• Pesticidi. Un futuro TOXIC FREE

     Content

    Versione intera

    1.PESTICIDI

    Vendita dei pesticidi

    2.IMPATTO SULL’AMBIENTE, FAUNA E FLORA

    Contaminazione dei suoli

      Perdita di biodiversità

    3.GLIFOSATO, aggiornamento

    4.NEONICOTINOIDI, aggiornamento

    Api, bombi e farfalle

    5.PESTICIDI E SALUTE

    Impatto sulla salute dei feti e bambini

      Difetti dalla nascita

      Rischio di leucemia dei bambini, aborto spontaneo

      Pesticidi e cancro degli adulti, malattie neurodegenerative

      Sistema immunitario, sistema ormonale, diabete

    6.PESTICIDI NELLE ACQUE

    Inquinamento dei bacini idrici in Italia (il rapporto ISPRA 2017)

      Contaminazione delle acque sotterranee

      Miscele delle sostanze (“cocktail di pesticidi”)

    7.PESTICIDI NEL FIUME PO

    8.PESTICIDI NEL CIBO

    Il rapporto EFSA-2015

      Studio Greenpeace sulle mele

      Problema di multiresidui, “cocktail di pesticidi”, entro MRL

      Pesticidi e prodotti alimentari

      SINAB, Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica

    Bibliografia 

     

    1.PESTICIDI

    Siamo nel 2017.

    Tempo di Internet.

    Tempo di Wi-Fi e cellulari potenti.

    Tempo di informazione impacchettata in Giga, Mega, Terabite.

    Ma senza che nessuno se ne accorgesse sulla Terra, è cominciata anche un’altra era: era dei PESTICIDI.

    Distruttori delle erbe malvage, insetti, funghi, topi, oggi sono utilizzati in tutto il mondo e sono diventati gli strumenti chimici più importanti dell’industria agricola. 

    Ma proviamo a girare la medaglia data ai pesticidi dall’industria agricola e vediamo cosa sta dall’altra parte:

    distruzione di biodiversità di flora e di fauna, accumulo dei pesticidi nei sistemi ecologici e nella catena alimentare, residui dei pesticidi nei prodotti alimentari, cancerogenicità, teratogenicità di tanti pesticidi… 

    Facciamoci una domanda:

    vale la pena inquinare suolo, aria, acqua, piante selvatiche e coltivate, animali con i pesticidi per averli poi nel nostro piatto quotidiano, 

                                                                     SEMPRE ENTRO LIMITI DI LEGGE,

    dimenticando dell’effetto dell’accumulo di pesticidi, minimizzando l’effetto di pesticidi nell’insorgere il cancro, le disfunzioni dell’organismo e tante altre malattie negli adulti, bambini e feti ?

     QUESTA E’ L’AMARA FORMULA DEL CONCETTO

    “NUTRIRE IL PIANETA. CIBO PER TUTTI”,

    spesso camuffata come “l’uso sostenibile” dei prodotti cancerogeni.

    “E’ stato un errore enorme … promuovere e rilasciare prodotti senza studi indipendenti a lungo termine. Ciò che stiamo ora riscontrando con il glifosato è simile a quello che abbiamo affrontato nel 20° secolo con PCB, DDT e Agent Orange”, – ha dichiarato il direttore di Sustainable Pulse Henry Rowlands, una società che raccoglie un gruppo di scienziati, su uno dei più utilizzati e più discutibili attuali pesticidi, il glifosato, lanciato da Monsanto nel 1974…

    Nel mondo ci sono circa 150’000 sostanze tossiche di sintesi commercializzate.

    Attualmente circa 500 pesticidi sono autorizzati per l’uso in Unione Europea.

    Secondo la IARC (International  Agency for Research on Cancer), nel 1991 risultavano registrati a livello mondiale 1’500 pesticidi.

    Nel 2009 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha elencato circa 550 molecole attive in uso e circa 150 obsolete.

    Ogni anno si rilasciano nell’ambiente planetario circa 2,5 milioni di tonnellatedi pesticidi  di sintesi, in prevalenza per usi agricoli di cui il 40 % sono erbicidi.

    Secondo dati UE nel 2006 in Italia sono state consumate 81’450 t di pesticidi, 71’612 t in Francia,

    31’819 t in Germania, 21’151 t nel Regno Unito.

    Ogni ora 269 tonnellate di pesticidi vengono disseminate sul Pianeta.

    Secondo i dati di Legambiente del 2017, in Europa-28  le vendite di pesticidi ammontano a

    400’000 tonnellate: Spagna -19,9%, Francia -19%, Italia – 16,2%.

    Secondo dati ISTAT, l’ITALIA ha consumato nel 2014 130’000 tonnellate di pesticidi. 

    Dal dossier di Legambiente del 2017 Stop pesticidi  emerge che tra verdura, frutta e prodotti trasformati, la contaminazione da 1 o più residui di pesticidi riguarda il 36.4 % dei prodotti analizzati.

    Il glifosato (N-phosphonomethylglycine) è il pesticida più utilizzato al mondo essendo presente in 750 formulati.  

    Solo in USA dal 1992 al 2012 l’uso di glifosato è aumentato di 140 volte. Oggi è un pesticida più collegato alle coltivazioni OGM.

    Nel 2014  la produzione mondiale di glifosato ha superato le 800’000 tons.

    Il 45% dei terreni agricoli europei contiene glifosato e il suo metabolitaAMPA.

    Secondo il rapporto ISPRA-2015, il glifosato è stato trovato nel 47 % delle falde acquifere italiane analizzate.

    Nelle acque superficiali  nel 63.9 % dei campioni analizzati sono stati trovati pesticidi.

    (rapporto ISPRA, 2017).

    Nelle acque sotterranee nel 31.7 % dei campioni analizzati sono stati trovati pesticidi.

    (rapporto ISPRA, 2017). 

    Uno studio del 2013 ha dimostrato che il44% dei campioni di urina prelevati da 180 persone in 18 paesi europei conteneva glifosato.

    Presidente AIAB (Associazione italiana per agricoltura biologica) Vizioli avverte: “In Italia le rilevazioni sui quantitativi di pesticidi contenuti negli alimenti e nelle acque vengono condotte in pochissime regioni e questa situazione è inaccettabile”.  

    Il destino ambientale dei bacini delle acque superficiali e delle acque sotterranee, dove si trovano in quantità pericolose per la salute i pesticidi già vietati da anni, deve mettere in allarme prevedibile sull’uso massiccio di queste sostanze. 

    Durante la procedura di autorizzazione delle sostanze è necessario considerare la valutazione dei pericoli in base al monitoring ambientale. 

    Il 27.3 % degli 80’967 campioni provenienti da 40 paesi conteneva multiresidui di pesticidi, “cocktail di pesticidi”. (rapporto EFSA, 2015).

    Il 38.8 % dei 9’608 campioni di ortofrutta conteneva multiresidui di pesticidi, “cocktail di pesticidi”. (rapporto di Legambiente, 2017).

    Il 42.8 % degli 80’967 campioni risultavano avere concentrazioni di pesticidi entro MRL (maximum residual level). (rapporto EFSA, 2015). 

    Fino ad oggi non c’è una regolamentazione  a livello europeo sull’impiego di più multiresidui di pesticidi, “cocktail di pesticidi” in agri­coltura.

    E’ necessario valutare gli effetti cumulativi e sinergici  di multiresidui di pesticidi, “cocktail di pesticidi”, negli alimenti e nell’ambiente.

    Anche se a piccole dosi diverse sostanze di pesticidi risultano sotto i limiti stabiliti dal­la legge (MRL), la loro azione sinergica  in un organismo può avere un effetto cancerogeno.

    E’ necessario rivedere i limiti MRL di pesticidi in riduzione ai fini di precauzione.

    Leggere tutto l’articolo, versione completa, aggiornata:

    19.12.2017_PESTICIDI_IT_completo_aggiornato111 pp

    Dr.Tatiana Mikhaevitch

    Ph.D. in Ecology

    Academy of Sciences of Belarus

    Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.)

    Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.)

    Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.)

    info@plumatella.it

    tatianamikhaevitch@gmail.com

    www.plumatella.it


  • STOP fluorocarburi in ACQUA

        

    L’inquinamento da PFAS nelle province tra Vicenza, Verona e Padova, regione Veneto.

    Colore giallo – plume provvisorio di inquinamento da PFAS

    Contenuto:

    1.Lacqua pulita è il diritto umano

    2.L’inquinamento industriale da perfluorurati

    3.I PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche

    4.Il caso dell’industria chimica DUPONT, OHIO, USA, 2004

    5.Il caso di inquinamento da PFAS in Germania, 2006

    6.Limiti stabiliti per PFAS nei vari paesi

    7.Effetti tossicologici di PFAS sull’uomo

    8.Effetti tossicologici di PFAS sugli animali

    9.Contaminazione dei prodotti alimentari

    10.La società MITENI SPA, l’unica fabbrica che produce PFAS in Italia

    11.Il monitoraggio dei lavoratori di MITENI SPA

    12.L’inquinamento da PFAS nelle province tra Vicenza, Verona e Padova, regione Veneto  

    12.1. Denuncia dell’Arpa Veneto alla Procura della Repubblica in Vicenza 

    12.2. Contaminazione dell’acqua potabile

     12.3.  Chi bonificherà le falde inquinate da PFAS in Veneto?

                 Implicati nel disastro ambientale 79 comuni. 350’000 persone

    13.FARE AFFARI, COMPROMETTENDO LA VITA DEGLI ALTRI

    14.Dichiarazione di Bonn sulla sicurezza globale dell’acqua

    L’acqua pulita è il diritto umano

    Nell’organismo umano l’acqua costituisce il 65% del peso corporeo, diminuendo gradualmente all’avanzare dell’età e a seconda del sesso.

    La Terra è ricoperta da 1’390 milioni di km3 di acqua, di cui il 97.5% è acqua salata presente nei mari e negli  oceani e solo il 2,5% è acqua dolce, la gran parte sotto forma di nelle calotte polari.

    Gli esseri umani hanno a disposizione solo 93’000 km3, pari a circa lo 0,5% del totale.

    Circa il 70% dell’acqua dolce è sotto forma di ghiaccio.

    La maggior parte dell’acqua dolce restante giace nel sottosuolo, oppure esiste sotto forma di umidità nel suolo.

    Solo l’1% dell’acqua dolce resta disponibile.

     A livello mondiale il 70% dell’acqua è usata per agricoltura e allevamento,

     il 22% è usata per produrre materia e oggetti, il restante 8% è riservato all’uso domestico.

    Il 97% dell’acqua dolce in Italia è nelle falde acquifere.

    Nel 2004 l’UNDP, il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, con il rapporto “Water as a Human Right?” per la prima volta si poneva la questione dell’accesso all’acqua come diritto:

    “Riconoscere formalmente l’acqua come diritto umano, ed esprimere la volontà di dare un significato e una concretezza a questo diritto, potrebbe essere una via per incoraggiare la comunità internazionale … per soddisfare i bisogni umani fondamentali e per completare gli Obiettivi del Millennio”.

    Nel 2010 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una Risoluzione 64/292 che garantisce l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari tra i diritti umani fondamentali.

    La Risoluzione sancisce che “l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari sono un diritto umano essenziale per il pieno godimento del diritto alla vita e di tutti gli altri diritti umani”.

    Con l’aumento dei consumi idrici e della popolazione, la disponibilità pro capite a livello globale è passata da 9’000 m3 d’acqua potabile negli anni Novanta a 7’800 m3 nel XXI secolo.

    Tra il 1960 e il 1990 l’uso mondiale dell’acqua è triplicato.

    Il fabbisogno minimo biologico pro-capite per la sopravvivenza umana è di 5 litri d’acqua nelle 24 ore.

    Le Nazioni Unite hanno fissato in 40 litri il diritto minimo all’acqua.

    Senza cibo si può vivere un mese.

    Senz’acqua non si supera una settimana.

    Un cittadino USA consuma 425 litri di acqua al giorno, in Italia il consumo medio pro capite è di 215 litri, in Francia – 150 litri, in Madagascar10 litri a giorno, in Africa –10 litri.

    Secondo l’OCSE, l’aumento della domanda mondiale di acque al 2050 sarà + 55 %.

    Attualmente 1 abitante della Terra su 5 non ha acqua potabile a sufficienza: si tratta di 1,2 miliardi di persone.

    In 29 Paesi il 65% della popolazione è al di sotto del fabbisogno idrico vitale.

    Oltre 1 miliardo di persone beve acqua “non sicura”.

    3,4 milioni di persone ogni anno (5 mila bambini al giorno) muoiono a causa di malattie trasmesse dall’acqua.

    Il 90% dell’acqua che consumiamo è incorporata nel cibo che mangiamo,

    poiché la coltivazione e l’allevamento ne richiedono grandi quantità.

    La produzione agricola è responsabile del 92% dei consumi globali,  

    quella industriale del 4,4%, quella domestica del 3,6%.

    Tra i prodotti alimentari destinati al consumo che richiedono più acqua,

    si trovano i cereali (27%) seguiti dalla carne (22%) e dai latticini (7%).

    10 litri di acqua servono per 1 litro di benzina

    30 litri di acqua servono per un litro di birra

    70 litri di acqua servono per la produzione di 1 mela

    100 litri di acqua servono per 1 kg di carta nuova

    2 litri di acqua servono per un 1 kg di carta riciclata

    780 litri di acqua servono per un pacco di pasta da 0,5 kg

    1’000 litri di acqua per1 kg di agrumi

    1’000 litri di acqua per kg di pollo

    1’150 litri di acqua per 1 pizza

    1’500 litri di acqua servono per produrre 1 kg di farina

    2’500 litri di acqua servono per una fetta di formaggio

    4’500 litri di acqua servono per produrre 1 kg di riso

    10’000 litri di acqua servono per produrre 1 kg di principio attivo

    11’000 litri di acqua servono per 1 kg di cotone tessile

    15’000 litri di acqua per 1 kg di carne di manzo

    100’000 litri di acqua servono per produrre 1 kg di alluminio.

    1’800’000 litri di acqua al minuto o 30’000 litri al secondo (30 m3) servono per una

    centrale nucleare di 1’000 MW.

    Leggere tutto l’articolo: 01.10.17_STOP PFAS in acqua_44 pp_IT_aggiornamento

    Dr.Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), tatianamikhaevitch@gmail.com


  • Seveso, 10.07.1976, 41 anni dopo…

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    Tratta B2 dell’autostrada Pedemontana

    Contenuto:

    1.L’autostrada della Diossina

    2.ICMESA, fabbrica farmaceutica di diserbanti bellici

    3.Pista militare

    4.Danno al territorio

    5.Effetti della Diossina sulla materia organica

    6.Carotaggi ed analisi della Diossina

    7.Il ritorno della Diossina   

    Bibliografia

     

    1.L’autostrada della Diossina

    L’uomonon può mai essere così arrogante e presuntuoso da non pensare ai potenziali rischi di industrie chimiche, da non pensare alla pericolosità dell’azione dell’uomo sull’ambiente. 

    Secondo Pierfelice Zazzera, deputato pugliese del partito politico Italia dei Valori (Idv),Il nostro Paese non si è ancora adeguato a quanto previsto dal Protocollo di Aarhus (varato nel 1998, entrato in vigore nel 2003 e ratificato dall’Italia nel 2006) che imponelimiti alle emissioni in atmosfera di inquinanti organici persistenti, come la diossina.

    Ancora oggi gli stabilimenti attivi sul nostro territorio possono immettere nell’atmosfera alti quantitativi di sostanze cancerogene come la diossina pur rimanendo di fatto nella legalità, perché il limite di emissione nel nostro Paese non esiste.

    È quanto accaduto in questi anni a Taranto, città più inquinata d’Europa, dove a causa dell’attività degli stabilimenti industriali la diossina è presente ovunque,persinonegli alimenti. C’è voluta una legge regionale per imporre, però solo all’ILVA, il limite di 0,4 ng/m3perl’emissione di diossina in atmosfera, mentre sul territorio nazionale altre aziende continuano ad inquinare l’ambiente e a devastare la salute dei cittadini”.  

    Autostrada Pedemontana Lombarda Spa, la A36, controllata all’80% da Milano Serravalle Spa e al 20% da Intesa San Paolo e Ubi Banca, dovrebbe collegare Varese a Bergamo e gli aeroporti di Malpensa (Milano) e Orio al Serio (Bergamo), a costo – 5 miliardi di euro.
      Autostrada Pedemontana Lombarda dovrebbe essere composta da tratta A (Magnano – Gorla Maggiore-Cascina Restelli) + tratta B1 (Cascina Restelli-Lentate sul Seveso) + tratta B2 (Lentate sul Seveso-Barlassina-Seveso-BovisioMasciago) + tratta C (Bovisio Masciago-Desio-Lesmo-Arcore-Vimercate) + tratta D (Vimercate-Mezzago-Capriate San Gervasio-Brembate).

    La A36 è stata realizzata nelle tratte A e B1: parte da Cassano Magnano in provincia di Varese e si ferma prima di Lentate sul Seveso (provincia di Monza e Brianza). 87 km totali dell’autostrada A36, di cui 14,3 km già aperti alla viabilità. Con le tratte B2, C e D da Lentate l’autostrada supererebbe il fiume Adda e arriverebbe fino a Osio Sotto passando per Cesano Maderno, Desio, Macherio e Arcore.

    Con la costruzione della tratta B1 é stato tagliato in 4 parti, da un enorme svincolo, il Bosco della Moronera di 70 ettari compreso tra i comuni di Turate, Rovellasca e Lomazzo, uno degli ultimi polmoni verdi della pianura urbanizzata, parte del sistema naturale di corridoi ecologici, dove ancora poco tempo fa, secondo un censimento effettuato da guardie ecologiche, si trovavano poiane, gheppi, falchi pellegrini, picchi, fagiani, volpi e lepri.

    La stessa sorte ha avuto un altro polmone verde con la costruzione dell’autostrada Pedemontana: il Bosco di Battù vicino a Lazzate.

    Dopo la costruzione di tutto il tratto dell’autostrada verrà consumato circa 1 milione di m2 di suolo, 150 campi da calcio, più i danni alla biodiversità di flora e fauna.

    La tratta B2  interessa i Comuni di Meda, Barlassina, Cesano Maderno, Seveso e Desio, – territori danneggiati dall’incidente avvenuto il 10 luglio 1976 a causa dell’esplosione della fabbrica ICMESA che ha sparso la diossina in questa area. Nel tratto B2 la Pedemontana dovrebbe sovrapporsi all’attuale superstrada Milano-Meda.

    E’ previsto un allargamento della strada da 4 a 6 corsie, la costruzione di svincoli e aree di sosta, la carreggiata sarà allargata fino a 10 metri in più nelle zone dove la diossina è sepolta da 40 anni.

    Sollevandola dal suolo, la diossina torna a costituire una minaccia tossica per la zona circostante.

    Leggere tutto l’articolo: 10.07.2017_Seveso 41 anni dopo

    09.07.2017

    Dr.Tatiana Mikhaevitch

    Ph.D. in Ecology

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  • In Armonia con la Natura

     

    CONVEGNO ONU, STOCCOLMA 1972RIO DE JANEIRO, 1992
    COP 3 KYOTO, 1997 –  RATIFICA DEL PROTOCOLLO KYOTO 16.02.2005

    COP 15 COPENAGHEN, 2009 –  COP 16 CANCUN, 2010

    COP 17 DURBAN, 2011 –  COP 18 DOHA, QATAR, 2012

    COP 19 VARSAVIA, 2013 –  COP 20 LIMA, PERU, 2014

    COP 21 PARIGI, 2015 –  COP 22 MARRAKECH, 2016

    COP 23 – BONN, 6-17 novembre 2017

    Contenuto:

    1. Il Treno dell’Ecologia

    2. George Perkins Marsh, 1mo ambientalista degli USA

    3.Cicli di Kondratiev

    4. Accademico russo V.Vernadsky, fondatore della Teoria di Biosfera, 1926

    5. Concetto del “Confine Planetario” del Professore Jim Hansen

    6. Effetti antropogenici dell’attività dell’uomo sulla Terra

    7. IN ARMONIA CON LA NATURA

     

    Il Treno dell’Ecologia

    Il Treno dell’Ecologia della Nostra Terraè partito negli anni 70, avendo avuto  un buon bagaglio preparato negli anni  precedenti…

    Sono già45 anniche viaggia questo treno intorno alla nostra bellissima Terra,

    da una città all’altra.

    Forse qualcosa è stato veramente perso in questi anni.

    IL TEMPO

    Qualcosa che qualcuno non ha voluto ascoltare, non ha voluto credere.

    E’ stato complesso e molto difficile questo viaggio.

    E forse per questo chi guidavail Grande Treno dell’Ecologiadella Terraha creato altre materie sinergiche, per aiutare a capire la serietà dei problemi, – cosi è nata l’Ecologia  Economica, poi l’Ecologia Politica… 

    Siamo partiti da Stoccolma nel 1972.

    Dopo 20 anni, nel 1992, il Treno Verde si è fermato a Rio de Janeiro.

    Dopo altri 13 anni, nel 2005, è stato finalmente ratificato da tanti paesi il Protocollo Kyoto.

    In questi 12 anni il Treno dell’Ecologia della Terra si ferma ogni anno nei paesi diversi:

    2006 – COP 12 a Nairobi,

    2007 – COP 13 a Bali,

    2008 – COP 14 a Poznan,

    2009 – COP 15 a Copenhagen,

    2010 – COP 16 a Cancun,

    2011 – COP 17 a Durban,

    2012 – COP 18 a Doha Qatar,

    2013 – COP 19 a Varsavia,

    2014 – COP 20 a Lima Peru,

    2015 – COP 21 a Parigi,

    2016 – COP 22 a Marrakech.

    Nel 2017 dal 6 al 17 novembreLa Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) organizza la Conferenza Mondiale sul Clima del Pianeta, COP 23, a Bonn.

    Leggere tutto l’articolo: 26.04.2017_IN ARMONIA CON LA NATURA_12pp

    Dr.Tatiana Mikhaevitch

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  • Biodiversità, capitale naturale

    La differenza tra ciò che facciamo e ciò che siamo capaci di fare sarebbe sufficiente a risolvere la maggior parte dei problemi del mondo

                                                                                                                                                                           Mahatma Gandhi

    CONTENUTO

    1. DICHIARAZIONE DEI 40 NOTI BIOLOGI DEL 2016

    2. VALUTAZIONE DEL PATRIMONIO NATURALE MONDIALE UNESCO.

         RAPPORTI  WWF SULLA BIODIVERSITA’

    3.  2.5 % DELLE SPESE MILITARI ANNUALI MONDIALI PER PROTEGGERE PARCHI TERRESTRI ED AREE PROTETTE MARINE

    4.  ITALIA. COMMISSIONE PER IL CAPITALE NATURALE.

         SOS NATURA in ITALIA – riforma di Legge 394/91 su Parchi e Aree Protette

    5.  UNIONE MONDIALE PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA (IUCN): RED LIST

    6.  SPECIE –ICONE IN ESTINZIONE

          6.1. Elefanti.

          6.2. Ecosafari di elefanti. Bracconaggio

          6.3. 17a Conferenza on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora (CITES).

                Commercio di avorio. Chiusura di commercio di avorio nel 2017

          6.4. Rinoceronte. Commercio dei corni

                La decisione della Corte Suprema del Sudafrica:  fine della moratoria del 2009.

          6.5. Panda gigante

          6.6. Scimpanzè

          6.7. Tigre

          6.8. Leopardo delle nevi

          6.9. Ghepardo

          6.10. Leone

          6.11. Uccelli

    7.  IMPATTO DEI FATTORI ECOLOGICI

         7.1. Recessione ecologica

         7.2. Rapporto WWF 2015 “Biodiversità” e cambiamenti climatici

         7.3. Riduzione dimensioni

         7.4. Impatto della temperatura. Eventi climatici estremi

         7.5. Impatto dei pesticidi

         7.6. Impatto dei metalli pesanti

         7.7. Rapporto ZSL-IUCN 2012. 1/5 degli Invertebrati in via di estinzione

         7.8. Specie impollinatori

         7.9. Specie aliene

    8.  MERCATO ILLEGALE DI FAUNA SELVATICA.

        CRIMINI CONTRO AMBIENTE.

         8.1. Rapporto “Indice del pianeta vivente 2015”

         8.2. Piano d’azione della Commissione del Parlamento Europeo. SOCTA 2017 dell’EUROPOLL

         8.3. RAPPORTO UNEP-INTERPOL 2016 “CRESCITA’ DEI CRIMINI  CONTRO AMBIENTE”

         8.4. Delitti contro fauna in Italia. CACCIA. ESTREMISMO VENATORIO

         8.5. ECOREATI IN ITALIA. INTRODUZIONE NEL CODICE PENALE.

               Disegno di legge su delitti contro fauna e flora, 2017

         8.6. IMPRONTA ECOLOGICA

    1. DICHIARAZIONE DEL 2016 DEI 40 NOTI BIOLOGI

    Nel 2016 più di 40 noti biologi hanno pubblicato in BioSciences una dichiarazioneSaving the World’s Terrestrial Megafauna”, dove hanno chiesto una strategia a livello mondiale,un piano globale per evitare l’impensabile: l’estinzione delle specie di mammiferi più grandi del mondo, citando tra le minacce che potrebbero portare a questa estinzione di massa la caccia illegale, la deforestazione, la perdita di habitat, l’espansione dell’agricoltura, dell’allevamento del bestiame nelle aree protette e la crescita delle popolazioni umane.

    William Ripple,Professore di EcologiadellaOregon State University ha scritto nella dichiarazione:

    Più guardo le tendenze che affrontano i più grandi mammiferi terrestri del mondo, e più sono preoccupato. Potremmo perdere questi animali proprio mentre la scienza sta scoprendo quanto siano importanti per gli ecosistemi e per i servizi che forniscono alle persone”.

    Secondo la Lista Rossa dell’IUCN, sono minacciate di estinzione circa il58% delle specie dei grandi mammiferi carnivori e il 60% dei grandi mammiferi erbivori.

    Elizabeth Bennett, un’altra delle autrici dello studio, Vice-Presidente dellaWildlife Conservation Society (WCS), sottolinea che “Forse la più grande minaccia per molte specie è la caccia mirata, causata dalla richiesta di carne, di parti del corpo per le medicine e gli ornamenti tradizionali. Solo un enorme impegno da parte della comunità internazionale fermerà questa distruzione dilagante di tante popolazioni animali”.

    Secondo il Rapporto Living Planet Report del WWF in collaborazione con ZSL(Zoological Society of London) del 2016, dal 1970 al 2012LPIglobale(l’indice del Pianeta Vivente, Living Planet Index) mostra un calo del 58 % delle popolazioni dei vertebrati.

    L’indice LPI terrestre mostra che le popolazioni sono diminuite del 38 % tra il 1970 e il 2012.

    L’indice LPI di acqua dolce mostra che le popolazioni monitorate per gli ecosistemi di acqua dolce sono diminuite del 81 % tra il 1970 e il 2012.

    L’indice LPI marino mostra un calo del 36 % tra il 1970 e il 2012. 

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    Dr.Tatiana Mikhaevitch

    Ph.D. in Ecology

    Academy of Sciences of Belarus

    Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.)

    Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.)

    Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.)

    info@plumatella.it

    tatianamikhaevitch@gmail.com


  • Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi

    Tatiana Mikhaevitch

    Contenuto:

    1.Direttiva della Commissione Europea. Convenzione Aarhus. Ritardi, infrazione UE.

    2.Lunga storia della “sistemazione” dei rifiuti radioattivi in Italia

    3.Caso di Scanzano Jonico

    4.Carta CNAPI dei siti e preoccupazione di Sardegna e Sicilia

    5.Enti responsabili, enti di controllo (ISPRA, SO.G.I.N. S.p.A, ISIN, Osservatorio Nazionale per la chiusura del ciclo nucleare)

    6.Criteri per la localizzazione del Deposito Nazionale in superficie per rifiuti di bassa e media attività

    7.Progetto del Deposito Nazionale in superficie. Quantità di scorie radioattive di bassa e media attività

    8.Rifiuti nucleari di alta attività di 3a categoria. Problemi con la creazione del Deposito Geologico profondo

    9.Posizione del Ministero dell’Ambiente

     

    1.Direttiva della Commissione Europea. Convenzione Aarhus. Ritardi, infrazione UE

    L’Italia è obbligata a pronunciare un sito di stoccaggio permanente dei rifiuti atomici, sancito dalla Direttiva Europea 2011/70 Euratom, che impone ad ogni Stato membro la realizzazione di un deposito in grado di ospitare in sicurezza il combustibile nucleare esaurito e i rifiuti radioattivi, anche derivanti dagli impieghi medicali, di ricerca e industriali.

    Oggi tutti i Paesi europei riconoscono il diritto dei cittadini a partecipare ai processi decisionali, grazie alla Convenzione di Åarhus sull’accesso all’informazione, la partecipazione pubblica alle decisioni e l’accesso alla giustizia in materia ambientale.

    La Convenzione è stata sottoscritta sotto l’egida dellUNECE (United Nations Economic Commission for Europe) nel 1998 ed è entrata in vigore nel 2001.

    L’Italia ha ratificato la Convenzione con la legge n. 108 del 2001.

    Il 25.01.2012 le associazioni ambientaliste Wwf, Greenpeace e Legambiente hanno inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti una lettera sull’articolo 24 del decreto liberalizzazioni, relativo allo smantellamento degli impianti nucleari e allo smaltimento dei rifiuti radioattivi, che modifica e semplifica le modalità di attuazione con deroghe sulle normative ambientali e urbanistiche, precisando che l’Italia deve risolvere il problema delle scorie prodotte con la filiera nucleare del passato, ma lo deve fare in modo trasparente, partecipato e democratico.

    Lettera firmata da Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, Stefano Leoni, presidente del WWF Italia.

    L’Italia è in ritardo nel rendere pubblica la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), da cui si arriverà alla localizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi.

    Leggere tutto l’articolo: 10-09-2016_deposito-nazionale-dei-rifiuti-radioattivi-25-pp

    10.09.2016

    Dr. Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com


  • Eredità nucleare dell Italia

    Mappa eredita nucleare italia

    Tatiana Mikhaevitch

    Content

    1.Eredità nucleare dell’Italia

      Regione Piemonte:                  

      1.1. Saluggia (VC) impianto EUREX di ENEA*, SORIN Srl e deposito Avogadro, CEMEX e deposito D2*

      1.2. Trino (VC), ex centrale nucleare

      1.3. Bosco Marengo (AL), FN Spa

      1.4. Politecnico di Torino

      1.5. Controlsonic Srl, deposito, Tortona (AL)

     Regione Lombardia:

      1.6. Gammatom (CO), Guanzate, deposito

      1.7. ADG srl, Bregnano, deposito

      1.8. ISPRA (VA), reattori Ispra1 e Essor, deposito E 39.2, laboratori Perla, Ethel, deposito rifiuti

      1.9. Campoverde Srl, Milano, deposito

      1.10. CESNEF (MI), reattore

      1.11.LENA (PV), reattore

     Regione Friuli-Venezia-Giulia:

      1.12. CRAD (UD), deposito

     Regione Veneto:

      1.13. INFN – SM1 (PD), Legnaro, reattore

     Regione Emilia-Romagna:

      1.14. Caorso (PC), ex centrale nucleare

      1.15. Montecuccolino (BO), reattore RB3

      1.16. PROTEX (Forli), deposito

     Regione Toscana:

      1.17. CISAM (PI), S.Pietro a Grado, reattore

     Regione Lazio:

      1.18. Latina (LT), Borgo Sabotino, ex centrale nucleare

      1.19.Casaccia (RM), Nucleco, impianto trattamento, deposito

      1.20. Casaccia (RM), ENEA, impianto di Plutonio, OPEC, TRIGA, TAPIRO

     Regione Molise:

      1.21. Ex C.A.N.R.C., deposito in provincia di Campobasso

     Regione Campania:

      1.22.Garigliano (CE), Sessa Aurunca, ex centrale nucleare

     Regione Puglia:

      1.23. Ex Cemerad (MT), Taranto, deposito

     Regione  Basilicata:

      1.24. Centro di ricerca ENEA-Trisaia (MT), ITREC di Rotondella

    Regione Sicilia:

      1.25. Sicurad (PA), reattore AGN

    2. Rischio di disseminazione del materiale radioattivo in Italia.

         2.1.  Rottami metallici e discariche

         2.2.  Treni – traffico del materiale nucleare

     *Gestione di dismissione da parte della SOGIN

     *Operatori privati con depositi dei rifiuti radioattivi

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    13.07.2016

    Dr. Tatiana Mikhaevitch, Ph.D. in Ecology, Academy of Sciences of Belarus, Member of the Italian Ecological Society (S.IT.E.), Member of the International Bryozoological Society (I.B.A.), Member of the International Society of Doctors for the Environment (I.S.D.E.), info@plumatella.it, tatianamikhaevitch@gmail.com


  • Dolomiti – Atolli fossili, Patrimonio UNESCO

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    003

    Monte Catinaccio visto da Ciampedie 2’000 m

    Tatiana Mikhaevitch

     Contenuto

    1. Dolomiti, Atolli Fossili

    2.Monti Dolomiti, Patrimonio UNESCO

    3.Ghiacciai delle Alpi Dolomitiche

    4.Val di Fassa

    Bibliografia

    Val di Fassa

    La Val di Fassa (Fascia in ladino, e Fassatal in tedesco) è una delle principali valli dolomitiche ed è situata nel  Trentino nord-orientale.

    Costituita da 7 comuni, è attraversata per intero dal torrente  Avisio, un affluente di sinistra del fiume  Adige. La valle è circondata da alcuni dei più importanti massicci delle  Dolomiti, i Monti Pallidi:

    la Marmolada, il Gruppo del Sella, il Gruppo del Sassolungo, il Gruppo del Catinaccio, da montagne a litologia non dolomitica quali il Buffaure e i Monzoni.

    Il Trentino è tra le aree italiane in assoluto più ricche di specie mineralogiche. Secondo fonte www.mindat.org, nel 2014 in Italia contavano 355 specie mineralogiche.

    È l’unica valle trentina, insieme alle Valli di Gardena e Badia in Alto Adige, alla Valle di Livinallongo, dove tuttora si parla la  lingua ladina (il ladino dolomitico).

    L’Istituto Culturale Ladino é presente in Val di Fassa nella cittadina Vigo di Fassa.

    Abbiamo alloggiato nell’Albergo “Rizzi” a Pera di Fassa, piccola frazione della cittadina Pozza di Fassa. L’albergo è stato scelto via internet per caso, considerando la sua antica facciata e la posizione strategica.

    Poi ho saputo che l’albergo era la prima osteria costruita a Pera di Fassa.

    Albergo “Rizzi”, che tempo fa fu un deposito di sale per tutta la valle, deve il suo nome al grande masso precipitato a valle, accanto alla successiva Strada delle Dolomiti. L’albergo fu una delle prime strutture ricettive della Valle che tra i suoi ospiti ha avuto diversi viaggiatori dell’Ottocento, famosi pionieri dell’alpinismo e personaggi illustri, come i reali del Belgio e Enrico Fermi.

    L’hotel è adornato dall’affresco “San Cristoforo con Bambino”, uno dei più antichi della Valle (1687) ed un grande crocifisso in legno con ai piedi due santi.

    All’interno l’albergo ha molti arredi d’epoca, stufe e dipinti antichi.

    La sala da pranzo è stata addobbata a sinistra e a destra da 2 affreschi del 1901 del pittore locale Franzeleto Bernard  “Allegoria del bere e del mangiare”.     

    Nei soffitti dei piani superiori incorniciati a stucco ci sono gli affreschi  “Madonna immacolata”.

    Adesso l’Albergo “Rizzi” è governato dalla giovane imprenditrice Veronika Rizzi, ma la storia dell’edificio nasce nel Seicento…

    In quel periodo l’edificio apparteneva alla famiglia Bernard, poi passò ai de Mauriz di Vigo e nel Settecento ai Nicolauf detti de Salin di Campitello.

    La storia dell’edificio è collegata con il nome di Antonio Rizzi (1776-1848), una delle figure più importanti nella storia dell’Ottocento in Valle di Fassa.

    Nel 1808-09 Antonio Rizzi costruisce a Vigo di Fassa l’osteria “Corona d’oro”. Nel 1828 compra all’asta l’osteria de Salin di Pera (Albergo “Rizzi”), per il suo figlio maggiore. Solo nel 1834 Giovanni Battista Rizzi apre l’osteria.

    Nell’Ottocento la Valle di Fassa attirava l’attenzione di molti naturalisti, mineralogisti, geologi e botanici che trovavano alloggi nei primi alberghi.

    La Valle di Fassa è collegata con il nome del famoso geologo tedesco, studioso di vulcanesimo e dei fossili, Christian Leopold von Buch (1774-1853) che considerava la valle la chiave di lettura per la geologia alpina”. …

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  • Ecologia dei ghiacciai (o 3 punti di appoggio)

    Himalaya, Ama Dablam, autunno 1956 e 01.11.2007, foto NASA

         Contenuto

    1. Centro delle Biorisorse dell’Accademica delle Scienze di Bielorussia, Minsk

    2. Minsk – centro culturale e spirituale europeo

    3. Il diario di una alpinista

    4. Ecologia dei ghiacciai

       4.1. Inquinamento in alta quota. La spedizione di Greenpeace suighiacciai, maggio-giugno2015      

             4.1.1. Inquinamento da perflorurati(PFC)

             4.1.2. Inquinamentodei ghiacci da microplastica

       4.2.Analisi comparativa della NASA e WWF sullo stato di scioglimento dei ghiacciai e dei ghiacci durante gli ultimi 120 anni

             4.2.1.La retrospettiva dello scioglimento dei ghiacciai sul pianeta

             4.2.2. La perdita di diversità biologica

             4.2.3. Il livello globale del mare

    5. Tre punti di appoggio

    Bibliografia

    Centro delle Biorisorse dell’Accademica delle Scienze di Bielorussia, Minsk

    La mia permanenza di 1 settimana a Minsk stava per concludersi.

    Il giugno di quest anno era caldo ma senza l’afa che toglie il fiato, e sono riuscita a completare tutto quello che ho pianificato per questo viaggio.

    Il piano era vasto ed ero costretta a correre dalla mattina alla tarda sera.

    Arrivavo a casa verso le 10 di sera, camminando appena dalla stanchezza, bevevo il tè con mia madre e subito a dormire.

    Mi svegliavo alle 6. Che coincidenza, quest anno l’amministrazione del condominio ha staccato l’acqua calda per la riparazione stagionale e scaldare l’acqua al mattino allungava il tempo di preparazione. Finalmente, sono pronta ad uscire, bevo il tè con la mia anziana madre e di nuovo di corsa.

    Il sistema dei trasporti a Minsk funziona bene e dove non ti porta la metropolitana, si arriva con un piccolo taxi che può caricare fino a 10 persone.

    Prendo il taxi e mi muovo verso l’Accademia delle Scienze, dove ho già fissato l’incontro con la collega dell’Istituto di Idroecologia e di Ichtiologia di Erevan (IHEI) del Centro Scientifico di Zoologia e di Idroecologia di Armenia.

    Evelina è arrivata ieri. Passo a prenderla all’albergo “Akademiceskaya”,di fronte al Giardino Botanico. Apro la porta della stanza dove alloggia. Quando non vedi per tanto tempo gli amici, al primo incontro segue una lunga pausa, gli occhi guardano negli occhi. Leggo nei grandi occhi neri orientali della mia amica armena tante emozioni. Ci abbracciamo. La prima domanda, quanti anni che non ci vediamo. Sembra, 26 anni. L’ultima volta ci siamo viste a Minsk prima di discutere la mia Ph.D.

    E adesso davanti a me c’è una rispettosa donna armena vestita in un elegante tubino nero con il colletto bianco. Adesso Evelina è il Direttore dell’Istituto.

    Ricordiamo velocemente i tempi passati insieme in una provinciale città Beloozersk, che si trova a sud  ovest di Bielorussia. Facevo gli esperimenti per studiare la biologia e fisiologia dei bryozoi che abitano nel bacino riscaldato della Centrale Idroelettrica di Beloozersk, Evelina in questo bacino studiava i molluschi.

    Durante il funzionamento del sistema socialista il nostro Istituto di Zoologia dell’Accademia delle Scienze di Bielorussia aveva stretti contatti scientifici con tutte le strutture simili dell’URSS. Nei tempi di «perestrojka» i rapporti si sono sciolti, a causa della distruzione di tutto il sistema. Dopo oltre 20 anni la collaborazione si sta di nuovo aggiustando. Nei tempi migliori il nostro laboratorio ha sviluppato una metodica di coltivazione industriale degli astici d’acqua dolce ed Evelina è arrivata ad imparare questa metodica.

    Parlando delle nostre novità, siamo arrivate allIstituto di Zoologiache adesso si chiama il Centro delle Biorisorse di Bielorussia. Saliamo al 1mo piano, giriamo a sinistra indirizzandoci verso l’ head office del nostro prima grande e affiatato laboratorio che contava 25 persone. Chi non c’è più, chi lavora negli altri continenti. Apriamo la porta, segue un’altra pausa – sono gli occhi di Liubasha e Tania.

    Liuba e Tania sono ricercatori principali. Io non li ho visti per 1 anno, Evelina per molto di più.

    Ci abbracciamo, prepariamo un vero caffè arabica, come nei tempi buoni di prima.

    Lascio Evik a parlare con le colleghe e vado a scoprire cosa è accaduto di nuovo nell’Istituto durante 1 anno di mia assenza.

    Nell’edificio ci sono 5 piani. Prima non mi sono mai chiesta quando e da chi è stato progettato e costruito il palazzo. Adesso, da quando si possono vedere nell’internet tutte le città e anche i palazzi dal satellite nel formato 3D, ho scoperto che l’edificio è stato costruito nella forma di trapezio a lettera «П», con il cortile aperto dalla parte retro. L’architettura assomiglia un po’ ai palazzi in stile ampir, con elementi barocco, costruiti dagli architetti Hittorf e Rohault de Fleury nel 19° secolo, nel 8° distretto in centro del quartiere diplomatico a Parigi. I palazzi circondano la Place d’Etoille guardando con le facciate verso l’Arc de Triomphe. L’edificio dell’Istituto è stato progettato in stile classico e si distingue dai palazzi francesi dall’assenza della scala a due rampe e la balaustra in marmo, la porta principale d’entrata dell’Istituto guarda verso una piazza con una grande aiuola verde.

    Nell’edificio non c’è ascensore e si sale ai piani attraverso una imponente scala a due rampe. Salgo velocissima sulle scale, come quando ero la responsabile dello sport e portavo i colleghi dell’Istituto in piscina a nuotare. Entro nei diversi laboratori che prima formavano un nostro unico grande gruppo. Nell’edificio si sente l’odore dei muri da poco pitturati. Nei corridoi c’è tanta luce ed è molto pulito, ma si vede poca gente.

    Nei tempi migliori eravamo circa 150.

    Entro in una piccola stanza che prima era occupata dal capo dell’approvvigionamento dei materiali ed attrezzature, il Sig.Logojko. Era un uomo grosso, buono e furbo che fumava sempre e con il quale tutti tenevano un buon rapporto.

    Adesso in questa stanza si trova un piccolo Museo Oceanologico.

    Yura Giginyak,il partecipante di tante spedizioni in Antartide e mio primo maestro di Idrobiologia, mi abbraccia, come un uccellino che ormai arriva di rado con le visite, e comincia raccontare i suoi ultimi successi antartici.

    Leggere tutto l’articolo: 10.02.2016-Ecologia dei ghiacciai_IT_63pp

    Dr.Tatiana Mikhaevitch

    Ph.D. in Ecology

    Academy of Sciences of Belarus

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  • Le conseguenze della catastrofe di Chernobyl sulla scala globale

    FotookTania La Palestra

    Spesso passano mesi senza voler scrivere…

    Ma il pensiero va e il cervello elabora, paragona, analizza…

    Cosi possono passare settimane, mesi finche un giorno preciso arriva un “trigger”, si trovano le associazioni, si costruisce il tessuto letterario e, non si sa il perché, arrivano anche le memorie dal passato.

     Passato, presente, futuro.

    In queste tre dimensioni il pensiero viaggia sempre, finché un giorno si costruisce un racconto. Ma sempre sullo stesso argomento. Solo in un’ottica diversa…

    Contenuto

    1.La Palestra 

    2.La contaminazione radioattiva del globo dopo la catastrofe di Chernobyl

    3.Stima dell’emissione primaria del fallout radioattivo

    4.Le conseguenze ecologiche della contaminazione in Europa

    5.Le conseguenze sulla salute umana in Europa:

    morbilità, peggioramento di salute, disabilità, accelerazione di invecchiamento, aberrazioni del DNA,

    mutazioni genetiche, sindrome di Down, problemi al sistema nervoso,

    malattie e morbilità oncologiche, cancro della tiroide,

    leucemia e mortalità infantile,

    aumento degli aborti spontanei dopo Chernobyl

    6.Le conseguenze della catastrofe sull’ambiente in Europa:

    l’aria, i sistemi acquatici, il suolo

    6.1.L’impatto sulla FLORA: radiomorfosi, cambiamenti genetici

    6.2.L’impatto sulla FAUNA:

    6.2.1.Gli ungulati e i roditori

    6.2.2.Gli uccelli

    6.2.3.Le mucche

    6.2.4.I pesci

    6.2.5.Il miele e il plankton

    6.2.6.Le anomalie di riproduzione

    6.2.7.Cambiamenti genetici, morfologici ed ematologici

    7.L’impatto della radioattività sulla biota di microorganismi

    8.La contaminazione delle derrate alimentari in Europa dopo il fallout

    9.Il monitoraggio dei radionuclidi incorporati nel corpo

    10.La rimozione dei radionuclidi assorbiti dal corpo

    11.Radioprotezione. Misure per ogni giorno

    12.Le conseguenze della catastrofe su scala globale

    13.Il ri-fallout radioattivo a causa degli incendi nella zona di Chernobyl

    14.La densità di popolazione intorno alle centrali nucleari in Europa  

    15.L’Atlante della contaminazione in Europa da fallout di Chernobyl:

    le rilevazioni in Francia e in Italia

    16.La contaminazione residua da radionuclidi delle derrate alimentari in Europa

           Leggere tutto l’articolo: 10.01.2016_La palestra_IT_87 pp