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  • S.I.R. (Sito di Interesse Regionale) di Venezia – Porto Marghera

    Centro storico della città di Venezia (a destra) e la Zona Industriale Porto Marghera (a sinistra), fonte: google
     

    Contenuto:

    1. Storia della fondazione del Polo Petrolchimico a Porto Marghera

    2. Rete Ecologica Europea NATURA 2000 della Laguna di Venezia

    3. Sito di Interesse Regionale (S.I.R.) di Venezia – Porto Marghera

    4. Inquinamento del POLO PETROLCHIMICO a Porto Marghera

    4.1.PETROLCHIMICO. CRONACHE dell’AVVELENAMENTO

    4.2.INQUINAMENTO NEL PETROLCHIMICO A PORTO MARGHERA

    4.3.INQUINAMENTO causato da alcune SOCIETÀ nel PETROLCHIMICO

    5. IMPRONTA DI MARGHERA”, “IMPRONTA DI VENEZIA

    5.1.Stato Ecologico e Chimico dei corpi idrici della Laguna di Venezia

    5.2. Dinamica di distribuzione dei metalli, diossine e furani nella Laguna

    5.3. Carichi inquinanti immessi nella Laguna da IDROVORE

    6. EFFETTO DELLA CVM SULLA SALUTE UMANA

    7. CONTAMINAZIONE DELLA FAUNA E DEI PRODOTTI ALIMENTARI

    8. DISCARICHE A PORTO MARGHERA

    9. “PROVE DI BONIFICA”

    10. Salute pubblica. STUDIO S.E.N.T.I.E.R.I.

    11. Processi legali

    SUMMARY

    Il Polo Petrolchimico a Porto Marghera nasce nel 1917 e ha 105 anni.

    La città di Venezia nasce nel 421 e ha 1’600 anni.

    Il Centro Storico della città di Venezia dista dal Petrolchimico soli 5 km.

    Porto Marghera è l’antitesi della città antica di Venezia.

    A causa della vicinanza del Polo Petrolchimico a Venezia, l’inquinamento prodotto dalla Zona Industriale ha un forte impatto sulla città antica: è “IMPATTO DI MARGHERA“.

    A 105 anni dalla sua nascita, il Polo Petrolchimico a Porto Marghera ancora oggi testimonia come l’industria chimica cresciuta ha divorato esseri umani e risorse comuni – aria, terra, acqua, biota e mare.

    Venezia fu tra le città più raffinate d’Europa e anche oggi incanta la sua architettura, gli antichi teatri, le biblioteche, è sede della Mostra Internazionale del Cinema, dell’Arte, di Architettura. Enorme il suo Patrimonio artistico e culturale. Nel 1987 il Sito Venezia e la sua Laguna è stato riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

    La Laguna di Venezia è una delle Zone Umide di conservazione degli Uccelli più estese d’Europa e dell’intero bacino Mediterraneo. Immenso il suo Patrimonio paesaggistico e naturale, habitat di numerose specie di fauna e flora. S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario), Z.P.S. (Zona a Protezione Speciale) e I.B.A. (Important Bird Areas) della Laguna di Venezia si integrano nella RETE NATURA 2000, la principale strategia dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità.

    Il 95 % della Laguna è tutelato dalla Direttiva Uccelli.

    In base al censimento dell’avifauna svolto dalla provincia di Venezia e dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, che ha evidenziato la notevole importanza della Laguna di Venezia come area di svernamento e nidificazione per numerose specie di uccelli acquatici nelle Zone Umide, sono state identificate almeno 120’000 esemplari di uccelli a gennaio 1995, 122’000 a gennaio 1996, 99’000 a gennaio 1997.

    Le numerose analisi hanno confermato che a causa delle emissioni incontrollate dalla Zona Industriale di Petrolchimico a Porto Marghera nei suoli e nelle falde acquifere sono presenti metalli pesanti (arsenico, cromo, mercurio, nichel), idrocarburi policiclici aromatici (IPA), composti organo clorurati, nelle concentrazioni anche centinaia di volte superiori ai limiti di legge, tanto che nel 1998 il Sito di Interesse Regionale di Venezia – Porto Marghera (S.I.R.) è stato incluso nell’elenco dei siti di bonifica.Nel 2013 il sito S.I.N. è stato declassificato in S.I.R. (Sito di Competenza Regionale), e ridimensionato da 5’771 ha a 1’621 ha, perdendo così 4’150 ha.

    Nel corso di 105 anni le maggiori società chimiche che hanno inquinato la Zona Industriale e la Laguna di Venezia sono state MONTECATINI, MONTEDISON, MONTEFIBRE, ECOMED, ENICHEM, ENIMONT, AUSIDET, AGRIMONT, SAVA, ALLUMETAL, AMMI, VENICE NEWPORT CONTAINER & LOGISTICS S.p.A., CPM CHIMICA PORTO MARGHERA S.r.l., EDISON S.p.a., SISTEMA INTEGRATO MARGHERA AMBIENTE S.r.l., MEDIO PIAVE MARGHERA S.p.A., SAN MARCO PETROLI, MAGAZZINI GENERALI DI VENEZIA S.r.l., SYNDIAL, CONSORZIO TECNOLOGICO VENEZIANO, VERITAS S.p.A., ALLES S.r.l., FASSA S.p.a., COLACEM, ALCOA SERVIZI S.r.l., ENEL S.p.a., SOLVAY SPECIALTY POLYMERS ITALY S.p.a. etc.Attualmente nella Z.I. del Petrolchimico operano circa 1’000 aziende.

    L’inquinamento da sostanze chimiche dellaZona Industriale, chesi trova di fronte al Centro Storico di Venezia a soli 5 km di distanza, forma IMPRONTA MARGHERAche ha una forte influenza sulla città antica e su tutta la Laguna di Venezia:IMPRONTA VENEZIA”.

    Attualmente nella Laguna di Venezia ci sono circa 111 società di concessione per la venericoltura di vongole veraci su una superficie di circa 3’500 ha. I dati confermano che la concentrazione di diossina e PCB diossina simili nelle vongole della Laguna è direttamente proporzionale alla concentrazione riscontrata nei sedimenti: più delle sostanze chimiche contengono i sedimenti, più le accumulano le vongole. Allontanandosi dai Canali della Zona Industriale diminuisce anche l’inquinamento.

    Nel corso di 105 anni di funzionamento del Petrolchimico di Marghera i colossi della chimica hanno scaricato in terra e in mare una enorme quantità di sostanze chimiche, stimata in 5’000’000 m3, e hanno riempito 35 discariche, contaminando gravemente i suoli e le acque di falda, determinando un grave inquinamento dei sedimenti dei Canali Industriali e della Laguna di Venezia, danneggiando gravemente la catena alimentare e la salute pubblica.

    Nel 2006 il Tribunale di II do grado ha confermato la condanna di soli 5 vertici della chimica dei 28 inizialmente accusati, riconoscendo le responsabilità dei dirigenti della MONTEDISON.

    I numeri del Maxi Processo MONTEDISON”:

    10 anni di tribunali, 120 udienze, centinaia di testimonianze, deposizioni di c.a. 100 periti, fascicoli processuali di 1 milione e 500 mila pagine.

    La sentenza “MONTEDISON” del 2006 ha ribadito che il disastro ambientale a Porto Marghera è stato il risultato di una politica aziendale che sfruttava i lavoratori e disprezzava l’ambiente. Nessuno della dirigenza del Petrolchimico e degli enti di controllo si sono allarmati dell’inquinamento che stava producendo la Zona Industriale a Marghera, malgrado la Provincia di Venezia già nel 1962 conosceva bene i rischi degli “impianti che diffondono nell’aria fumo, polvere o esalazioni dannose alla vita umana, che scaricano nell’acqua sostanze velenose.” Si è allarmato nel 1994 Gabriele Bortolozzo, semplice operaio del Petrolchimico, quando ha visto morire i suoi colleghi a causa delle inalazioni delle sostanze chimiche, perché ha capito che

    PRIMA VIENE LA SALUTE e poi IL LAVORO.

    I veleni sono ancora lì, sepolti nelle viscere profonde della Zona Industriale del Petrolchimico. L’Epopea eroica iniziata 105 anni fa come sviluppo industriale, è stata conclusa con il dramma del disastro ambientale, con la minaccia alla salute e all’ambiente, con una ciclopica opera di bonifica che non ha precedenti in Italia, con costi e tempi di difficile quantificazione.

    È un “lascito” alle future generazioni sotto forma di inquinamento della Laguna di Venezia, delle zone naturalistiche S.I.C./Z.P.S./I.B.A. che fanno parte della RETE NATURA 2000, dell’antica città di Venezia, Patrimonio dell’UMANITA’.

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    16.04.2022

    Dr.Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com