STOP fluorocarburi in ACQUA

    

L’inquinamento da PFAS nelle province tra Vicenza, Verona e Padova, regione Veneto.

Colore giallo – plume provvisorio di inquinamento da PFAS

Contenuto:

1.Lacqua pulita è il diritto umano

2.L’inquinamento industriale da perfluorurati

3.I PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche

4.Il caso dell’industria chimica DUPONT, OHIO, USA, 2004

5.Il caso di inquinamento da PFAS in Germania, 2006

6.Limiti stabiliti per PFAS nei vari paesi

7.Effetti tossicologici di PFAS sull’uomo

8.Effetti tossicologici di PFAS sugli animali

9.Contaminazione dei prodotti alimentari

10.La società MITENI SPA, l’unica fabbrica che produce PFAS in Italia

11.Il monitoraggio dei lavoratori di MITENI SPA

12.L’inquinamento da PFAS nelle province tra Vicenza, Verona e Padova, regione Veneto  

12.1. Denuncia dell’Arpa Veneto alla Procura della Repubblica in Vicenza 

12.2. Contaminazione dell’acqua potabile

 12.3.  Chi bonificherà le falde inquinate da PFAS in Veneto?

             Implicati nel disastro ambientale 79 comuni. 350’000 persone

13.FARE AFFARI, COMPROMETTENDO LA VITA DEGLI ALTRI

14.Dichiarazione di Bonn sulla sicurezza globale dell’acqua

L’acqua pulita è il diritto umano

Nell’organismo umano l’acqua costituisce il 65% del peso corporeo, diminuendo gradualmente all’avanzare dell’età e a seconda del sesso.

La Terra è ricoperta da 1’390 milioni di km3 di acqua, di cui il 97.5% è acqua salata presente nei mari e negli  oceani e solo il 2,5% è acqua dolce, la gran parte sotto forma di nelle calotte polari.

Gli esseri umani hanno a disposizione solo 93’000 km3, pari a circa lo 0,5% del totale.

Circa il 70% dell’acqua dolce è sotto forma di ghiaccio.

La maggior parte dell’acqua dolce restante giace nel sottosuolo, oppure esiste sotto forma di umidità nel suolo.

Solo l’1% dell’acqua dolce resta disponibile.

 A livello mondiale il 70% dell’acqua è usata per agricoltura e allevamento,

 il 22% è usata per produrre materia e oggetti, il restante 8% è riservato all’uso domestico.

Il 97% dell’acqua dolce in Italia è nelle falde acquifere.

Nel 2004 l’UNDP, il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, con il rapporto “Water as a Human Right?” per la prima volta si poneva la questione dell’accesso all’acqua come diritto:

“Riconoscere formalmente l’acqua come diritto umano, ed esprimere la volontà di dare un significato e una concretezza a questo diritto, potrebbe essere una via per incoraggiare la comunità internazionale … per soddisfare i bisogni umani fondamentali e per completare gli Obiettivi del Millennio”.

Nel 2010 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una Risoluzione 64/292 che garantisce l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari tra i diritti umani fondamentali.

La Risoluzione sancisce che “l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari sono un diritto umano essenziale per il pieno godimento del diritto alla vita e di tutti gli altri diritti umani”.

Con l’aumento dei consumi idrici e della popolazione, la disponibilità pro capite a livello globale è passata da 9’000 m3 d’acqua potabile negli anni Novanta a 7’800 m3 nel XXI secolo.

Tra il 1960 e il 1990 l’uso mondiale dell’acqua è triplicato.

Il fabbisogno minimo biologico pro-capite per la sopravvivenza umana è di 5 litri d’acqua nelle 24 ore.

Le Nazioni Unite hanno fissato in 40 litri il diritto minimo all’acqua.

Senza cibo si può vivere un mese.

Senz’acqua non si supera una settimana.

Un cittadino USA consuma 425 litri di acqua al giorno, in Italia il consumo medio pro capite è di 215 litri, in Francia – 150 litri, in Madagascar10 litri a giorno, in Africa –10 litri.

Secondo l’OCSE, l’aumento della domanda mondiale di acque al 2050 sarà + 55 %.

Attualmente 1 abitante della Terra su 5 non ha acqua potabile a sufficienza: si tratta di 1,2 miliardi di persone.

In 29 Paesi il 65% della popolazione è al di sotto del fabbisogno idrico vitale.

Oltre 1 miliardo di persone beve acqua “non sicura”.

3,4 milioni di persone ogni anno (5 mila bambini al giorno) muoiono a causa di malattie trasmesse dall’acqua.

Il 90% dell’acqua che consumiamo è incorporata nel cibo che mangiamo,

poiché la coltivazione e l’allevamento ne richiedono grandi quantità.

La produzione agricola è responsabile del 92% dei consumi globali,  

quella industriale del 4,4%, quella domestica del 3,6%.

Tra i prodotti alimentari destinati al consumo che richiedono più acqua,

si trovano i cereali (27%) seguiti dalla carne (22%) e dai latticini (7%).

10 litri di acqua servono per 1 litro di benzina

30 litri di acqua servono per un litro di birra

70 litri di acqua servono per la produzione di 1 mela

100 litri di acqua servono per 1 kg di carta nuova

2 litri di acqua servono per un 1 kg di carta riciclata

780 litri di acqua servono per un pacco di pasta da 0,5 kg

1’000 litri di acqua per1 kg di agrumi

1’000 litri di acqua per kg di pollo

1’150 litri di acqua per 1 pizza

1’500 litri di acqua servono per produrre 1 kg di farina

2’500 litri di acqua servono per una fetta di formaggio

4’500 litri di acqua servono per produrre 1 kg di riso

10’000 litri di acqua servono per produrre 1 kg di principio attivo

11’000 litri di acqua servono per 1 kg di cotone tessile

15’000 litri di acqua per 1 kg di carne di manzo

100’000 litri di acqua servono per produrre 1 kg di alluminio.

1’800’000 litri di acqua al minuto o 30’000 litri al secondo (30 m3) servono per una

centrale nucleare di 1’000 MW.

Leggere tutto l’articolo: 01.10.17_STOP PFAS in acqua_44 pp_IT_aggiornamento

Dr.Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), tatianamikhaevitch@gmail.com


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