S.I.N. Polo Petrolchimico di Priolo. PARTI 1-8

Contenuto:

1. Storia della fondazione del Polo Petrolchimico di Priolo

1.1. Marina di Melilli, demolita per ISAB

1.2. INCIDENTI del POLO PETROLCHIMICO DI PRIOLO

2. Rete Ecologica Europea NATURA 2000 e Siti archeologici

2.1. S.I.C./Z.P.S. SALINE DI AUGUSTA

2.2. S.I.C./Z.P.S./IBA/RISERVA NATURALE ORIENTATA SALINE DI PRIOLO  

2.3. S.I.C./Z.P.S./RISERVA NATURALE ORIENTATA FIUME CIANE E SALINE DI SIRACUSA

2.4. Siti archeologici inglobati dal Polo Petrolchimico di Priolo

       THAPSOSMEGARA HYBLAEA Sito Stentinello

3. Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) Priolo – Melilli – Augusta

4. Inquinamento causato dal POLO PETROLCHIMICO

4.1. Monitoraggio ambientale

4.2.  Impianti del Polo Petrolchimico di Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa con il maggiore inquinamento

4.3.  Inquinamento atmosferico. 300 CAMINI del Polo Petrolchimico

4.4.  Inquinamento dell’atmosfera da Idrocarburi Non Metanici (NMHC)

4.5.  Inquinamento dell’ambiente da Idrogeno Solforato (H2S)

4.6.  Inquinamento dell’atmosfera da benzene

4.7.  Inquinamento dell’atmosfera da polveri PM10

4.8.  Inquinamento della Rada di Augusta da mercurio ed idrocarburi nei sedimenti

4.9.  Il mercurio nella colonna d’acqua della Rada di Augusta

4.10.Flussi di mercurio gassoso (Hg0) nell’atmosfera della Rada di Augusta

4.11.Inquinamento delle acque sotterranee da V.O.C. (Volatile Organic Compounds)

4.12.Inquinamento delle acque sotterranee causato dalle società SASOL, ISAB, ESSO, ENI

4.13.CENERI DI PIRITE

4.14.Inquinamento da MERCURIO e IMPIANTI CLORO-SODA

4.15. PRODUZIONE E SMALTIMENTO RIFIUTI. DISCARICHE

4.16.Risorse idriche. CONSUMI d’acqua e scarichi idrici

5. CONTAMINAZIONE DELLA FAUNA E DEI PRODOTTI ALIMENTARI

5.1.  Mercurio e la fauna ittica nella Rada di Augusta

5.2.  Piombo nell’ambiente

5.3.  Cadmio nell’ambiente

5.4.  Cromo nell’ambiente

5.5.  Benzene nell’ambiente

5.6.  Esaclorobenzene nel’ambiente (HCB)

5.7.  Tetracloroetilene nell’ambiente

5.8.  Mercurio nelle foglie degli alberi

5.9.  Bioindicatori dell’inquinamento e bioaccumulatori delle sostanze chimiche

5.10. Malformazioni della fauna ittica

5.11. Esposizione multipla della popolazione S.I.N. di Priolo all’inquinamento

6. Salute umana. STUDIO S.E.N.T.I.E.R.I.

6.1.  Malformazioni neonatali congenite

6.2.  Malattia di Minamata

6.3.  Analisi dei capelli, latte materno, sangue e urine della popolazione di Augusta

6.4.  Le polveri disperse dai CAMINI INDUSTRIALI e effetti sull’uomo

6.5.  Stato di salute della popolazione di Augusta

6.6.  La battaglia di Padre Palmiro Prisutto contro l’inquinamento ad Augusta

7. INDAGINI GIUDIZIARIE

7.1. Operazione “Mare Rosso”

8. BONIFICA del S.I.N. di PRIOLO

8.1. Problematiche ambientali del SIN di Priolo

8.2. Bonifica è una storia infinita…

SUMMARY

Terra di mandorle, agrumi, pesche, albicocche che un tempo godeva dell’abbondanza di acqua solcata da numerosi bacini idrici.

In 70 anni lungo i 30 km della costa siracusana da Augusta a Siracusa il Polo Petrolchimico ha distrutto itinerari naturalistici spettacolari, importanti siti archeologici come Thapsos, Megara Hyblaea e Stentinello, ha inglobato le terre agricole e i centri abitati, ha inquinato l’ambiente compromettendo la salute dei residenti.

Una piccola cittadina, Marina di Melilli, è stata demolita e cancellata dalla carta geografica, perché era un ostacolo per la costruzione dello stabilimento ISAB. Le case furono spianate, i residenti furono “deportati” altrove. Il “caso Marina di Melilli” si concluse nel 1979.

La nascita nel 1950 del Polo Petrolchimico, il più grande d’Europa, già negli anni 70 ha generato una serie di problemi a causa dell’assenza di consapevolezza ecologica e di leggi a tutela della salute delle popolazioni nelle aree industriali. Ciò si è manifestato da una serie di INCIDENTI, morie di pesci, insorgenza di patologie tumorali e, infine, dalle nascite di bambini malformati.

Il Polo Industriale di Priolo ha una superficie di 43 milioni di m2 e coinvolge i comuni di Augusta, Priolo, Melilli, Floridia, Solarino e Siracusa.

Oggi, molti si domandano se sia stata una scelta saggia destinare un territorio siciliano di circa 30 km, ricchissimo di acque limpide di mare, di vaste risorse idriche, di bellezze naturali e di testimonianze archeologiche di immenso valore, a una Zona Industriale Petrolifera invasiva ed inquinante, che ha causato notevole inquinamento ambientale, numerose malattie, tanti morti e tante malformazioni genetiche.

Nella Provincia di Siracusa, le Riserve Naturali Protette e le Aree NATURA 2000 occupano il 14,36 % del territorio.

Le Riserve Saline di Augusta, Saline di Priolo e Saline di Siracusa sono state designate come S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario), Z.P.S. (Zona di Protezione Speciale), Z.S.C. (Zona Speciale di Conservazione) e fanno parte della Rete EuropeaNATURA 2000”.

Queste Riserve rappresentano Zone Umide e Zone IBA (Important Bird Area) della Provincia di Siracusa fornendo soste, territori per nidificazioni e svernamento per oltre la metà degli uccelli presenti in Sicilia e circa il 40 % di quelli presenti in Italia.

L’80 % delle 250 specie di uccelli avvistate nelle Riserve sono migratorie.

La Riserva delle Saline di Priolo è uno dei 5 siti a livello nazionale dove nidifica il FENICOTTERO, insieme a Cagliari, alle Zone Umide delle Valli di Comacchio nel Parco Delta del Fiume Po, in Puglia e in Toscana.

Tutte e 3 le Riserve sono conosciute come le “Oasi tra le CIMINIERE” perché sono circondate dal Polo Petrolchimico.

Tutte e 3 le Riserve fanno parte del S.I.N. di Priolo con l’obbligo di bonifica.

Nei sedimenti delle Saline sono stati individuati vari elementi inquinanti, tra cui rame, piombo, arsenico, vanadio, cadmio, zinco, IPA, idrocarburi C>12, composti organostannici, diossine. Le Saline di Priolo sono state impiegate per lo smaltimento delle ceneri di pirite, un sottoprodotto delle lavorazioni industriali per la produzione di acido solforico dalla pirite.

Nonostante le necessità di bonifica evidenti, tutte e 3 le Riserve sono in attesa da oltre 40 anni di interventi di bonifica.

Il territorio del Polo Petrolchimico di Priolo è stato inserito tra i Siti di Interesse Nazionale da bonificare (S.I.N.) il 9 dicembre 1998, perimetrato successivamente il 10 gennaio 2000 e successivamente il 10 marzo 2006.

La superficie da bonificare si estende su 5’815 ha a terra e 10’068 ha in mare.

Nell’area S.I.N. di Priolo ben 21 stabilimenti sono soggetti alle Direttive Seveso, con più alto rischio ambientale, di cui la maggior parte è ubicata proprio a Priolo.

La Procura di Siracusa ha stimato che circa 530 t di mercurio sono state scaricate in mare da MONTEDISON, successivamente da ENICHEM, nel periodo compreso tra il 1958 e il 1991, riconoscendo la società come responsabile dell‘avvelenamento del mare.

L’ISPRA ha censito più di 13 milioni di m3 di sedimenti nocivi, quantità che equivalgono a 400 edifici di 24 piani ciascuno.

Il territorio del S.I.N. di Priolo è disseminato di discariche, dove sono stati sepolti milioni di t di rifiuti. Secondo il Censimento del 2018, nella Zona Industriale di Priolo sono presenti 23 discariche autorizzate e oltre 100 abusive.

Il triangolo del Polo Petrolchimico Augusta – Priolo – Melilli, noto anche come il “TRIANGOLO DELLA MORTE”, è caratterizzato da un IMPATTO AMBIENTALE estremamente grave provocato dalle industrie, che ha generato gravi e numerosi problemi di salute.

In soli 30 anni, l’incidenza dei tumori nella zona è cresciuta di 3,4 volte.

La bonifica del S.I.N. di Priolo rimane una chimera, mentre la situazione sanitaria continua a essere drammatica.

Un coinvolgimento attivo dei cittadini e dei comitati ambientalisti potrebbe rompere l’indifferenza e il silenzio da parte degli organi di Governo Regionale e Nazionale, aprendo la strada per il recupero dello splendore della Natura, dell’Ambiente, delle Saline, delle Riserve Naturali e dei siti archeologici nella Provincia di Siracusa.

Dr. Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com


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