIONE DELLA FAUNA E DEI PRODOTTI ALIMENTARI

    5.1.  Mercurio e la fauna ittica nella Rada di Augusta

    5.2.  Piombo nell’ambiente

    5.3.  Cadmio nell’ambiente

    5.4.  Cromo nell’ambiente

    5.5.  Benzene nell’ambiente

    5.6.  Esaclorobenzene nel’ambiente (HCB)

    5.7.  Tetracloroetilene nell’ambiente

    5.8.  Mercurio nelle foglie degli alberi

    5.9.  Bioindicatori dell’inquinamento e bioaccumulatori delle sostanze chimiche

    5.10. Malformazioni della fauna ittica

    5.11. Esposizione multipla della popolazione S.I.N. di Priolo all’inquinamento

    6. Salute umana. STUDIO S.E.N.T.I.E.R.I.

    6.1.  Malformazioni neonatali congenite

    6.2.  Malattia di Minamata

    6.3.  Analisi dei capelli, latte materno, sangue e urine della popolazione di Augusta

    6.4.  Le polveri disperse dai CAMINI INDUSTRIALI e effetti sull’uomo

    6.5.  Stato di salute della popolazione di Augusta

    6.6.  La battaglia di Padre Palmiro Prisutto contro l’inquinamento ad Augusta

    7. INDAGINI GIUDIZIARIE

    7.1. Operazione “Mare Rosso”

    7.2. DEPURATORI di Augusta, Siracusa e Priolo. Un ROMANZO INCIVILE

    8. BONIFICA del S.I.N. di PRIOLO

    8.1. Problematiche ambientali del SIN di Priolo

    8.2. Bonifica è una storia infinita…

    Per SUMMARY vedere PARTE 1

    Leggere tutto l’articolo PARTE 3:

    06.02.2023

    Dr.Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com


  • S.I.N. Polo Petrolchimico di Priolo. PARTE 2

    Saline di Priolo, foto https://www.salinedipriolo.it/la-riserva-naturale-saline-di-priolo/

    Contenuto:

    1. Storia della fondazione del Polo Petrolchimico di Priolo

    1.1. Marina di Melilli, demolita per ISAB

    1.2. INCIDENTI del POLO PETROLCHIMICO DI PRIOLO

    2.Rete Ecologica Europea NATURA 2000 e Siti archeologici

    2.1. S.I.C./Z.P.S. SALINE DI AUGUSTA

    2.2. S.I.C./Z.P.S./IBA/RISERVA NATURALE ORIENTATA SALINE DI PRIOLO  

    2.3. S.I.C./Z.P.S./RISERVA NATURALE ORIENTATA FIUME CIANE E SALINE DI SIRACUSA

    2.4. Siti archeologici inglobati dal polo Petrolchimico di Priolo

           THAPSOSMEGARA HYBLAEA Sito Stentinello

    3. Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) Priolo – Melilli – Augusta

    4. Inquinamento causato dal POLO PETROLCHIMICO

    4.1.  Monitoraggio ambientale

    4.2.  Impianti del Polo Petrolchimico di Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa con il maggiore inquinamento

    4.3.  Inquinamento atmosferico. 300 CAMINI del Polo Petrolchimico

    4.4.  Inquinamento dell’atmosfera da Idrocarburi Non Metanici (NMHC)

    4.5.  Inquinamento dell’atmosfera da Idrogeno Solforato (H2S)

    4.6.  Inquinamento dell’atmosfera da benzene

    4.7.  Inquinamento dell’atmosfera da polveri PM10

    4.8.  Inquinamento della Rada di Augusta da mercurio ed idrocarburi nei sedimenti

    4.9.  Il mercurio nella colonna d’acqua della Rada di Augusta

    4.10.Flussi di mercurio gassoso (Hg0) nell’atmosfera della Rada di Augusta

    4.11.Inquinamento delle acque sotterranee da V.O.C. (Volatile Organic Compounds)

    4.12.Inquinamento delle acque sotterranee dalle società SASOL, ISAB, ESSO, ENI

    4.13.CENERI DI PIRITE

    4.14.Inquinamento da MERCURIO e IMPIANTI CLORO-SODA

    4.15. PRODUZIONE E SMALTIMENTO RIFIUTI. DISCARICHE

    4.16.Risorse idriche. CONSUMI d’acqua e scarichi idrici

    5. CONTAMINAZIONE DELLA FAUNA E DEI PRODOTTI ALIMENTARI

    5.1. Mercurio e la fauna ittica nella Rada di Augusta

    5.2. Piombo nell’ambiente

    5.3. Cadmio nell’ambiente

    5.4. Cromo nell’ambiente

    5.5. Benzene nell’ambiente

    5.6. Esaclorobenzene nel’ambiente (HCB)

    5.7. Tetracloroetilene nell’ambiente

    5.8. Mercurio nelle foglie degli alberi

    5.9. Bioindicatori dell’inquinamento e bioaccumulatori delle sostanze chimiche

    5.10. Malformazioni della fauna ittica

    5.11. Esposizione multipla della popolazione S.I.N. di Priolo all’inquinamento

    6. Salute umana. STUDIO S.E.N.T.I.E.R.I.

    6.1.  Malformazioni neonatali congenite

    6.2.  Malattia di Minamata

    6.3.  Analisi dei capelli, latte materno, sangue e urine della popolazione di Augusta

    6.4.  Le polveri disperse dai CAMINI INDUSTRIALI e effetti sull’uomo

    6.5.  Stato di salute della popolazione di Augusta

    6.6.  La battaglia di Padre Palmiro Prisutto contro l’inquinamento ad Augusta

    7. INDAGINI GIUDIZIARIE

    7.1. Operazione “Mare Rosso”

    7.2. DEPURATORI di Augusta, Siracusa e Priolo. Un ROMANZO INCIVILE

    8. BONIFICA del S.I.N. di PRIOLO

    8.1. Problematiche ambientali del SIN di Priolo

    8.2. Bonifica è una storia infinita…

    Per SUMMARY vedere PARTE 1

    Leggere tutto l’articolo PARTE 2:

    16.01.2023

    Dr.Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com


  • S.I.N. Polo Petrolchimico di Priolo. PARTE 1

    Saline di Priolo, Fenicottero e pulcino. Fonte: https://www.salinedipriolo.it/la-riserva-riserva-naturale-saline-di-priolo/

    Contenuto:

    1. Storia della fondazione del Polo Petrolchimico di Priolo

    1.1. Marina di Melilli, demolita per ISAB

    1.2. INCIDENTI del POLO PETROLCHIMICO DI PRIOLO

    2. Rete Ecologica Europea NATURA 2000 e Siti archeologici

    2.1. S.I.C./Z.P.S. SALINE DI AUGUSTA

    2.2. S.I.C./Z.P.S./IBA/RISERVA NATURALE ORIENTATA SALINE DI PRIOLO  

    2.3. S.I.C./Z.P.S./RISERVA NATURALE ORIENTATA FIUME CIANE E SALINE DI SIRACUSA

    2.4. Siti archeologici inglobati dal Polo Petrolchimico di Priolo

           THAPSOS MEGARA HYBLAEA Sito Stentinello

    3. Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) Priolo – Melilli – Augusta

    4. Inquinamento causato dal POLO PETROLCHIMICO

    4.1.  Monitoraggio ambientale

    4.2.  Impianti del Polo Petrolchimico di Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa con il maggiore inquinamento

    4.3.  Inquinamento atmosferico. 300 CAMINI del Polo Petrolchimico

    4.4.  Inquinamento dell’atmosfera da Idrocarburi Non Metanici (NMHC)

    4.5.  Inquinamento dell’atmosfera da Idrogeno Solforato (H2S)

    4.6.  Inquinamento dell’atmosfera da benzene

    4.7.  Inquinamento dell’atmosfera da polveri PM10

    4.8.  Inquinamento della Rada di Augusta da mercurio ed idrocarburi nei sedimenti

    4.9.  Il mercurio nella colonna d’acqua della Rada di Augusta

    4.10.Flussi di mercurio gassoso (Hg0) nell’atmosfera della Rada di Augusta

    4.11.Inquinamento delle acque sotterranee da V.O.C. (Volatile Organic Compounds)

    4.12.Inquinamento delle acque sotterranee dalle società SASOL, ISAB, ESSO, ENI

    4.13.CENERI DI PIRITE

    4.14. Inquinamento da MERCURIO e IMPIANTI CLORO-SODA

    4.15. PRODUZIONE E SMALTIMENTO RIFIUTI. DISCARICHE

    4.16. Risorse idriche. CONSUMI d’acqua e scarichi idrici

    5. CONTAMINAZIONE DELLA FAUNA E DEI PRODOTTI ALIMENTARI

    5.1. Mercurio e la fauna ittica nella Rada di Augusta

    5.2. Piombo nell’ambiente

    5.3. Cadmio nell’ambiente

    5.4. Cromo nell’ambiente

    5.5. Benzene nell’ambiente

    5.6. Esaclorobenzene nel’ambiente (HCB)

    5.7. Tetracloroetilene nell’ambiente

    5.8. Mercurio nelle foglie degli alberi

    5.9. Bioindicatori dell’inquinamento e bioaccumulatori delle sostanze chimiche

    5.10. Malformazioni della fauna ittica

    5.11. Esposizione multipla della popolazione S.I.N. di Priolo all’inquinamento

    6. Salute umana. STUDIO S.E.N.T.I.E.R.I.

    6.1.  Malformazioni neonatali congenite

    6.2.  Malattia di Minamata

    6.3.  Analisi dei capelli, latte materno, sangue e urine della popolazione di Augusta

    6.4.  Le polveri disperse dai CAMINI INDUSTRIALI e effetti sull’uomo

    6.5.  Stato di salute della popolazione di Augusta

    6.6.  La battaglia di Padre Palmiro Prisutto contro l’inquinamento ad Augusta

    7. INDAGINI GIUDIZIARIE

    7.1. Operazione “Mare Rosso”

    7.2. DEPURATORI di Augusta, Siracusa e Priolo. Un ROMANZO INCIVILE

    8. BONIFICA del S.I.N. di PRIOLO

    8.1. Problematiche ambientali del SIN di Priolo

    8.2. Bonifica è una storia infinita…

    SUMMARY

    Terra di mandorle, agrumi, pesche, albicocche che usufruivano dell’abbondanza di acqua solcata da numerosi bacini idrici.

    In 70 anni lungo i 30 km della costa siracusana da Augusta a Siracusa il Polo Petrolchimico ha distrutto itinerari naturalistici spettacolari, importanti siti archeologici Thapsos, Megara Hyblaea e Stentinello, ha inglobato le terre agricole e i centri abitati, ha inquinato l’ambiente e la salute dei residenti.

    Una piccola cittadina Marina di Melilli è stata demolita, cancellata dalla carta geografica, perché era ostacolo per la costruzione dello stabilimento ISAB.

    Le case furono spianate, i residenti furono “deportati” altrove. Il “caso Marina di Melilli” si chiuse nel 1979.

    La nascita nel 1950 del Polo Petrolchimico più grande d’Europa già negli anni 70 ha prodotto una serie di problemi a causa dell’assenza di consapevolezza ecologica e di leggi a tutela della salute delle popolazioni a contatto con le aree industriali, manifestata da una serie di INCIDENTI, morie di pesci, insorgenza di patologie tumorali e infine dalle nascite di bambini malformati.

    Il Polo Industriale di Priolo ha una superficie di 43 milioni di m2 e interessa i comuni di Augusta, Priolo, Melilli, Floridia, Solarino e Siracusa.

    Sono in molti oggi a chiedersi se sia stata una scelta felice destinare un territorio siciliano di circa 30 km, ricchissimo di acque limpide di mare, di vaste risorse idriche, di bellezze naturali, di testimonianze archeologiche di immenso valore a Zona Industriale Petrolifera invasiva ed inquinante che ha portato tanto inquinamento ambientale, tante malattie, tanti morti, tante malformazioni genetiche.

    Nella Provincia di Siracusa le Riserve Naturali Protette e le Aree NATURA 2000 occupano il 14,36 % del territorio.

    Le Riserve Saline di Augusta, Saline di Priolo e Saline di Siracusa sono state designate S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario), Z.P.S. (Zona di Protezione Speciale), Z.S.C. (Zona Speciale di Conservazione) e fanno parte della Rete EuropeaNATURA 2000”.

    Le Riserve rappresentano Zone Umide e Zone IBA (Important Bird Area) della Provincia di Siracusa dove fanno sosta, nidificazione e svernamento più della metà degli uccelli presenti in Sicilia e circa il 40 % di quelli presenti in Italia.

    L’80 % delle 250 specie di uccelli avvistate nelle Riserve sono migratorie.

    La Riserva delle Saline di Priolo è uno dei 5 siti a livello nazionale dove nidifica il FENICOTTERO, oltre a Cagliari, le Zone Umide delle Valli di Comacchio nel Parco Delta del Fiume Po, la Puglia e la Toscana.

    Tutte e 3 le Riserve sono “Oasi tra le CIMINIERE” perché sono circondate dal Polo Petrolchimico.

    Tutte e 3 le Riserve fanno parte del S.I.N. di Priolo con l’obbligo di bonifica.

    Nei sedimenti delle Saline sono stati riscontrati rame, piombo, arsenico, vanadio, cadmio, zinco, IPA, idrocarburi C>12, composti organostannici, diossine. Le Saline di Priolo sono state utilizzate per abbancare le ceneri di pirite, scarto delle lavorazioni industriali per la produzione di acido solforico dalla pirite.

    Tutte e 3 le Riserve aspettano le bonifiche da 40 anni.

    Il territorio del Polo Petrolchimico di Priolo è stato inserito tra i Siti di Interesse Nazionale da bonificare (S.I.N.) il 9 dicembre 1998, perimetrato successivamente il 10 gennaio 2000 e poi il 10 marzo 2006.

    La superficie da bonificare ammonta a 5’815 ha a terra e 10’068 ha a mare.

    Nell’area S.I.N. di Priolo 21 stabilimenti sono soggetti alle Direttive Seveso con più alto rischio ambientale, di cui la maggior parte si trova a Priolo.

    La Procura di Siracusa ha stimato che circa 530 t di mercurio sono state scaricate in mare dalla MONTEDISON, poi da ENICHEM, tra il 1958 e il 1991, riconoscendo la società responsabile dell‘avvelenamento del mare.

    L’ISPRA ha censito più di 13 milioni di m3 di sedimenti nocivi – dimensioni che equivalgono a 400 palazzi di 24 piani ciascuno.

    Il territorio del S.I.N. di Priolo è disseminato di discariche, dove sono state sepolte milioni di t di rifiuti. Secondo il Censimento del 2018, nella Zona Industriale di Priolo ci sono 23 discariche autorizzate e oltre 100 abusive.

    Il triangolo del Polo Petrolchimico Augusta – Priolo – Melilli, chiamato anche il “TRIANGOLO DELLA MORTE”, è caratterizzato dal fortissimo IMPATTO AMBIENTALE causato dalle indu­strie che hanno determinato gravi e numerosi problemi di salute.

    In 30 anni l’incidenza dei tumori nella zona è cresciuta di 3,4 volte.

    La bonifica del S.I.N. di Priolo rimane una chimera e la questione sanitaria resta drammatica.

    Una partecipazione attiva dei cittadini e dei comitati ambientalisti può sfondare l’indifferenza e il silenzio degli organi di Governo Regionale e Nazionale e tracciare una via verso il ridare lo splendore alla Natura, all’Ambiente, alle Saline, alle Riserve Naturali, ai siti archeologici della Provincia di Siracusa.

    Leggere PARTE 1 dell’articolo:

    17.12.2022

    Dr.Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com


  • S.I.R. (Sito di Interesse Regionale) di Venezia – Porto Marghera

    Centro storico della città di Venezia (a destra) e la Zona Industriale Porto Marghera (a sinistra), fonte: google
     

    Contenuto:

    1. Storia della fondazione del Polo Petrolchimico a Porto Marghera

    2. Rete Ecologica Europea NATURA 2000 della Laguna di Venezia

    3. Sito di Interesse Regionale (S.I.R.) di Venezia – Porto Marghera

    4. Inquinamento del POLO PETROLCHIMICO a Porto Marghera

    4.1.PETROLCHIMICO. CRONACHE dell’AVVELENAMENTO

    4.2.INQUINAMENTO NEL PETROLCHIMICO A PORTO MARGHERA

    4.3.INQUINAMENTO causato da alcune SOCIETÀ nel PETROLCHIMICO

    5. IMPRONTA DI MARGHERA”, “IMPRONTA DI VENEZIA

    5.1.Stato Ecologico e Chimico dei corpi idrici della Laguna di Venezia

    5.2. Dinamica di distribuzione dei metalli, diossine e furani nella Laguna

    5.3. Carichi inquinanti immessi nella Laguna da IDROVORE

    6. EFFETTO DELLA CVM SULLA SALUTE UMANA

    7. CONTAMINAZIONE DELLA FAUNA E DEI PRODOTTI ALIMENTARI

    8. DISCARICHE A PORTO MARGHERA

    9. “PROVE DI BONIFICA”

    10. Salute pubblica. STUDIO S.E.N.T.I.E.R.I.

    11. Processi legali

    SUMMARY

    Il Polo Petrolchimico a Porto Marghera nasce nel 1917 e ha 105 anni.

    La città di Venezia nasce nel 421 e ha 1’600 anni.

    Il Centro Storico della città di Venezia dista dal Petrolchimico soli 5 km.

    Porto Marghera è l’antitesi della città antica di Venezia.

    A causa della vicinanza del Polo Petrolchimico a Venezia, l’inquinamento prodotto dalla Zona Industriale ha un forte impatto sulla città antica: è “IMPATTO DI MARGHERA“.

    A 105 anni dalla sua nascita, il Polo Petrolchimico a Porto Marghera ancora oggi testimonia come l’industria chimica cresciuta ha divorato esseri umani e risorse comuni – aria, terra, acqua, biota e mare.

    Venezia fu tra le città più raffinate d’Europa e anche oggi incanta la sua architettura, gli antichi teatri, le biblioteche, è sede della Mostra Internazionale del Cinema, dell’Arte, di Architettura. Enorme il suo Patrimonio artistico e culturale. Nel 1987 il Sito Venezia e la sua Laguna è stato riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

    La Laguna di Venezia è una delle Zone Umide di conservazione degli Uccelli più estese d’Europa e dell’intero bacino Mediterraneo. Immenso il suo Patrimonio paesaggistico e naturale, habitat di numerose specie di fauna e flora. S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario), Z.P.S. (Zona a Protezione Speciale) e I.B.A. (Important Bird Areas) della Laguna di Venezia si integrano nella RETE NATURA 2000, la principale strategia dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità.

    Il 95 % della Laguna è tutelato dalla Direttiva Uccelli.

    In base al censimento dell’avifauna svolto dalla provincia di Venezia e dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, che ha evidenziato la notevole importanza della Laguna di Venezia come area di svernamento e nidificazione per numerose specie di uccelli acquatici nelle Zone Umide, sono state identificate almeno 120’000 esemplari di uccelli a gennaio 1995, 122’000 a gennaio 1996, 99’000 a gennaio 1997.

    Le numerose analisi hanno confermato che a causa delle emissioni incontrollate dalla Zona Industriale di Petrolchimico a Porto Marghera nei suoli e nelle falde acquifere sono presenti metalli pesanti (arsenico, cromo, mercurio, nichel), idrocarburi policiclici aromatici (IPA), composti organo clorurati, nelle concentrazioni anche centinaia di volte superiori ai limiti di legge, tanto che nel 1998 il Sito di Interesse Regionale di Venezia – Porto Marghera (S.I.R.) è stato incluso nell’elenco dei siti di bonifica.Nel 2013 il sito S.I.N. è stato declassificato in S.I.R. (Sito di Competenza Regionale), e ridimensionato da 5’771 ha a 1’621 ha, perdendo così 4’150 ha.

    Nel corso di 105 anni le maggiori società chimiche che hanno inquinato la Zona Industriale e la Laguna di Venezia sono state MONTECATINI, MONTEDISON, MONTEFIBRE, ECOMED, ENICHEM, ENIMONT, AUSIDET, AGRIMONT, SAVA, ALLUMETAL, AMMI, VENICE NEWPORT CONTAINER & LOGISTICS S.p.A., CPM CHIMICA PORTO MARGHERA S.r.l., EDISON S.p.a., SISTEMA INTEGRATO MARGHERA AMBIENTE S.r.l., MEDIO PIAVE MARGHERA S.p.A., SAN MARCO PETROLI, MAGAZZINI GENERALI DI VENEZIA S.r.l., SYNDIAL, CONSORZIO TECNOLOGICO VENEZIANO, VERITAS S.p.A., ALLES S.r.l., FASSA S.p.a., COLACEM, ALCOA SERVIZI S.r.l., ENEL S.p.a., SOLVAY SPECIALTY POLYMERS ITALY S.p.a. etc.Attualmente nella Z.I. del Petrolchimico operano circa 1’000 aziende.

    L’inquinamento da sostanze chimiche dellaZona Industriale, chesi trova di fronte al Centro Storico di Venezia a soli 5 km di distanza, forma IMPRONTA MARGHERAche ha una forte influenza sulla città antica e su tutta la Laguna di Venezia:IMPRONTA VENEZIA”.

    Attualmente nella Laguna di Venezia ci sono circa 111 società di concessione per la venericoltura di vongole veraci su una superficie di circa 3’500 ha. I dati confermano che la concentrazione di diossina e PCB diossina simili nelle vongole della Laguna è direttamente proporzionale alla concentrazione riscontrata nei sedimenti: più delle sostanze chimiche contengono i sedimenti, più le accumulano le vongole. Allontanandosi dai Canali della Zona Industriale diminuisce anche l’inquinamento.

    Nel corso di 105 anni di funzionamento del Petrolchimico di Marghera i colossi della chimica hanno scaricato in terra e in mare una enorme quantità di sostanze chimiche, stimata in 5’000’000 m3, e hanno riempito 35 discariche, contaminando gravemente i suoli e le acque di falda, determinando un grave inquinamento dei sedimenti dei Canali Industriali e della Laguna di Venezia, danneggiando gravemente la catena alimentare e la salute pubblica.

    Nel 2006 il Tribunale di II do grado ha confermato la condanna di soli 5 vertici della chimica dei 28 inizialmente accusati, riconoscendo le responsabilità dei dirigenti della MONTEDISON.

    I numeri del Maxi Processo MONTEDISON”:

    10 anni di tribunali, 120 udienze, centinaia di testimonianze, deposizioni di c.a. 100 periti, fascicoli processuali di 1 milione e 500 mila pagine.

    La sentenza “MONTEDISON” del 2006 ha ribadito che il disastro ambientale a Porto Marghera è stato il risultato di una politica aziendale che sfruttava i lavoratori e disprezzava l’ambiente. Nessuno della dirigenza del Petrolchimico e degli enti di controllo si sono allarmati dell’inquinamento che stava producendo la Zona Industriale a Marghera, malgrado la Provincia di Venezia già nel 1962 conosceva bene i rischi degli “impianti che diffondono nell’aria fumo, polvere o esalazioni dannose alla vita umana, che scaricano nell’acqua sostanze velenose.” Si è allarmato nel 1994 Gabriele Bortolozzo, semplice operaio del Petrolchimico, quando ha visto morire i suoi colleghi a causa delle inalazioni delle sostanze chimiche, perché ha capito che

    PRIMA VIENE LA SALUTE e poi IL LAVORO.

    I veleni sono ancora lì, sepolti nelle viscere profonde della Zona Industriale del Petrolchimico. L’Epopea eroica iniziata 105 anni fa come sviluppo industriale, è stata conclusa con il dramma del disastro ambientale, con la minaccia alla salute e all’ambiente, con una ciclopica opera di bonifica che non ha precedenti in Italia, con costi e tempi di difficile quantificazione.

    È un “lascito” alle future generazioni sotto forma di inquinamento della Laguna di Venezia, delle zone naturalistiche S.I.C./Z.P.S./I.B.A. che fanno parte della RETE NATURA 2000, dell’antica città di Venezia, Patrimonio dell’UMANITA’.

    Leggere tutto l’articolo:

    16.04.2022

    Dr.Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com


  • “Affare” PETROLIO. Punta dell’Iceberg. Basilicata. PARTI 1-5

    Carta dei giacimenti petroliferi nel Parco Nazionale Appennino Val d’Agri Lagonegrese, Basilicata.
    Fonte: ENI e la Regione Basilicata

    Contenuto:

    1. Distruzione degli ecosistemi naturali

    2. Basilicata, il più grande serbatoio nazionale dell’acqua

    2.1. SORGENTI

    3. Concessioni petrolifere in Basilicata

    3.1. Fasi di lavorazione e sostanze chimiche

    4. Centro Olio Val d’Agri, C.O.V.A.

    5. Parchi della Regione Basilicata e conflitto con Pozzi

    6. FRACKING. MORIA DEI PESCI. CONSUMO DELL’ACQUA. SCARTI PETROLIFERI. SORGENTI RADIOATTIVE   

    7. Terremoti indotti, deformazioni e rotture dei Pozzi. Pozzi di re-iniezioni

    8. Smaltimento dei fanghi di perforazione

    9. Lago Pertusillo

    10. Analisi chimiche

    11.Contaminazione degli alimenti

    12. Pozzi petroliferi PERGOLA 1, TEMPA ROSSA, MONTEGROSSO

    13. IMPATTO DELLE TRIVELLE IN VAL D’AGRI SULLA SALUTE UMANA, FAUNA E FLORA

    14. Casi legali in Basilicata

    15. Posizione ENI, Transizione ecologica, LOBBY del PETROLIO

    SUMMARY

    La Regione Basilicata è uno dei più importanti serbatoi di acque sotterranee e superficiali destinate al consumo umano della Nazione.

    La Regione Basilicata è anche il più ricco giacimento di idrocarburi d’Italia.

    Nel 2012 la Commissione Parlamentare ha evidenziato nella Regione Basilicata “… 890 siti inquinati censiti, la metà dei quali connessi alle attività di prospezione petrolifera”.

    Secondo i dati ufficiali dell’Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e le Georisorse (UNMIG), in 93 anni, dal 1921 al 31 dicembre 2014 in Basilicata sono stati perforati 484 Pozzi.

    Acqua e idrocarburi. La convivenza di queste 2 sostanze è incompatibile.

    L’attività petrolifera compromette la qualità delle acque.

    La Regione Basilicata ha un reticolo idrografico ricchissimo: 8 fiumi principali, solo nella Val d’Agri  ci sono 23 strutture idrogeologiche, 650 Sorgenti e 2 invasi d’acqua.

    Nella Regione Basilicata manca il Piano di Tutela delle Acque previsto dal Codice dell’Ambiente che permette alle compagnie petrolifere di fare altre richieste per trivellare nelle zone ricche delle preziose risorse sorgive e anche nei Parchi.

    Nel 2019 l’incidenza delle attività estrattive riguardava il 35 % del territorio della Regione Basilicata. In caso di accoglimento delle numerose istanze di permesso, l’incidenza passerebbe al 65 % del territorio! Nella Val d’Agri circa il 60 % delle aziende agricole lucane hanno chiuso la loro attività, in quanto i prodotti coltivati erano inquinati da idrocarburi e metalli pesanti (fragole, uva, olivi, peperoni, miele, latte, vino….)

    ENI è diventata il più grande proprietario terriero della Val d’Agri.

    Praticamente, tutta la Regione Basilicata è “coperta” dalle trivellazioni, ricerche, permessi di ricerca di idrocarburi sia in orizzontale che in profondità, considerando che le trivellazioni arrivano a forare la terra fino a 3-4-5-6-7 km.

    Durante la fase di perforazione dei Pozzi, per facilitare la penetrazione delle trivelle nel sottosuolo, vengono usate da 250 a 1’300 sostanze chimiche, secondo fonti diverse, dannose all’ambiente e all’uomo.

    La loro composizione chimica è coperta da segreto industriale.

    Si tratta di fluidi iniettati che accompagnano l’intera vita del Pozzo, che inquinano per anni o decenni il sottosuolo, il suolo, le falde acquifere, producendo ogni giorno diverse tonnellate di fanghi di lavorazione, che devono essere smaltite.

    I Pozzi di estrazione idrocarburi attivi in Basilicata sono 126 di cui 43 in provincia di Potenza e 83 in provincia di Matera.

    In Val d’Agri ci sono 40 Pozzi per l’estrazione di petrolio, di cui 26 in produzione, e 1 Pozzo di Costa Molina 2 a Montemurro è destinato a re-iniezione fluidi (rifiuti di produzione petrolifera).

    Nel comune di Viggiano dove si trova il Centro Oli C.O.V.A. ricadono 20 Pozzi petroliferi.

    Tra gli inquinanti emessi dall’impianto C.O.V.A. ci sono NOx, SO2, CO e particolato, l’idrogeno solforato (H2S), i Composti Organici Volatili (V.O.C.).

    Durante il processo di idro-desolforazione nel Centro C.O.V.A. una parte di idrogeno solforato (H2S) viene dispersa nell’aria da un inceneritore a fiammella, che emettecirca altri 70 inquinanti. Le altezze dei pennacchi con cui le sostanze chimiche escono dai camini variano da 12 a 33 m, la temperatura da 395 a 1’083 °C, la velocità di uscita da 3,1 a 21,4 m/s.

     In Italia i limiti di emissione di H2S sono 5’000 volte superiori a quelli degli Stati Uniti:

    • Organizzazione Mondiale della Sanità: 0,005 ppm di H2S
    • USA: Il Governo Federale consiglia 0,001 ppm (ciascuno stato decide autonomamente)
    • Massachussetts: 0,0006 ppm
    • Oklahoma:  0,2 ppm
    • California:   0,03 ppm
    • Canada, Alberta: 0,02 ppm
    • ITALIA:  Industria non petrolifera – 5 ppm, Industria petrolifera – 30 ppm

    Il monitoraggio di questa sostanza in Val d’Agri avviene solo 2-3 volte l’anno.

    Oltre ai danni causati direttamente all’uomo, l’H2S ha effetti nocivi su piante, animali e pesci ed ha effetto di bio-accumulo.

    In 16 anni, dal 2001 al 2017, C.O.V.A. ha contaminato 26’000 m2 del suolo, pari al 15 % dell’area di 180’000 m2 che occupa, ha smaltito irregolarmente oltre 854’000 t di sostanze pericolose.

    In 7 anni, dal 2012 al 2019, nel Centro sono stati più di 100 incidenti, che sono stati sminuiti o taciuti da ENI.

    Il paradosso è che C.O.V.A. si trova in un’area naturalistica di pregio, una delle più importanti d’Europa.

    Le  aree naturali protette della  Basilicata occupano circa il 30 % della superficie, con 120 aree protette organizzate in un sistema dei 3 Parchi Nazionali, 3 Parchi Regionali, 14 Riserve Naturali statali e regionali, 5 Oasi WWF, 82 SIC, ZSC e ZPS (Rete Natura 2000), 2 Zone Umide Ramsar, 9 aree IBA.

    Il Parco Nazionale del Pollino è il parco più grande d’Italia e considerato Patrimonio UNESCO.

    La storia dell’istituzione del Parco Nazionale Val d’Agri Lagonegrese è stata fortemente influenzata dall’attività estrattiva.

    Qualcuno ha definito il Parco Nazionale della Val d’Agri Lagonegrese il Parco della Val d’AGIP, per sottolineare la rapacità delle compagnie petrolifere che pretendono di effettuare attività estrattive dentro un Parco Nazionale.

    L’istituzione del Parco della Val d’Agri prevista nel 1991, è stata conclusa solo 16 anni dopo, l’8 dicembre 2007, a causa delle forti pressioni di alcune multinazionali petrolifere.   

    Si è passati da una prima proposta di perimetrazione pari ad un’estensione di circa 160’000 ettari all’attuale area frastagliata di 70’000 effettivi.

    56 % in meno, rispetto alla prima versione di perimetrazione.

    Tuttavia, nel 2017 ENI presenta la richiesta di nuova perforazione, nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Alta Val D’Agri-Lagonegrese, che risultava inammissibile nel rispetto della funzione di protezione del capitale naturale del Parco.

    Nei limiti della concessione Val d’Agri ricadono aree comprese nel Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, nel Parco Regionale Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane.

    Il territorio della concessione Val d’Agri è caratterizzato dalla presenza di 11 siti di Rete Natura 2000 (SIC/ZSC/ZPS).

    Non esiste alcuna normativa italiana che definisce una distanza minima per l’esercizio di attività di estrazione petrolifera dai siti ZPS/SIC/ZSC/Parchi.

    Secondo i dati di Alberto Diantini dell’Università di Padova, il 60 % dei 40 Pozzi sono situate alla distanza di 0,88 km – 1,11 km da ZPS e dal Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese.

    Ad oggi 14 di 40 Pozzi si trovano all’interno del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese.

    Emerge che il 47,5 %dei 40 Pozzi sono situati alla distanza da 0,66 km a 1,19 km dai bacini idrici, il 30 % dei 40 Pozzi – a 0,58 km da fiumi, laghi o Sorgenti, il 12,5 % dei Pozzi – fra 1,25 km e i 1,84 km da fiumi, laghi o Sorgenti, il 10 % – tra 1,97 km e 2,47 km da fiumi, laghi o Sorgenti.

    Secondo i dati di Alberto Diantini, la media distanza dei Pozzi petroliferi dalle aree SIC/ZSC è di 2,32 km, da ZPS1,93 km, dal Parco1,97 km, dai fiumi/laghi/Sorgenti0,98 km!

    Data la grande importanza dell’invaso del Pertusillo dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico a scopo potabile, esiste il rischio serio sia per il mantenimento dei delicati equilibri ecologici dell’area sia per la salute umana.

    La Prof.ssa Geologo Albina Colella ha trovato nelle Sorgenti LaRossa 2 e LaRossa 3 situati a poco più di 2 km dal Pozzo di re-iniezione petrolifera Costa Molina 2, valori di alluminio 1’700 volte in più e gli idrocarburi totali 10 volte in più, rispetto ai valori normali nelle Sorgenti.

    Secondo la Prof.ssa Colella, “una potenziale fonte di contaminazione di queste acque potrebbe essere rappresentata da perdite di acque di scarto petrolifero dal Pozzo di re-iniezione Costa Molina 2, dovute a cedimenti della integrità strutturale del Pozzo e diffusione di tali acque nel sottosuolo e contaminazione delle acque sotterranee”.

    A circa 1,8 km dal Centro Oli di Viggiano si trovail Lago artificiale Pertusillo che fornisce l’acqua potabile alla Puglia e alla Basilicata. Ogni giorno 2’658’861 persone delle province di Bari, Taranto e Lecce bevono l’acqua proveniente dal Lago Pertusillo. Con la stessa acqua vengono irrigati 35’000 ettari di campi della Basilicata.

    Il Lago rientra nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese.

    I Pozzi di petrolio sono a meno di 1 km dal Lago e pescano a 4-5 km sotto la superficie.

    Nei pesci del Lago Pertusillo sono stati rinvenuti idrocarburi, PCB, metalli pesanti, microcistine. Nell’acqua e nei sedimenti del Lago sono stati rinvenuti idrocarburi, metalli pesanti, naftalene, diossine, PFOS.

    L’ARPAB ha censito la presenza di 21 metalli pesanti nelle acque del Lago, 5 dei quali passati indenni perfino agli impianti di potabilizzazione.

    Analisi e studi eseguiti sul territorio della concessione petrolifera dimostrano il forte inquinamento sia delle falde acquifere che degli invasi idrici, con la presenza di metalli pesanti in concentrazione superiore ai limiti europei, nonché un’anomala distribuzione di tumori e malattie cardiorespiratorie nell’area.

    Il problema c’è: il trascinamento degli inquinanti ambientali nella catena alimentare, ma su questo aspetto c’è troppa omertà di egoistica connivenza.

    Analizzando 12 Pozzi artesiani nel comune di Corleto Perticara, in vicinanza del giacimento Tempa Rossa, l’organizzazione ecologista C.O.V.A. CONTRO ha trovato:

          manganese 40 volte oltre il limite di legge;

          boro  – 1,6 volte oltre il limite;

          ferro 2,6 volte oltre il limite;

          nitriti – 6,25 volte oltre il limite;

          fluoruri – 2,8 volte oltre il limite;

          alifatici clorurati – 2,1 volte oltre il limite;

          cloroformio 146 volte oltre il limite;

          bromodiclorometano 7,5 volte oltre il limite;

          benzo(a)pirene – 2,5 volte oltre il limite.

    Gli effetti sulla salute, determinati dalle estrazioni petrolifere, sono ben noti essendo stati ampiamente studiati in varie località del mondo. Tali studi hanno dimostrato che le popolazioni residenti nel raggio di 500 m – 1 km dai Pozzi petroliferi hanno una incidenza maggiore sia di tumori, anche infantili, che di patologie croniche e malformazioni congenite.

    Nonostante in Nigeria in 50 anni sono stati perforati 606 Pozzi petroliferi che fanno l’80 % del PIL nazionale, il paeseafricano rimane uno dei più poveri.

    Nonostante 35 anni di estrazioni, anche la Basilicata rimane la regione più povera del sud e sicuramente una tra le più malate.

    Lo studio epidemiologico finanziato dai comuni di Viggiano e Grumento Nova realizzato su 6’795 residenti per il periodo 2000-2014 ha scoperto che le ospedalizzazioni per le malattie respiratorie croniche nelle donne erano 202 % in più e, negli uomini, erano 118 % in più, nelle zone di maggiore esposizione agli inquinanti, che uscivano in aria dai camini di C.O.V.A.

    Dalle analisi di mortalità è statoosservato un eccesso per le malattie del sistema circolatorio nelle donne +63 %, per uomini+ +41 % nelle zone di maggiore esposizione agli inquinanti, che uscivano in aria dai camini di C.O.V.A.

    La mortalità a Viggiano e Grumento Nova, rispetto a quella di 20 comuni della concessione Val d’Agri, ha evidenziatoeccessi a Viggiano e a Grumento Nova per tutte le cause + 19 % tra le donne e + 15 % per entrambi, invece per le malattie del sistema circolatorio + 32 % di cui + 45 % per malattie ischemiche del cuore tra le donne.

    Tra il 2011 e il 2014 il tasso di mortalità in un piccolo villaggio Corleto Perticara, che ha meno di 3’000 abitanti e che si trova a 4 km in linea d’aria dal Centro di Tempa Rossa e a 20 km da quello di Viggiano, era il 73 % più alto del tasso regionale e il 69 % più alto del provinciale.

    Tra il 2011 e il 2014 nella provincia di Potenza il tasso di ospedalizzazione per tumore maligno nei maschi tra 0 a 14 anni è cresciuto del 48 %, il tasso di dimissioni per chemioterapia era più alto rispetto al nazionale del 37 % per le bambine e del 59 % per i bambini.

    Nel 2017 circa 200 residenti dei comuni di Viggiano e Grumento Nova in Val d’Agri sono stati interrogati, riguardo la loro percezione dell’impatto del C.O.V.A. sulla salute umana.

    Risultava che tra le persone intervistate:

       95,9 % ritenevano che C.O.V.A. è molto pericoloso per l’ambiente;

       98,6 % ritenevano che C.O.V.A. è molto pericoloso per la salute;

       86,1 % ritenevano che tutte le persone sono potenzialmente esposte ai potenziali rischi del C.O.V.A.;

       66,3 % ritenevano grave la situazione ambientale del comune di residenza;

       67,1 % ritenevano che è molto probabile avere allergie;

       72,1 % ritenevano che è molto probabile avere malattie respiratorie acute;

       57,1 % ritenevano che è molto probabile avere malattie cardiovascolari;

       49,1 % ritenevano che è molto probabile avere infertilità;

       74,4 % ritenevano che è molto probabile avere varie forme di cancro;

       69,5 % ritenevano che è molto probabile avere leucemia;

       61,0 % ritenevano che è molto probabile avere malformazioni congenite.

    61,6 % delle persone non si ritenevano sufficientemente informate sulla presenza dei pericoli nell’area in cui vivono.

    Nel 2020 la Fondazione Ambiente Ricerca Basilicata (FARBAS) nei limiti dello Studio EPIBAS, ha interrogato circa 600 persone, residenti nelle aree interessate dalle attività di estrazione petrolifera in Basilicata.

    Le persone intervistate hanno mostrato una percezione molto alta di pericolo alla salute, una insoddisfazione sull’informazione ricevuta e una bassa fiducia nell’affidabilità di media, associazioni, pubblica amministrazione in relazione alle informazioni sui pericoli ambientali.

    Lo Studio ha scoperto che:

    73,8 % delle persone intervistate che vivono vicino al centro C.O.V.A. e nella zona di trivellazione Tempa Rossa, ritenevano che l’estrazione petrolifera rappresenta un pericolo;

    solo il 26 % ritenevano affidabili le informazioni fornite da Regione Basilicata (Dipartimento di Salute, Dipartimento di Ambiente);  

    solo il 37 % ritenevano affidabili informazioni, fornite da aziende sanitarie locali;  

    solo il 24,4 % ritenevano affidabili informazioni fornite da ARPA;

    solo il 25 % ritenevano affidabili informazioni fornite da comuni;

    solo 22,6 % ritenevano affidabili informazioni fornite da ISPRA e ISS;

    solo il 17,4 % ritenevano affidabili informazioni fornite dall’Europa;

    solo il 19,8 % ritenevano affidabili informazioni fornite dal Governo;

    solo il 25,7 % ritenevano affidabili informazioni fornite da mezzi di comunicazione (TV/Radio/giornali).  

    Mentre ENI e TOTAL facevano finta di essere preoccupate per il fabbisogno energetico dell’Italia, per le ricadute sull’economia e l’occupazione, perché pagavano solo il 7 % di royalties (il 4 % se il petrolio è estratto in mare),per poter avere il permesso dal Governo di spremere la terra altrui e saccheggiare le risorse, quando in Venezuela le royalties al Governo sono l’85 %, in Norvegia80 %, in Bolivia ed Ecuador – oltre il 50 %, l’aria, il suolo, l’acqua, l’agricoltura, il turismo e la salute del popolo della Val d’Agri hanno avuto

    le ricadute drammatiche.

    L’estrazione petrolifera è una grave ipoteca sul futuro delle terre.

    L’unico futuro ecologico possibile per la Basilicata è il futuro delle energie rinnovabili.

    Le energie fossili e le trivellazioni sono il passato.

    “Affare” PETROLIO è come una punta dell’Icebergla cui enorme ENTITÀ NERA distrugge ecosistemi naturali, comporta perdita di biodiversità e rischio di nuove malattie infettive, inquina l’area, il suolo, le acque superficiali e le sotterranee, di cui fanno parte le Sorgenti, Torrenti, Fiumi, Laghi, danneggia la catena alimentare, fauna, flora e la salute umana.

    La Regione Basilicata copre solo circa il 6-8 % del fabbisogno nazionale di petrolio (2 settimane di consumo nazionale) e circa l’1,4 % del fabbisogno nazionale di gas (4 giorni di riscaldamento delle case degli italiani in inverno).

    Il resto l’Italia lo deve comprare.

    Oggi in Italia l’ACQUA, l’ORO BLUE, è davvero più preziosa del PETROLIO?

    Oggi in Italia i PARCHI, l’ORO VERDE, sono davvero più preziosi del PETROLIO?

    Solo la stupidità umana e l’avidità delle pochissime multinazionali può ipotecare l’ORO BLUE e l’ORO VERDE dell’intera Regione Basilicata.

    Per solo 2 settimane di consumo nazionale…

    Leggere l’articolo intero (PARTI 1-5):

    21.12.2021

    Dr.Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com


  • “Affare” PETROLIO. Punta dell’Iceberg. Basilicata. PARTE 4

    Analisi di 12 Pozzi Artesiani, comune Corleto Perticara, fonte C.O.V.A. CONTRO

    Contenuto:

    1. Distruzione degli ecosistemi naturali

    2. Basilicata, il più grande serbatoio nazionale dell’acqua

        2.1. SORGENTI

    3. Concessioni petrolifere in Basilicata

        3.1. Fasi di lavorazione e sostanze chimiche

    4. Centro Olio Val d’Agri, C.O.V.A.

    5. Parchi della Regione Basilicata e conflitto con Pozzi

    6. FRACKING. MORIA DEI PESCI. CONSUMO DELL’ACQUA. SCARTI

        PETROLIFERI. SORGENTI RADIOATTIVE

    7. Terremoti indotti, deformazioni e rotture dei Pozzi. Pozzi di re-iniezioni

    8. Smaltimento dei fanghi di perforazione

    9. Lago Pertusillo

    10. Analisi chimiche

    11.Contaminazione degli alimenti

    12. Pozzi petroliferi PERGOLA 1, TEMPA ROSSA, MONTEGROSSO

    13. IMPATTO DELLE TRIVELLE IN VAL D’AGRI SULLA SALUTE UMANA,  

          FAUNA E FLORA

    14. Casi legali in Basilicata

    15. Posizione ENI, Transizione ecologica, LOBBY del PETROLIO

    Bibliografia………………………………………………………………………………..156

    Abbreviazioni……………………………………………………………………………..167

    Vedi SUMMARY nell’articolo PARTE 2.

    Leggere tutto l”articolo PARTE 4:

    14.11.2021

    Dr.Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus

    Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.)

    Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.)

    info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com