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  • Depositi nucleari in Spagna e Portogallo

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    Contenuto:

    1. 2 minuti a mezzanotte

    2. Centrali Nucleari in Spagna: NPP Almaraz 1 e 2, NPP Trillo-1, NPP Ascò 1 e 2, NPP Vandellos-2, NPP Cofrentes

    3. Progetti cancellati: NPP Lemonitz, NPP Valdecaballeros, NPP Aquilas in Murcia, NPP Trillo-2

    4. Centrali nucleari chiuse: NPP Josè Cabrera (Zorita), NPP Santa Maria de Garona, NPP Vandellos-1

    5. Gestione dei rifiuti e depositi geologici

    5.1. El Cabril, Andalusia, il deposito superficiale dei rifiuti nucleari

    5.2. Il deposito profondo geologico Centralized Temporary Storage (ATC) a Villar de Cañas, Cuenca

    6. Miniere di uranio in Spagna

    6.1. Fabbrica di combustibile a Juzbado in Salamanca

    6.2. Miniera di uranio Andujar in Andalusia

    6.3. Miniera di uranio Retortillo in Salamanca

    7. Miniere di uranio in Portogallo

    7.1. Miniera di Urgeiriça

    8. Effetti dei rilasci nucleari sulla salute e sull’ambiente

    8.1. Spagna

    8.2. Altri siti radioattivi in Spagna

    8.3. La contaminazione radioattiva nel villaggio Palomares

    8.4. Portogallo

    9. Lasciare alle spalle l’energia nucleare

    Il fiume Guadalquivir

    Scorre tra le ombre di aranci.

    I due fiumi di Granada

    Scorrono dai monti alle vallate.

    Nei riccioli di Guadalquivir

    Fiammeggiano fiori di melograno.

    Fluiscono due fiumi di Granada,

    Uno con sangue e l’altro con lacrime.

    Vanno le barche a vela sulle vie di Siviglia.

    Remano solo i sospiri sui fiumi di Granada.

    Guadalquivir… Сampanili e vento fra i limoni.

    Douro e Genil, chiesette sulle anse.

    Chi dirà che i fiumi portano

    I fuochi palustri del dolore?

    Portano fiumi arance e mirti

    Nel mare di Andalusia.

    Ah, amore, sei sfuggito come il vento!

    Nel 1922 il poeta spagnolo Federico Garcia Lorca ha scritto la sua allegorica poesia “Piccola ballata dei tre fiumi”. I tre fiumi della regione, Guadalquivir e i suoi piccoli tributari che fluiscono vicino Granada, il Douro e il Genil, percorrono da est a ovest l’Andalusia, e sembra che scorrono in ogni strofa. Quasi tutta la sua corta vita di 38 anni Lorca l’ha vissuta a Granada…. L’amore per la sua bellissima terra di melograni, aranceti, limoni che crescono lungo i 3 fiumi, Guadalquivir e suoi affluenti, l’amore per l’Andalusia, vibra in ogni strofa della ballata di Lorca.

    Poteva Lorca, fantastico, fantasioso, grandioso poeta spagnolo, sapere che nel 1935 nella sua amata Andalusia, vicino a Cordoba, in un posto che si chiama El Cabril, vicino ad un altro affluente del fiume Guadalquivir, il fiume Bembézar che attraversa il Parco Naturale Hornachuelos, un ingegnere minerario scoprirà l’uranio ? Ad El Cabril l’esercito spagnolo svolgeva ricerche sulle armi nucleari. Nel 1961 El Cabril diventó il “cimitero nucleare” della Spagna.

    Nel 2019 il Doomsday Clock, l’Orologio dell’Apocalisse, nato nel 1947 in piena Guerra fredda, come un avviso metaforico ai leader politici di tutto il mondo per scongiurare i pericoli di un’autodistruzione dell’umanità, ha compiuto 72 anni. Dal 1947 a mezzanotte mancavano 7, 3, poi 2 minuti nel 1953, poi 7, 17, 6, 5, 2,5 e poi ancora 2 minuti nel 2018. Il periodo migliore l’umanità l’ha vissuto negli anni 1991-1995, quando a mezzanotte mancavano 17 minuti, grazie agli accordi presi per la riduzione delle armi nucleari.

    Nel 2011 la Spagna ha generato il 19,5 % dell’energia dalle 5 centrali elettronucleari che hanno 7 reattori operativi: NPP (Nuclear Power Plant) Almaraz, NPP Trillo-1, NPP Ascò-1 e 2, NPP Vandellos-2, NPP Cofrentes. 3 centrali nucleari sono dismesse: NPP Josè Cabrera (Zorita), NPP Santa Maria de Garona e NPP Vandellos-1. Il funzionamento delle 5 centrali nucleari è stato cancellato: NPP Regodola, NPP Lemoniz, NPP Valdecaballeros, NPP Aquilas in Murcia e NPP Trillo-2. La nuclearizzazione della Spagna inizialmente prevedeva la costruzione di più di 40 centrali nucleari: a Coto Donana, Regodola, Santillan, Lemoniz, Sayago, Deva, Escatron, Ispaste, Tudela in Navarra, Aquilas, Valdecaballeros etc. Negli anni 80, in Spagna, si è formato un forte movimento contro la nuclearizzazione, che ha scosso la nazione arrivando alla moratoria nucleare nel 1983.

    Tutte le centrali nucleari spagnole sono costruite vicino ai grandi fiumi o mari, perché devono raffreddare le turbine dei reattori: il fiume Tago – NPP Almaraz, situata a soli 100 km dal Portogallo, NPP Trillo a 110 km da Madrid, NPP Josè Cabrera a 70 km da Madrid, il fiume Ebro – NPP Ascó a 60 km da Tarragona, NPP Trillo a 45 km da NPP Ascó, NPP Santa Maria de Garona. Nel bacino del fiume Ebro vivono 3 milioni di persone. Mare Mediterraneo – NPP Vandellos-2 a 40 km da Tarragona, NPP Aquilas in provincia di Murcia (progetto cancellato). Il fiume Jucar – NPP Cofrentes; Oceano Atlantico – NPP Lemoniz (progetto cancellato), il fiume Guadalupe – NPP Valdecaballeros (progetto cancellato).

    Il “cimitero nucleare” che confina con il Parco Naturale Hornachuelos e la città di Cordova di c.a. 330’000 abitanti è stato costruito vicino al fiume Guadalquivir, uno dei fiumi più lunghi e belli della Spagna che sfocia nell’Oceano Atlantico vicino alla zona umida del Parco Nazionale di Donana. Quasi il 95 % dei rifiuti nucleari stoccati al deposito superficiale di El Cabril proviene dalle 5 centrali nucleari spagnole. El Cabril dovrebbe essere riempito entro il 2030. Il problema del deposito geologico profondo per i rifiuti nucleari non è stato risolto da nessun paese nel mondo.

    La Spagna ha scelto Villar de Cañas, per il deposito sotteraneo, Centralized Temporary Storage (ATC), da costruire nel bacino del fiume Guadiana. Grandi rivolte contro questa decisione hanno scosso il paese. La popolazione portava con se i manifesti “NO al business nucleare!” Nel 2015 Villar de Cañas, è stata dichiarata facente parte della Riserva Naturale Laguna de El Hito protetta. Nel 2018 il progetto a Villar de Cañas, è stato sospeso.

    Secondo dati del Ministero di Transizione Ecologica del 2015, in Spagna ci sono 73 cave minerarie abbandonate con rifiuti pericolosi che hanno un grave impatto ambientale o possono diventare una seria minaccia per la salute umana o l’ambiente. In totale, in Spagna sono stoccate c.a. 88 milioni di t di fango radioattivo proveniente dalle miniere. La fabbrica di combustibile (Empresa Nacional del Uranio S.A.) che sorge vicino al comune Juzbado e al fiume Tormes, affluente del fiume Douro, nel 2017 ha fornito agli impianti spagnoli nucleari un totale di 150 tonnellate di uranio (TU). Il 57 % del TU è stato esportato per gli impianti in Francia, Belgio, Germania e Stati Uniti.

    Un’altra miniera di uranio, Andujar, che si trova sulle rive del fiume Guadalquivir in Andalusia, è stata smantellata nel 1995. Una notevole radioattività persiste intorno alla miniera chiusa. Non si sa quanto uranio si è infiltrato nel sottosuolo. C’è un altro gruppo di miniere di uranio, a Retortillo in Salamanca, a soli 40 km dalla frontiera con il Portogallo, che l’azienda australiana Berkeley vuole diventare la più grande miniera in Europa a cielo aperto, definita dal gruppo antinuclearista di Salamanca “STOP URANIUM” “un incubo ambientale”. L’ingegnere nucleare Bruno Chareyron, il direttore del laboratorio indipendente francese CRIIRAD, ha affermato che né i lavoratori né la popolazione locale sono ben consapevoli delle implicazioni dell’estrazione dell’uranio.

    La miniera di uranio a Retortillo interesserà 2 aree protette di Natura 2000, il Douro International Natural Park (Portogallo), Arribes del Duero Natural Park (Spagna) con il sito LIC (Zona di interesse comunitario), il sito ZEPA (Zona di Protezione Speciale degli Uccelli o SPA, Special Bird Protection Area), riserve della BIOSFERA, il fiume Yeltes, il fiume Huebra, il fiume Douro, che forniscono acqua a 2 milioni di portoghesi, metterà in pericolo l’economia locale, il turismo rurale e termale.

    Il Portogallo non possiede nessuna centrale nucleare. Ma in questo paese ci sono 66 miniere di uranio abbandonate. Le esplorazioni delle miniere di uranio in Portogallo si eseguono da almeno 100 anni. Dopo la chiusura delle miniere, rimane un problema ambientale, causato dalle acque radioattive. La miniera di Urgeiriça é una delle più grandi d’Europa. L’Empresa Nacional do Urânio (ENU, National Uranium Company), con sede a Urgeiriça, è stata responsabile dello sfruttamento di tutte le miniere di uranio in Portogallo dal 1977 al 2003. Gli studi hanno confermato la correlazione tra l’alta incidenza di cancro nella popolazione della zona e l’estrazione di uranio in Urgeiriça.

    L’estrazione e il trattamento dell’uranio nonchè il funzionamento delle centrali hanno quasi il 90 % dell’impatto radiologico sulle diverse fasi del ciclo nucleare: 47,6 % – estrazione e trattamento; 41,2 % – funzionamento delle centrali. Non esiste un bilancio rigoroso di tutti i rilasci radioattivi nell’aria, nell’acqua e nel suolo dell’intero ciclo nucleare. Da decenni viene contestata l’ingannevole filosofia dell’industria nucleare, le soglie “accettabili”, che si vorrebbero stabilire non solo per i radionuclidi, ma anche per contaminanti chimici o agenti cancerogeni. Diversi studi che coinvolgono sia persone umane che specie non umane dei diversi livelli trofici, hanno dimostrato l’esistenza di diversi effetti dell’attività svolte nelle centrali nucleari, nei depositi nucleari, nelle miniere uranifere sull’organizzazione biologica, sul livello molecolare, cellulare, sui tessuti, sul livello individuale, della popolazione e, in generale, sui servizi ecosistemici. I rilasci nucleari hanno fortissimi effetti sulla contaminazione del suolo, desertificazione, siccità, inquinamento radioattivo dei fiumi, delle acque superficiali e sotterranee, dell’aria, contaminazione genetica, perdita di biodiversità, insicurezza alimentare etc.

    L’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza ha pubblicato a gennaio 2019 i risultati del sondaggio, eseguito da Demos & Pi per Fondazione Unipolis. Tra i 1’603 intervistati tra il 2016 e il 2019, il 69 %, il 65 % e il 67 %, rispettivamente, credono che la protezione dell’ambiente dovrebbe avere priorità, anche a costo di frenare la crescita economica. Il 64 % degli intervistati sono preoccupati per l’inquinamento, il 60 % – per la distruzione dell’ambiente, il 44 % – per la sicurezza del cibo che mangiamo e solo dopo figurano la globalizzazione (36 %) e il terrorismo (34 %). I giovani (83 %) sono più sensibili alla protezione dell’ambiente, rispetto agli anziani. Il 77 % degli intervistati non sono informati sul Programma promosso dall’ONU “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile su scala globale da realizzare entro il 2030”. Comunicare questi Obiettivi tramite il vasto mondo di informazione è oggi una necessaria e urgentissima priorità.

    La dipendenza dall’energia nucleare ha prodotto i numerosi problemi per gli ecosistemi, per la salute dell’uomo e degli animali, per la catena alimentare, la questione di dove tenere i rifiuti radioattivi che rimarranno tali per millenni. Se in Germania nel 2018 il 40 % dell’energia consumata proveniva da fonti rinnovabili, in Spagna si prevede di raggiungere l’obiettivo fissato dalla Commissione Europea del 20 % entro il 2020. Se la Germania può cambiare, in Spagna ci sono più ore di sole rispetto a qualsiasi altro Stato Europeo, tanto vento e l’energia delle maree.

    Nei riccioli di Guadalquivir fiammeggiano fiori di melograno.

    Fluiscono due fiumi di Granada, uno con sangue e l’altro con lacrime.

    Scorre il fiume Guadalquivir sulla terra dell’Andalusia

    06.03.2019, Dr.Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.)

    info@plumatella.it,tatianamikhaevitch@gmail.com


  • Rifiuti nucleari nel Regno Unito

    Contenuto

    1. Centrali nucleari in funzione nel Regno Unito

    2.  Sellafield, impianto di riprocessamento del combustibile nucleare

    3.  Nuclear Fuels Springfields Ltd

    4.  Reattori chiusi

    5.  Piano per costruire 8 nuovi NPP. Energie alternative

    6.  Acqua – bene primario. Uso eccessivo nel settore nucleare.

         Pressione termica e chimica

    7.  Rischio di alluvioni, tempeste, inondazioni

    8.  Aumento delle temperature estive. Siccità

    9.  GDF, Geological Disposal Facility

    10. Centrali nucleari e leucemia infantile

    11. Sversamenti del fango radioattivo

    12. Il programma di monitoraggio della catena alimentare

    13. Influenza di basse dosi di radioattività sui parametri fisiologici degli animali

    14. Inventario dei rifiuti nucleari nel Regno Unito

     

    Nella storia del nucleare ci sono incidenti molto seri, come Kyshtym 1957(Unione Sovietica) di livello 6 della Scala INES(International Nuclear Events Scale), Windscale (1957 Cumbria) di livello 5 INES, Three Mile Island (USA 1979) di livello 5,Chernobyl (Ukraine 1986) di livello 7 e Fukushima (Japan 2011) di livello 7 INES.

    In un articolo pubblicato da The Ecologist il 12 aprile 2017 Dave Elliott, Professore emerito della politica di Tecnologia, sta ricordando il discorso del dicembre 1953 alle Nazioni Unite, quando il Presidente Dwight D. Eisenhower lanciò il programma “Atomi per la pace”, dicendo:

    “L’inventiva miracolosa dell’uomo non si dedicherà alla sua morte ma sarà consacrata alla sua vita” e che “il potere pacifico dell’energia atomica non è un sogno del futuro, ma questa capacità, già dimostrata, è qui – adesso – oggi”.

    Nel 1954 il Presidente della Commissione per l’Energia Nucleare degli Stati Uniti Lewis Strauss in un discorso ha nominato l’energia nucleare too cheap to meter”, affermando: “Non è troppo aspettarsi che i nostri figli godano nelle loro case di energia elettrica troppo economica per misurare”.

    Tuttavia, i consiglieri di Eisenhower gli dissero subito che non era fattibile.

    Un rapporto di Intelligence del Dipartimento di Stato interno, diffuso nel gennaio 1954, Economic Implications of Nuclear Power in Foreign Countries”, avvertiva che l’introduzione dell’energia nucleare non sarebbe “… un preannuncio di una nuova era di abbondanza e di rapido sviluppo economico, come si crede comunemente. Le centrali nucleari possono costare il doppio di più da funzionare e il 50 % in più da costruire, rispetto alle centrali termiche convenzionali”.

    Le energie rinnovabili sono sulla strada per raggiungere il 50 % della produzione di energia in molti paesi entro il 2030 e forse vicino al 100 % entro il 2050, dice The Ecologist. La risorsa è enorme e, a differenza dell’uranio o del torio, non si esaurirà mai, non lascerà a lungo termine rifiuti pericolosi.

    Sembra essere il miglior futuro dell’Inghilterra.

    In Inghilterra ci sono in funzione 7 centrali nucleari  con 15 reattori che producono quasi il 20 % dell’elettricità del paese.

    Prima del 1976 in Inghilterra si era pensato molto poco alla questione di come sarebbero stati affrontati i rifiuti nucleari prodotti dai programmi militari e di energia nucleare.

    Anche adesso nessuno ha idea di cosa fare con i rifiuti nucleari che emettono le centrali.

    Alcuni rifiuti di livello inferiore sono stati smaltiti in mare, ma la maggior parte dei rifiuti si stava semplicemente accumulando in vari siti nucleari in tutto il paese.

    I rifiuti nucleari sono attualmente conservati in circa 30 siti, ma prevalentemente a Sellafield in Cumbria.

    The Geological Disposal Facility(GDF) è considerato la migliore soluzione a lungo termine per immagazzinare i rifiuti generati in 50 anni da energia nucleare e difesa, che riempirebbero tre quarti dello stadio di Wembley.

    Il processo di consultazione per identificare un luogo adatto per un deposito geologico è tuttora in corso. Il deposito sarà, probabilmente, pronto non prima del 2040.

    Si prevede che il Regno Unito probabilmente produrrà 4,9 milioni tonnellatedi rifiuti nucleari entro il 2125.

    Secondo UK Radioactive Waste Inventory Report dell’01.04.2016, il volume dei rifiuti nucleari crescerà nel prossimo futuro di 33 volte.

    Non esiste alcuna garanzia che i rifiuti altamente radioattivi non entrano di nuovo nell’ambiente, contaminando le riserve idriche e la catena alimentare.

    Consentire la costruzione di nuovi reattori aggiungerebbe altri rifiuti radioattivi che rimarranno pericolosi fino a  1 milione di anni: un eredità dannosa per le future generazioni.

    Leggere tutto l’articolo: 02.10.2018_Rifiuti nucleari nel Regno Unito_61 pp

     

    02.10.2018

    Dr.Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus

    Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.)

    Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.)

    Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.)

    info@plumatella.it

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    www.plumatella.it

     


  • Inquinamento del suolo. Depositi di scorie radioattive. Francia.

    Contenuto

    1.  L’inquinamento del suolo

    2.  Siti contaminati in Europa

    3.  La situazione mondiale del nucleare all’1/1/2018

    4.  Francia. Il parco nucleare

    5.  La transizione energetica francese (TE) e il prolungamento di vita delle centrali

         nucleari

    6.  Consumo di acqua del parco nucleare

    7.  Pressione termica del parco nucleare sulle acque

    8.  Francia. Incidenti nelle centrali nucleari.

         Inquinamento del suolo e dei materiali da radionuclidi

    9.  La Hague, centro di ritrattamento del combustibile nucleare.

         Inquinamento del suolo da radionuclidi

    10. Tritio, la contaminazione delle falde acquifere e la salute umana

    11. Francia. Rifiuti radioattivi.

         Inquinamento del suolo/acqua da depositi radioattivi sotterranei e profondi

    12. Francia. Rifiuti a bassa e media attività

    13. Francia. Rifiuti ad alta attività.

    14. Il Deposito profondo dei rifiuti di alta radioattività. Progetto CIGEO – “underground 

          Chernobyl.” La foresta di 220 ettari di Bois Lejuc.

    15. Impatto sanitario delle centrali nucleari      

         Francia: impianto di ritrattamento a La Hague nel Nord-Cotentin

    16. Impatto sanitario delle centrali nucleari

          Inghilterra: ex centrale nucleare Trawsfynydd

    17. Impatto sanitario delle centrali nucleari

          Italia: Latina (LT), Borgo Sabotino, ex centrale nucleare

    18. Impatto sanitario delle centrali nucleari

           Italia: Garigliano (CE), Sessa Aurunca, ex centrale nucleare

    19. Coda millenaria di inquinamento causata dal parco nucleare

            Bibliografia

     

    SUMMARY

    Secondo le previsioni la popolazione del mondo nel 2050 arriverà a 9 miliardi.

    Questo comporterà un aumento della richiesta di cibo e acqua.

    FAO(Organizzazione ONU per l’Alimentazione e l’Agricoltura) prevede che la produzione globale del cibo crescerà del 60 % entro il 2050, rispetto al periodo 2005-2007.

    Il suolo è lo strato molto sottile della terra.

    Il suolo è la base della vita delle piante, degli animali, dell’uomo, dell’agricoltura.

    La capacità del suolo sano di sopportare la vitalità dei sistemi viventi può essere compromessa con la contaminazione, provocata da azoto, fosforo, pesticidi, metalli pesanti, radionuclidi, antibiotici, plastica, inquinanti persistenti organici (POP), e –waste etc.

    La presenza di inquinanti causa una minor resa dei prodotti agricoli, danneggia la biodiversità degli ecosistemi, provoca eutrofizzazione delle acque, acidificazione, entra nella catena alimentare, finchè il suolo diventa sterile e non potrà più produrre cibo per gli esseri viventi.

    La maggior parte dell’inquinamento del suolo ha origine antropica.

    L’inquinamento del suolo rappresenta una preoccupante minaccia per la produttività agricola, la sicurezza alimentare e la salute umana e dell’ambiente.

    Prevenire l’inquinamento del suolo dovrebbe essere una priorità globale.

    Nell’area EEA (European Economic Area) e nei paesi dei Balcani esistono circa 2 milioni di siti potenzialmente contaminati:

    300’000 in Francia, 362’000 in Germania, 425’000 in Olanda, 100’000 in Italia, 100’000 in Inghilterra etc.

    Nella letteratura scientifica ci sono enormi lacune circa l’esistenza del problema dell’inquinamento del suolo. Questo è motivo di grande preoccupazione, è un problema invisibile globale per tutta la comunità internazionale.

    L’utilizzo dei rifiuti municipali nelle discariche o l’incenerimento sono le 2 strade più diffuse che, in entrambi i casi, portano all’accumulo nel suolo degli inquinanti.

    Il settore di produzione influisce per il 60 % alla contaminazione del suolo.

    Esiste un vuoto enorme riguardo l’informazione di quanto influisce l’attività nucleare sulla contaminazione dell’ambiente, soprattutto nei paesi che possiedono un grande parco nucleare.

    L’inquinamento radioattivo rappresenta un enorme rischio per il suolo a causa degli incidenti nucleari, dell’interramento dei rifiuti o delle scorie nucleari provenienti dall’industria nucleare.

    L’inquinamento radioattivo può durare 100, 1’000, 100’000, 1 milione di anni

    Gli elementi radioattivi che dovranno essere stoccati in depositi geologici profondi hanno periodo di emivita:

    700 milioni di anniuranio U235

    16 milioni di anniiodio I129

    2,1 milioni di anninettunio Ne237

    300’000 annicloro Cl36

    24’200 anniplutonio Pu239

    30 annicesio Cs137

    28 annistronzio Sr90

    La quota di energia nucleare, rispetto alle altre fonti di energia prodotte nel mondo, nel 2016 è stata pari solo a circa il 10 %.

    Nel periodo pre-Fukushima era al 17 %.

    Il nucleare continua a perdere quota nella produzione globale.

    USA, Francia, Russia, Cina e Corea del Sud nel 2016 hanno prodotto il 70 % dell’energia nucleare globale.

    USA e Francia da soli hanno prodotto quasi il 50 % dell’energia nucleare totale.

    Nel mondo ci sono 448 reattori nucleari in funzione:

    Europa – 182, Nord America – 120, Asia – 139, Sud America – 5, Africa – 2.

    59 centrali nucleari sono in costruzione: 19 in Cina, 7 in Russia, 6 in India, 4 negli Emirati Arabi, 4 in Corea etc.

    Il parco nucleare sta invecchiando.

    Nel 2015 ¾ dei reattori francesi hanno già superato il loro limite di età, 30 anni.

    Nel 2025 il parco nucleare francese avrà 40 anni, nel 203550 anni…

    Le centrali vecchie dovranno essere decommissionati.

    Di fronte alla quantità sempre più crescente di scorie e di rifiuti radioattivi in tutti i paesi che usano energia nucleare rimane un enorme problema dove stoccare questi rifiuti.

    Con 58 reattori e 1’100 siti che contengono scorie nucleari, la Francia detiene il record del paese più dotato di nucleare nel mondo che rappresenta un vero pericolo per le persone e l’ambiente.

    Piuttosto che chiudere le centrali nucleari, la Francia tenta di prolungare la loro vita fino a 40 e 50 anni.

    I numerosi incidenti delle centrali nucleari francesi hanno inquinato il suolo e le acque con plutonio, uranio, stronzio, tritio.

    Tanti elementi radioattivi vengono scaricati di routine nel mare e nei fiumi, diluiti nei materiali di costruzione, contaminando l’ambiente e i beni di consumo.

    Quasi tutto il tritio presente nel combustibile viene scaricato dagli impianti nucleari sotto forma di acque di scarico.

    Il tritio agisce sul DNA umano, è mutageno e teratogeno, si caratterizza di bioaccumulo. I più sensibili sono i feti, i bambini e le donne incinte.

    In Francia il sito profondo geologico di Bure, il primo sito al mondo per scorie di alta radioattività che conterrà il 3 % delle scorie ma il 99 % di radioattività, deve essere costruito nel 2025.

    In Finlandia nel 2021, in Svezia nel 2025, in Giappone nel 2035, in Canada nel 2035, in Cina nel 2040, in Svizzera nel 2045, in USA nel 2048, in Belgio nel 2050…

    Il sito in Francia deve essere costruito abbattendo 220 ettari della foresta Bois Lejuc.

    Il progetto CIGEO ha suscitato tante proteste. Bure viene chiamato Underground Chernobyl”.

    Ma chi ha detto che niente succederà nel corso di 1 milione di anni nel deposito profondo 500 m contenente scorie di alta radioattività ???

    La terra è viva e le placche si muovono in continuazione, ci sono i terremoti, le inondazioni, catastrofi naturali già durante la brevissima vita umana…

    Ancora nel 1970 i Professori dell’Istituto di Ecologia della Cornell University ritenevano che “le centrali nucleari rappresentano oggi una delle principali minacce di inquinamento”.

    Le attività nucleari, oltre a produrre l’energia, producono anche l’inquinamento radioattivo del suolo, della catena alimentare, leucemie, cancro e malformazioni.

    Il prezzo dell’energia nucleare è altissimo.

    E’ una strada irresponsabile, senza uscita, che rischia di prendere in ostaggio anche le generazioni future.

    Leggere tutto l’articolo: Inquinamento del suolo.Depositi di scorie nucleari.Francia_18.06.2018_76 pp

     

    18.06.2018

    Dr.Tatiana Mikhaevitch

    Ph.D. in Ecology

    Academy of Sciences of Belarus

    Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.)

    Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.)

    Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.)

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  • La Grande Bellezza

    Il film del regista italiano Paolo Sorrentino“La grande bellezza” nel 2013 improvvisamente ha vinto l’Oscar per il miglior film straniero.

    Non succedeva da 14 anni ad un film italiano, dopo la premiazione di “La vita è bella”.

    Un critico teatrale festeggia i suoi 65 anni ed invita un mucchio di amici alla festa, restando sempre distaccato dalla folla degli ospiti.

    Toni Servillo, grande attore teatrale, nel ruolo del critico Gep,passeggia per la città che dorme “sfogliando” la propria vita. La vita che passa in un ambiente romano benestante…

    Ad un certo punto si vede l’incontro con una vecchia Santa che ha 104 anni.

    C’è una grande tavolata presieduta dalla Santa, una missionaria del terzo mondo,

    Suor Maria. Non parla. Qualcuno della vanitosa compagnia vuole intervistarla.

    Lei non rilascia interviste. Hanno sentito che in Africa lei si nutre di soli

    40 grammi di radici al giorno e dorme sul pavimento. Una giornalista che lavora per una rivista mondana, chiede: “Cosa può dire della povertà?”.

    La Santa si guarda attorno con uno sguardo verso l’eternità e, nel silenzio della sala, risponde lentamente:

    La povertà non si racconta. Si vive”.

    E poi ancora, dopo una lunga pausa: Io mangio le radici perché le radici sono importanti” 

    Gep si sveglia all’alba, esce sul balcone e vede la Santa seduta e circondata da fenicotteri rosa. Lei gli chiede, come se lo conoscesse già da 104 anni:

    “Perché non ha mai più scritto un romanzo?”. Gep ci pensa un attimo e risponde: Perchè cercavo la grande bellezza e non l’ho trovata”.

    La Santa soffia e i fenicotteri, tutti insieme, volano dal balcone, come se avessero ricevuto da lei un segnale per andarsene via. Spariscono in un attimo come sparisce un effimero prezioso momento della vita, come l’acqua che evapora… 

    Ogni mattina la Santa sale su una scala di 100 gradini, in ginocchio.

    Una mano dopo l’altra, gradino dopo gradino, lentamente sposta le ginocchia,

    le posa con forza sul prossimo gradino, finché non arriva in cima. E così ogni giorno. A 104 anni. Viso scavato da rughe profonde, occhi che guardano nell’eternità …. Solo la forza dell’animo guida questa quotidiana arrampicata.

    In questo momento del film ho improvvisamente visto mia madre 90-enne “arrampicarsi” ogni giorno sui gradini della casa per arrivare al 4o piano nel palazzo dove viveva senza ascensore.

    Non voleva mai aiuto da nessuno.

    La dovevo aiutare senza che lei sapesse… 

    Questa storia del film mi ha fatto ricordare di quelle persone che sono passate per prime sulla Via Spaziale della creazione della Televisione nella Repubblica Bielorussa, dopo la guerra. Tra queste persone fortunate c’era mia madre…

    Uno dei giornalisti di Minsk ha una vecchia e preziosa fotografia, fatta nel 1954: ai piedi della Torre Televisiva di Minsk il radioreporter stava intervistando il capo dei costruttori della Torre. Alle spalle delle persone intervistate, si vedono i ponteggi della futura Piazza della Vittoria(Piazza Peramoghi in bielorusso).

    Nel 1955 sulla riva del fiume Svislotch è stato costruito un edificio di 4 piani, diventato un complesso televisivo. Il 1 gennaio 1956 la prima presentatrice televisiva Tamara Bastun per la prima volta si è rivolta agli spettatori televisivi di Minsk in lingua bielorussa:

    “Buona sera cari cittadini ! Vi auguriamo un buon Anno Nuovo ! Iniziamo le nostre trasmissioni di prova”. 

    E così iniziato il primo anno di vita della televisione bielorussa, che in quel periodo aveva solamente 4’500 spettatori televisivi.

    Nel 1956, su decisione del Consiglio Mondiale per la Pace,tutti i paesi festeggiavano 75 anni dalla scomparsa del grande scrittore russo F.М.Dostoyevsky. In onore del grande scrittore, lo studio televisivo di Minsk ha trasmesso il primo spettacolo televisivo, di propria produzione, il “Villaggio Stepancikovo e i loro abitanti”.

    Il 28 giugno 1957 l’attenzione di tutto il pianeta era puntata sulla capitale dell’Unione Sovietica, a Mosca, dove si teneva la festa in tante lingue dei Giovani di tutto il Pianeta, il VI Festival Mondiale della Gioventù edegli Studenti. Questa è stata la prima trasmissione, di un programma televisivo di Mosca, ricevuta dallo studio televisivo di Minsk.

    Per permettere questa trasmissione, si dovevano costruire 15 centrali trasmittenti-riceventi intermedie e questo, in quel periodo, non era fattibile.

    A Smolensk è stata costruita una stazione ripetitrice e due altre centrali trasmittenti-riceventi intermedie sono state installate sugli aerei, i quali ad un’altezza di 2’500 – 3’000 metri garantivano la comunicazione tra Mosca e Smolensk, tra Smolensk e Minsk,assicurando un normale passaggio del segnale durante tutto il tragitto.

    Il 4 ottobre 1961 lo studio televisivo di Minsk è stato allacciato al programma settimanale dell’URSS “La staffetta delle notizie”,e il 23 ottobre è stato per la prima volta trasmesso anche a Mosca il programma bielorusso “Il lumino azzurro” (“Blakitny agencyk” in bielorusso).

    Nel 1961 la rete televisiva dell’URSS è stata collegata al sistema di Intervision e all’Eurovision.Questa collaborazione è stata inaugurata dalla trasmissione del programma televisivo – intervista a Mosca del primo astronauta del mondo, Yury Gagarin. La prima trasmissione della Televisione Bielorussa per Intervision ha avuto luogo nel 1962.

    Nei festival delle repubbliche che organizzava la televisione centrale, i programmi di Minsk avevano sempre un’alta valutazione. Un grande successo l’ha avuto il cortometraggio “Foresta d’inverno” (“Zimni les” in bielorusso), basato sul racconto dello scrittore Yuri Naghibin. Questa interessante storia che descrive un ragazzo che, andando sempre a scuola attraverso una foresta, arrivava in ritardo alle lezioni, ha disarmato il pubblico con la sua sincerità, con l’incontenibile entusiasmo dell’anima di un bambino davanti alla natura, e ha portato a questo film il più alto premio ai festival dei film televisivi a Monaco (Germania Ovest), Golden Nimph, e poi a Praga e Monte-Carlo.

    Nel 1964 la Televisione di Minsk ha trasmesso dalle piazze di Minsk, dalla piazza della Vittoria e dal falò dei partigiani, acceso in centro città, nel parco, sulla riva del fiume Svislotch, dalla fortezza di Brest, un importante programma dedicato ai 20 anni dalla liberazione della Bielorussia dagli occupanti fascisti. A questa festa parteciparono i combattenti illustri che liberarono la Bielorussia: i Marescialli dell’Unione Sovietica Rocossovskj, Bagramjan,Rudenko, i combattenti di prima linea e i partigiani.

    Il lungo giorno della trasmissione di questo programma si è concluso con un grande concerto svolto sulla piazzola di un pontone galleggiante allestito sul fiume Svislotch.Gli spettatori che hanno inviato le loro opinioni con lettere da tutte le repubbliche dell’URSS, ancora per tanto tempo ricordavano la musica e i fuochi d’artificio che si sentirono quel giorno. Il programma fu registrato e più tardi trasmesso tramite il satellite Fulmine-1 (“Malanka-1” in bielorusso, “Molnia-1” in russo) nella città di Vladivostok.

    La creazione della Televisione e la trasmissione a lunga distanza sono state possibili grazie agli apparecchi spaziali. L’apparecchio spaziale “Fulmine-1” (1964, “Molnia-1”) fu il primo satellite russo di comunicazione.

    In totale sono stati lanciati 5 apparecchi sperimentali per creare una linea di comunicazione radio di grande distanza tra Mosca e Vladivostok.

    La stampa ufficiale ha denominato “Fulmine-1” come Kosmos-41”.

    Con i satelliti lanciati in seguito fu risolto il problema di come garantire la comunicazione telefonica, telegrafica e di trasmissione dei programmi della Televisione Centrale a grande distanza.  

    Dal  1962 al 2001 sono stati lanciati circa 2’000 satelliti spaziali “Kosmos”.

    I satelliti eseguivano ricerche militari, scientifiche, mediche, servivano per garantire la comunicazione telefonica e telegrafica sul territorio dell’URSS, e per trasmettere i programmi della Televisione Centrale alle 20 centrali terrestri (sistema “Orbita”). Se nel 1956 la trasmissione televisiva contava solamente 130 ore all’anno, a metà degli anni 60 era già cresciuta di 5.5 volte e contava 718 ore all’anno, e all’inizio del 1968, grazie al sistema “Orbita”, la quantità degli spettatori della Televisione Centrale dell’URSS era cresciuta di 20 milioni di persone.

    Nel 2001 è partito il Programma Copernicus, nato per monitorare il nostro Pianeta. Il Programma prevedeva il lancio di 6 satelliti Sentinel entro il 2029, Occhi Cosmici nuovi per una nuova visione della Terra. Sentinel-1, lanciato nel 2014, registra immagini radar, Sentinel-2, lanciato nel 2015, avendo 13 bande ottiche, registra immagini ottiche per monitorare lo stato di salute delle zone green del Pianeta, ed è capace di vedere le malattie della vegetazione e gli incendi in qualsiasi punto della terra.

    Nel 2016 è stato lanciato il Sentinel-3 destinato al monitoraggio delle acque di oceani, fiumi e laghi, del clima, dell’inquinamento, e alla mappatura delle foreste.

    Invece di 13 bande, il satellite iper-spettrale, che avrà 200 bande e dovrebbe essere chiamato “Prisma”, finora è l’unico al mondo e vedrà la terra dentro le grotte, le micro-particelle di inquinamento emesse da una fabbrica, lo stato delle risorse naturali (il lancio è previsto per il 2018).

    La Terra avrà Occhi Cosmici nuovi per una nuova visione del Pianeta, che permetteranno l’utilizzo ecologico delle risorse della Terra. 

    E tra questi pionieri della Televisione, passati per primi sulla Via Spaziale della creazione della Televisione nella Repubblica Bielorussa dopo la guerra, vi era una giovane fanciulla nata in un piccolo villaggio siberiano sul fiume Enisej, mia madre, Maria Mikhaevitch. 

    Lei era tra quelle persone fortunate che hanno gettato le basi sullo studio della Grande Bellezza, la nostra Terra.

    Il nostro primo ed unico Amore.

    Perché le radici sono importanti.

    Perché i fenicotteri rosa torneranno …

     

    Leggere tutto l’articolo: 22.01.2018_LA GRANDE BELLEZZA_IT_14 pp

     

     22.01.2018

    Dr.Tatiana Mikhaevitch

    Ph.D. in Ecology

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  • Pesticidi. Un futuro TOXIC FREE

     Content

    Versione intera

    1.PESTICIDI

    Vendita dei pesticidi

    2.IMPATTO SULL’AMBIENTE, FAUNA E FLORA

    Contaminazione dei suoli

      Perdita di biodiversità

    3.GLIFOSATO, aggiornamento

    4.NEONICOTINOIDI, aggiornamento

    Api, bombi e farfalle

    5.PESTICIDI E SALUTE

    Impatto sulla salute dei feti e bambini

      Difetti dalla nascita

      Rischio di leucemia dei bambini, aborto spontaneo

      Pesticidi e cancro degli adulti, malattie neurodegenerative

      Sistema immunitario, sistema ormonale, diabete

    6.PESTICIDI NELLE ACQUE

    Inquinamento dei bacini idrici in Italia (il rapporto ISPRA 2017)

      Contaminazione delle acque sotterranee

      Miscele delle sostanze (“cocktail di pesticidi”)

    7.PESTICIDI NEL FIUME PO

    8.PESTICIDI NEL CIBO

    Il rapporto EFSA-2015

      Studio Greenpeace sulle mele

      Problema di multiresidui, “cocktail di pesticidi”, entro MRL

      Pesticidi e prodotti alimentari

      SINAB, Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica

    Bibliografia 

     

    1.PESTICIDI

    Siamo nel 2017.

    Tempo di Internet.

    Tempo di Wi-Fi e cellulari potenti.

    Tempo di informazione impacchettata in Giga, Mega, Terabite.

    Ma senza che nessuno se ne accorgesse sulla Terra, è cominciata anche un’altra era: era dei PESTICIDI.

    Distruttori delle erbe malvage, insetti, funghi, topi, oggi sono utilizzati in tutto il mondo e sono diventati gli strumenti chimici più importanti dell’industria agricola. 

    Ma proviamo a girare la medaglia data ai pesticidi dall’industria agricola e vediamo cosa sta dall’altra parte:

    distruzione di biodiversità di flora e di fauna, accumulo dei pesticidi nei sistemi ecologici e nella catena alimentare, residui dei pesticidi nei prodotti alimentari, cancerogenicità, teratogenicità di tanti pesticidi… 

    Facciamoci una domanda:

    vale la pena inquinare suolo, aria, acqua, piante selvatiche e coltivate, animali con i pesticidi per averli poi nel nostro piatto quotidiano, 

                                                                     SEMPRE ENTRO LIMITI DI LEGGE,

    dimenticando dell’effetto dell’accumulo di pesticidi, minimizzando l’effetto di pesticidi nell’insorgere il cancro, le disfunzioni dell’organismo e tante altre malattie negli adulti, bambini e feti ?

     QUESTA E’ L’AMARA FORMULA DEL CONCETTO

    “NUTRIRE IL PIANETA. CIBO PER TUTTI”,

    spesso camuffata come “l’uso sostenibile” dei prodotti cancerogeni.

    “E’ stato un errore enorme … promuovere e rilasciare prodotti senza studi indipendenti a lungo termine. Ciò che stiamo ora riscontrando con il glifosato è simile a quello che abbiamo affrontato nel 20° secolo con PCB, DDT e Agent Orange”, – ha dichiarato il direttore di Sustainable Pulse Henry Rowlands, una società che raccoglie un gruppo di scienziati, su uno dei più utilizzati e più discutibili attuali pesticidi, il glifosato, lanciato da Monsanto nel 1974…

    Nel mondo ci sono circa 150’000 sostanze tossiche di sintesi commercializzate.

    Attualmente circa 500 pesticidi sono autorizzati per l’uso in Unione Europea.

    Secondo la IARC (International  Agency for Research on Cancer), nel 1991 risultavano registrati a livello mondiale 1’500 pesticidi.

    Nel 2009 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha elencato circa 550 molecole attive in uso e circa 150 obsolete.

    Ogni anno si rilasciano nell’ambiente planetario circa 2,5 milioni di tonnellatedi pesticidi  di sintesi, in prevalenza per usi agricoli di cui il 40 % sono erbicidi.

    Secondo dati UE nel 2006 in Italia sono state consumate 81’450 t di pesticidi, 71’612 t in Francia,

    31’819 t in Germania, 21’151 t nel Regno Unito.

    Ogni ora 269 tonnellate di pesticidi vengono disseminate sul Pianeta.

    Secondo i dati di Legambiente del 2017, in Europa-28  le vendite di pesticidi ammontano a

    400’000 tonnellate: Spagna -19,9%, Francia -19%, Italia – 16,2%.

    Secondo dati ISTAT, l’ITALIA ha consumato nel 2014 130’000 tonnellate di pesticidi. 

    Dal dossier di Legambiente del 2017 Stop pesticidi  emerge che tra verdura, frutta e prodotti trasformati, la contaminazione da 1 o più residui di pesticidi riguarda il 36.4 % dei prodotti analizzati.

    Il glifosato (N-phosphonomethylglycine) è il pesticida più utilizzato al mondo essendo presente in 750 formulati.  

    Solo in USA dal 1992 al 2012 l’uso di glifosato è aumentato di 140 volte. Oggi è un pesticida più collegato alle coltivazioni OGM.

    Nel 2014  la produzione mondiale di glifosato ha superato le 800’000 tons.

    Il 45% dei terreni agricoli europei contiene glifosato e il suo metabolitaAMPA.

    Secondo il rapporto ISPRA-2015, il glifosato è stato trovato nel 47 % delle falde acquifere italiane analizzate.

    Nelle acque superficiali  nel 63.9 % dei campioni analizzati sono stati trovati pesticidi.

    (rapporto ISPRA, 2017).

    Nelle acque sotterranee nel 31.7 % dei campioni analizzati sono stati trovati pesticidi.

    (rapporto ISPRA, 2017). 

    Uno studio del 2013 ha dimostrato che il44% dei campioni di urina prelevati da 180 persone in 18 paesi europei conteneva glifosato.

    Presidente AIAB (Associazione italiana per agricoltura biologica) Vizioli avverte: “In Italia le rilevazioni sui quantitativi di pesticidi contenuti negli alimenti e nelle acque vengono condotte in pochissime regioni e questa situazione è inaccettabile”.  

    Il destino ambientale dei bacini delle acque superficiali e delle acque sotterranee, dove si trovano in quantità pericolose per la salute i pesticidi già vietati da anni, deve mettere in allarme prevedibile sull’uso massiccio di queste sostanze. 

    Durante la procedura di autorizzazione delle sostanze è necessario considerare la valutazione dei pericoli in base al monitoring ambientale. 

    Il 27.3 % degli 80’967 campioni provenienti da 40 paesi conteneva multiresidui di pesticidi, “cocktail di pesticidi”. (rapporto EFSA, 2015).

    Il 38.8 % dei 9’608 campioni di ortofrutta conteneva multiresidui di pesticidi, “cocktail di pesticidi”. (rapporto di Legambiente, 2017).

    Il 42.8 % degli 80’967 campioni risultavano avere concentrazioni di pesticidi entro MRL (maximum residual level). (rapporto EFSA, 2015). 

    Fino ad oggi non c’è una regolamentazione  a livello europeo sull’impiego di più multiresidui di pesticidi, “cocktail di pesticidi” in agri­coltura.

    E’ necessario valutare gli effetti cumulativi e sinergici  di multiresidui di pesticidi, “cocktail di pesticidi”, negli alimenti e nell’ambiente.

    Anche se a piccole dosi diverse sostanze di pesticidi risultano sotto i limiti stabiliti dal­la legge (MRL), la loro azione sinergica  in un organismo può avere un effetto cancerogeno.

    E’ necessario rivedere i limiti MRL di pesticidi in riduzione ai fini di precauzione.

    Leggere tutto l’articolo, versione completa, aggiornata:

    19.12.2017_PESTICIDI_IT_completo_aggiornato111 pp

    Dr.Tatiana Mikhaevitch

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  • STOP fluorocarburi in ACQUA

        

    L’inquinamento da PFAS nelle province tra Vicenza, Verona e Padova, regione Veneto.

    Colore giallo – plume provvisorio di inquinamento da PFAS

    Contenuto:

    1.Lacqua pulita è il diritto umano

    2.L’inquinamento industriale da perfluorurati

    3.I PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche

    4.Il caso dell’industria chimica DUPONT, OHIO, USA, 2004

    5.Il caso di inquinamento da PFAS in Germania, 2006

    6.Limiti stabiliti per PFAS nei vari paesi

    7.Effetti tossicologici di PFAS sull’uomo

    8.Effetti tossicologici di PFAS sugli animali

    9.Contaminazione dei prodotti alimentari

    10.La società MITENI SPA, l’unica fabbrica che produce PFAS in Italia

    11.Il monitoraggio dei lavoratori di MITENI SPA

    12.L’inquinamento da PFAS nelle province tra Vicenza, Verona e Padova, regione Veneto  

    12.1. Denuncia dell’Arpa Veneto alla Procura della Repubblica in Vicenza 

    12.2. Contaminazione dell’acqua potabile

     12.3.  Chi bonificherà le falde inquinate da PFAS in Veneto?

                 Implicati nel disastro ambientale 79 comuni. 350’000 persone

    13.FARE AFFARI, COMPROMETTENDO LA VITA DEGLI ALTRI

    14.Dichiarazione di Bonn sulla sicurezza globale dell’acqua

    L’acqua pulita è il diritto umano

    Nell’organismo umano l’acqua costituisce il 65% del peso corporeo, diminuendo gradualmente all’avanzare dell’età e a seconda del sesso.

    La Terra è ricoperta da 1’390 milioni di km3 di acqua, di cui il 97.5% è acqua salata presente nei mari e negli  oceani e solo il 2,5% è acqua dolce, la gran parte sotto forma di nelle calotte polari.

    Gli esseri umani hanno a disposizione solo 93’000 km3, pari a circa lo 0,5% del totale.

    Circa il 70% dell’acqua dolce è sotto forma di ghiaccio.

    La maggior parte dell’acqua dolce restante giace nel sottosuolo, oppure esiste sotto forma di umidità nel suolo.

    Solo l’1% dell’acqua dolce resta disponibile.

     A livello mondiale il 70% dell’acqua è usata per agricoltura e allevamento,

     il 22% è usata per produrre materia e oggetti, il restante 8% è riservato all’uso domestico.

    Il 97% dell’acqua dolce in Italia è nelle falde acquifere.

    Nel 2004 l’UNDP, il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, con il rapporto “Water as a Human Right?” per la prima volta si poneva la questione dell’accesso all’acqua come diritto:

    “Riconoscere formalmente l’acqua come diritto umano, ed esprimere la volontà di dare un significato e una concretezza a questo diritto, potrebbe essere una via per incoraggiare la comunità internazionale … per soddisfare i bisogni umani fondamentali e per completare gli Obiettivi del Millennio”.

    Nel 2010 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una Risoluzione 64/292 che garantisce l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari tra i diritti umani fondamentali.

    La Risoluzione sancisce che “l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari sono un diritto umano essenziale per il pieno godimento del diritto alla vita e di tutti gli altri diritti umani”.

    Con l’aumento dei consumi idrici e della popolazione, la disponibilità pro capite a livello globale è passata da 9’000 m3 d’acqua potabile negli anni Novanta a 7’800 m3 nel XXI secolo.

    Tra il 1960 e il 1990 l’uso mondiale dell’acqua è triplicato.

    Il fabbisogno minimo biologico pro-capite per la sopravvivenza umana è di 5 litri d’acqua nelle 24 ore.

    Le Nazioni Unite hanno fissato in 40 litri il diritto minimo all’acqua.

    Senza cibo si può vivere un mese.

    Senz’acqua non si supera una settimana.

    Un cittadino USA consuma 425 litri di acqua al giorno, in Italia il consumo medio pro capite è di 215 litri, in Francia – 150 litri, in Madagascar10 litri a giorno, in Africa –10 litri.

    Secondo l’OCSE, l’aumento della domanda mondiale di acque al 2050 sarà + 55 %.

    Attualmente 1 abitante della Terra su 5 non ha acqua potabile a sufficienza: si tratta di 1,2 miliardi di persone.

    In 29 Paesi il 65% della popolazione è al di sotto del fabbisogno idrico vitale.

    Oltre 1 miliardo di persone beve acqua “non sicura”.

    3,4 milioni di persone ogni anno (5 mila bambini al giorno) muoiono a causa di malattie trasmesse dall’acqua.

    Il 90% dell’acqua che consumiamo è incorporata nel cibo che mangiamo,

    poiché la coltivazione e l’allevamento ne richiedono grandi quantità.

    La produzione agricola è responsabile del 92% dei consumi globali,  

    quella industriale del 4,4%, quella domestica del 3,6%.

    Tra i prodotti alimentari destinati al consumo che richiedono più acqua,

    si trovano i cereali (27%) seguiti dalla carne (22%) e dai latticini (7%).

    10 litri di acqua servono per 1 litro di benzina

    30 litri di acqua servono per un litro di birra

    70 litri di acqua servono per la produzione di 1 mela

    100 litri di acqua servono per 1 kg di carta nuova

    2 litri di acqua servono per un 1 kg di carta riciclata

    780 litri di acqua servono per un pacco di pasta da 0,5 kg

    1’000 litri di acqua per1 kg di agrumi

    1’000 litri di acqua per kg di pollo

    1’150 litri di acqua per 1 pizza

    1’500 litri di acqua servono per produrre 1 kg di farina

    2’500 litri di acqua servono per una fetta di formaggio

    4’500 litri di acqua servono per produrre 1 kg di riso

    10’000 litri di acqua servono per produrre 1 kg di principio attivo

    11’000 litri di acqua servono per 1 kg di cotone tessile

    15’000 litri di acqua per 1 kg di carne di manzo

    100’000 litri di acqua servono per produrre 1 kg di alluminio.

    1’800’000 litri di acqua al minuto o 30’000 litri al secondo (30 m3) servono per una

    centrale nucleare di 1’000 MW.

    Leggere tutto l’articolo: 01.10.17_STOP PFAS in acqua_44 pp_IT_aggiornamento

    Dr.Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), tatianamikhaevitch@gmail.com


  • Seveso, 10.07.1976, 41 anni dopo…

    Posted on by admin

    Tratta B2 dell’autostrada Pedemontana

    Contenuto:

    1.L’autostrada della Diossina

    2.ICMESA, fabbrica farmaceutica di diserbanti bellici

    3.Pista militare

    4.Danno al territorio

    5.Effetti della Diossina sulla materia organica

    6.Carotaggi ed analisi della Diossina

    7.Il ritorno della Diossina   

    Bibliografia

     

    1.L’autostrada della Diossina

    L’uomonon può mai essere così arrogante e presuntuoso da non pensare ai potenziali rischi di industrie chimiche, da non pensare alla pericolosità dell’azione dell’uomo sull’ambiente. 

    Secondo Pierfelice Zazzera, deputato pugliese del partito politico Italia dei Valori (Idv),Il nostro Paese non si è ancora adeguato a quanto previsto dal Protocollo di Aarhus (varato nel 1998, entrato in vigore nel 2003 e ratificato dall’Italia nel 2006) che imponelimiti alle emissioni in atmosfera di inquinanti organici persistenti, come la diossina.

    Ancora oggi gli stabilimenti attivi sul nostro territorio possono immettere nell’atmosfera alti quantitativi di sostanze cancerogene come la diossina pur rimanendo di fatto nella legalità, perché il limite di emissione nel nostro Paese non esiste.

    È quanto accaduto in questi anni a Taranto, città più inquinata d’Europa, dove a causa dell’attività degli stabilimenti industriali la diossina è presente ovunque,persinonegli alimenti. C’è voluta una legge regionale per imporre, però solo all’ILVA, il limite di 0,4 ng/m3perl’emissione di diossina in atmosfera, mentre sul territorio nazionale altre aziende continuano ad inquinare l’ambiente e a devastare la salute dei cittadini”.  

    Autostrada Pedemontana Lombarda Spa, la A36, controllata all’80% da Milano Serravalle Spa e al 20% da Intesa San Paolo e Ubi Banca, dovrebbe collegare Varese a Bergamo e gli aeroporti di Malpensa (Milano) e Orio al Serio (Bergamo), a costo – 5 miliardi di euro.
      Autostrada Pedemontana Lombarda dovrebbe essere composta da tratta A (Magnano – Gorla Maggiore-Cascina Restelli) + tratta B1 (Cascina Restelli-Lentate sul Seveso) + tratta B2 (Lentate sul Seveso-Barlassina-Seveso-BovisioMasciago) + tratta C (Bovisio Masciago-Desio-Lesmo-Arcore-Vimercate) + tratta D (Vimercate-Mezzago-Capriate San Gervasio-Brembate).

    La A36 è stata realizzata nelle tratte A e B1: parte da Cassano Magnano in provincia di Varese e si ferma prima di Lentate sul Seveso (provincia di Monza e Brianza). 87 km totali dell’autostrada A36, di cui 14,3 km già aperti alla viabilità. Con le tratte B2, C e D da Lentate l’autostrada supererebbe il fiume Adda e arriverebbe fino a Osio Sotto passando per Cesano Maderno, Desio, Macherio e Arcore.

    Con la costruzione della tratta B1 é stato tagliato in 4 parti, da un enorme svincolo, il Bosco della Moronera di 70 ettari compreso tra i comuni di Turate, Rovellasca e Lomazzo, uno degli ultimi polmoni verdi della pianura urbanizzata, parte del sistema naturale di corridoi ecologici, dove ancora poco tempo fa, secondo un censimento effettuato da guardie ecologiche, si trovavano poiane, gheppi, falchi pellegrini, picchi, fagiani, volpi e lepri.

    La stessa sorte ha avuto un altro polmone verde con la costruzione dell’autostrada Pedemontana: il Bosco di Battù vicino a Lazzate.

    Dopo la costruzione di tutto il tratto dell’autostrada verrà consumato circa 1 milione di m2 di suolo, 150 campi da calcio, più i danni alla biodiversità di flora e fauna.

    La tratta B2  interessa i Comuni di Meda, Barlassina, Cesano Maderno, Seveso e Desio, – territori danneggiati dall’incidente avvenuto il 10 luglio 1976 a causa dell’esplosione della fabbrica ICMESA che ha sparso la diossina in questa area. Nel tratto B2 la Pedemontana dovrebbe sovrapporsi all’attuale superstrada Milano-Meda.

    E’ previsto un allargamento della strada da 4 a 6 corsie, la costruzione di svincoli e aree di sosta, la carreggiata sarà allargata fino a 10 metri in più nelle zone dove la diossina è sepolta da 40 anni.

    Sollevandola dal suolo, la diossina torna a costituire una minaccia tossica per la zona circostante.

    Leggere tutto l’articolo: 10.07.2017_Seveso 41 anni dopo

    09.07.2017

    Dr.Tatiana Mikhaevitch

    Ph.D. in Ecology

    Academy of Sciences of Belarus

    Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.)

    Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.)

    Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.)

    info@plumatella.it

    tatianamikhaevitch@gmail.com

    www.plumatella.it


  • In Armonia con la Natura

     

    CONVEGNO ONU, STOCCOLMA 1972RIO DE JANEIRO, 1992
    COP 3 KYOTO, 1997 –  RATIFICA DEL PROTOCOLLO KYOTO 16.02.2005

    COP 15 COPENAGHEN, 2009 –  COP 16 CANCUN, 2010

    COP 17 DURBAN, 2011 –  COP 18 DOHA, QATAR, 2012

    COP 19 VARSAVIA, 2013 –  COP 20 LIMA, PERU, 2014

    COP 21 PARIGI, 2015 –  COP 22 MARRAKECH, 2016

    COP 23 – BONN, 6-17 novembre 2017

    Contenuto:

    1. Il Treno dell’Ecologia

    2. George Perkins Marsh, 1mo ambientalista degli USA

    3.Cicli di Kondratiev

    4. Accademico russo V.Vernadsky, fondatore della Teoria di Biosfera, 1926

    5. Concetto del “Confine Planetario” del Professore Jim Hansen

    6. Effetti antropogenici dell’attività dell’uomo sulla Terra

    7. IN ARMONIA CON LA NATURA

     

    Il Treno dell’Ecologia

    Il Treno dell’Ecologia della Nostra Terraè partito negli anni 70, avendo avuto  un buon bagaglio preparato negli anni  precedenti…

    Sono già45 anniche viaggia questo treno intorno alla nostra bellissima Terra,

    da una città all’altra.

    Forse qualcosa è stato veramente perso in questi anni.

    IL TEMPO

    Qualcosa che qualcuno non ha voluto ascoltare, non ha voluto credere.

    E’ stato complesso e molto difficile questo viaggio.

    E forse per questo chi guidavail Grande Treno dell’Ecologiadella Terraha creato altre materie sinergiche, per aiutare a capire la serietà dei problemi, – cosi è nata l’Ecologia  Economica, poi l’Ecologia Politica… 

    Siamo partiti da Stoccolma nel 1972.

    Dopo 20 anni, nel 1992, il Treno Verde si è fermato a Rio de Janeiro.

    Dopo altri 13 anni, nel 2005, è stato finalmente ratificato da tanti paesi il Protocollo Kyoto.

    In questi 12 anni il Treno dell’Ecologia della Terra si ferma ogni anno nei paesi diversi:

    2006 – COP 12 a Nairobi,

    2007 – COP 13 a Bali,

    2008 – COP 14 a Poznan,

    2009 – COP 15 a Copenhagen,

    2010 – COP 16 a Cancun,

    2011 – COP 17 a Durban,

    2012 – COP 18 a Doha Qatar,

    2013 – COP 19 a Varsavia,

    2014 – COP 20 a Lima Peru,

    2015 – COP 21 a Parigi,

    2016 – COP 22 a Marrakech.

    Nel 2017 dal 6 al 17 novembreLa Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) organizza la Conferenza Mondiale sul Clima del Pianeta, COP 23, a Bonn.

    Leggere tutto l’articolo: 26.04.2017_IN ARMONIA CON LA NATURA_12pp

    Dr.Tatiana Mikhaevitch

    Ph.D. in Ecology

    Academy of Sciences of Belarus

    Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.)

    Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.)

    Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.)

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  • Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi

    Tatiana Mikhaevitch

    Contenuto:

    1.Direttiva della Commissione Europea. Convenzione Aarhus. Ritardi, infrazione UE.

    2.Lunga storia della “sistemazione” dei rifiuti radioattivi in Italia

    3.Caso di Scanzano Jonico

    4.Carta CNAPI dei siti e preoccupazione di Sardegna e Sicilia

    5.Enti responsabili, enti di controllo (ISPRA, SO.G.I.N.S.p.A,ISIN, Osservatorio Nazionaleper la chiusura del ciclo nucleare)

    6.Criteri per la localizzazione del Deposito Nazionale in superficie per rifiuti di bassa e media attività

    7.Progetto del Deposito Nazionale in superficie. Quantità di scorie radioattive di bassa e media attività

    8.Rifiuti nucleari di alta attività di 3a categoria. Problemi con la creazione del Deposito Geologico profondo

    9.Posizione del Ministero dell’Ambiente

    Bibliografia

    1.Direttiva della Commissione Europea. Convenzione Aarhus. Ritardi, infrazione UE

    L’Italia è obbligata a pronunciare un sito di stoccaggio permanente dei rifiuti atomici, sancito dalla Direttiva Europea 2011/70 Euratom, che impone ad ogni Stato membro la realizzazione di un deposito in grado di ospitare in sicurezza il combustibile nucleare esaurito e i rifiuti radioattivi, anche derivanti dagli impieghi medicali, di ricerca e industriali.

    Oggi tutti i Paesi europei riconoscono il diritto dei cittadini a partecipare ai processi decisionali, grazie alla Convenzione di Åarhus sull’accesso all’informazione, la partecipazione pubblica alle decisioni e l’accesso alla giustizia in materia ambientale.

    La Convenzione è stata sottoscritta sotto l’egida dellUNECE (United Nations Economic Commission for Europe) nel 1998 ed è entrata in vigore nel 2001.

    L’Italia ha ratificato la Convenzione con la legge n. 108 del 2001.

    Il 25.01.2012 le associazioni ambientaliste Wwf, Greenpeace e Legambiente hanno inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti una lettera sull’articolo 24 del decreto liberalizzazioni, relativo allo smantellamento degli impianti nucleari e allo smaltimento dei rifiuti radioattivi, che modifica e semplifica le modalità di attuazione con deroghe sulle normative ambientali e urbanistiche, precisando che l’Italia deve risolvere il problema delle scorie prodotte con la filiera nucleare del passato, ma lo deve fare in modo trasparente, partecipato e democratico.

    Lettera firmata da Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, Stefano Leoni, presidente del WWF Italia“.

    L’Italia è in ritardo nel rendere pubblica la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), da cui si arriverà alla localizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi.

    Leggere tutto l’articolo: 10-09-2016_deposito-nazionale-dei-rifiuti-radioattivi-25-pp


  • Eredità nucleare dell Italia

    Mappa eredita nucleare italia

    Tatiana Mikhaevitch

    Content

    1.Eredità nucleare dell’Italia

       Regione Piemonte:                  

      1.1. Saluggia (VC) impianto EUREX di ENEA*, SORIN Srl e deposito Avogadro, CEMEX e deposito D2*

      1.2. Trino (VC), ex centrale nucleare

      1.3. Bosco Marengo (AL), FN Spa

      1.4. Politecnico di Torino

      1.5. Controlsonic Srl, deposito, Tortona (AL)

      Regione Lombardia:

      1.6. Gammatom (CO), Guanzate, deposito

      1.7. ADG srl, Bregnano, deposito

      1.8. ISPRA (VA), reattori Ispra1 e Essor, deposito E 39.2, laboratori Perla, Ethel, deposito rifiuti

      1.9. Campoverde Srl, Milano, deposito

      1.10. CESNEF (MI), reattore

      1.11.LENA (PV), reattore

      Regione Friuli-Venezia-Giulia:

      1.12. CRAD (UD), deposito

      Regione Veneto:

      1.13. INFN – SM1 (PD), Legnaro, reattore

      Regione Emilia-Romagna:

      1.14. Caorso (PC), ex centrale nucleare

      1.15. Montecuccolino (BO), reattore RB3

      1.16. PROTEX (Forli), deposito

      Regione Toscana:

      1.17. CISAM (PI), S.Pietro a Grado, reattore

      Regione Lazio:

      1.18. Latina (LT), Borgo Sabotino, ex centrale nucleare

      1.19.Casaccia (RM), Nucleco, impianto trattamento, deposito

      1.20. Casaccia (RM), ENEA, impianto di Plutonio, OPEC, TRIGA, TAPIRO

      Regione Molise:

      1.21. Ex C.A.N.R.C., deposito in provincia di Campobasso

      Regione Campania:

      1.22.Garigliano (CE), Sessa Aurunca, ex centrale nucleare

      Regione Puglia:

      1.23. Ex Cemerad (MT), Taranto, deposito

      Regione  Basilicata:

      1.24. Centro di ricerca ENEA-Trisaia (MT), ITREC di Rotondella

      Regione Sicilia:

      1.25. Sicurad (PA), reattore AGN

    2. Rischio di disseminazione del materiale radioattivo in Italia.

         2.1.  Rottami metallici e discariche

         2.2.  Treni – traffico del materiale nucleare

     *Gestione di dismissione da parte della SOGIN

     *Operatori privati con depositi dei rifiuti radioattivi

    Leggere tutto l’articolo: 13.07.2016 eredita nucleare dell-italia_IT_54 pp.